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Titolo originale: Ghostbusters: Afterlife
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Regia: Jason Reitman
Genere: azione, fantascienza, commedia
Anno: 2021
Durata: 125 min
Musiche: Rob Simonsen
Sceneggiatura: Gil Kenan, Jason Reitman
Cast: Finn Wolfhard, Carrie Coon, Mckenna Grace, Annie Potts, Paul Rudd, Bill Murray, Dan Aykroyd, Sigourney Weaver, Ernie Hudson, Celeste O'Connor
Trama:
Due notizie raggiungono quasi contemporaneamente Trevor, Phoebe e la loro mamma: la morte del nonno che non hanno mai conosciuto e l'ingiunzione di sfratto. Caricare in macchina tutto ciò che hanno e trasferirsi nella vecchia fattoria del nonno sembra dunque l'unica opzione possibile. Sperduta nel bel mezzo del nulla, in una zona quotidianamente scossa da inspiegabili terremoti, la nuova casa, come ogni vecchia magione che si rispetti, pullula di segreti: strani rilevatori di energia, nascondigli nel pavimento, e una curiosa automobile, coperta di polvere, targata Ecto-1.
Pareri personali:
Ci ho messo un sacco a scrivere questa recensione.
Questo è stato uno dei pochi film visti al cinema dopo il 2020. E che ho rivisto di recente per farmi un'idea più approfondita.
In bilico tra sequel e reboot, è decisamente meglio di quella porcata uscita nel 2016 (ci voleva anche poco) ma se la gioca col II (inspiegabilmente bistrattato da tutti a me è sempre piaciuto). Una sorta di passaggio del testimone (a partire dalla regia) che dovrebbe unire la generazione analogica con quella digitale in modo che ogni generazione abbia il suo Ghostbusters (anche se mi chiedo: veramente un adolescente oggi non può apprezzare il primo film della saga?), e cerca, trovandolo, un equilibrio tra il rispetto del film cult e la necessità di rinverdire il franchise.
Ci sono un sacco di easter eggs rimandi e citazioni e questo è bene. La trama è un pretesto, però il finale vi farà piangere, quasi a tradimento, un po' come Mama mia 2, chi l'ha visto sa cosa intendo.
In conclusione è un godibile e piacevole blockbuster d’intrattenimento, al netto dei suoi limiti e difetti, è un’operazione abbastanza riuscita nel complesso soprattutto per il suo spirito desideroso di legare il passato con il futuro e viceversa: l’opera non rispolvera solo i mitici ‘acchiappafantasmi’ ma tutto il cinema fantasy e d’avventura di quei mitici anni (i classici degli anni Ottanta – “Indiana Jones”, “Gremlins”, “I Goonies”, “E.T.”, l'universo sentimentale, narrativo e tematico di Steven Spielbergo l'immaginario di Stephen King), il cinema analogico e tutta la loro grandezza, facendolo così assaporare anche alle nuove generazioni – abituate ormai soltanto al cinema contemporaneo e al digitale, diventando addirittura un film intimistia, commosso e personale, a cui si può voler bene, perché dopo la sua visione il nostro immaginario si riconcilierà con tutto ciò che si perde o si dimentica nel corso del nostro Tempo.
Insomma, Ghostbuster legacy fa ridere, emozionare, commuovere. La gestazione di questo film è durata un trentennio, ma il risultato finale può dirsi soddisfacente.
VOTO: 8. -
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Boh.
Non m'ispira. -
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Visto ieri sera perché l'alternativa era qualche film sulla vita di Gesù.
Più bello di quello femminile, ma infinitamente più brutto di Ghostbusters II, figuriamoci del primo.. -
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Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta
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Sono molto in difficoltà a dire la mia su questo film, vero terzo capitolo del franchise uscito nel 32 anni dopo il secondo capitolo.
Premesso che sfigurare nei confronti del primo episodio è un attimo, perché è un capolavoro che conosco quasi a memoria, il regista ha scelto di puntare sull'effetto nostalgia.
Le parti migliori sono quelle dove Phoebe scopra la storia degli Acchiappafantasmi sul youtube, in una simpatica contrapposizione tra analogico e digitale. Il tutto si riduce ad un enorme omaggio a Harold Ramis che come sappiamo tutti è scomparso nel 2014. E finché si rimane su questi binari col cast giovane va tutto bene. I nodi vengono al pettine in parte con la sceneggiatura e in parte con i dialoghi. La storia è una sorta di remake ambientato in Oklahoma del primo film, con gli stessi cattivi e stesse scene (la possessione, i flussi incrociati, Zhul eccetera, senza però un briciolo di pathos rispetto al primo film). Poi sappiamo tutti che il successo del primo film fu dovuto al fatto che i dialoghi spesso erano improvvisati da quel geniaccio di Bill Murray con Dan Aykroyd bravissimo a fargli da spalla. Sappiamo che oggi non sarebbe più possibile (già le immagino orde di femministe "Venkman è un personaggio spregevole, ci prova con tutte gni gni gni") però io non ricordo di aver riso una volta. Persino nel tanto bistrattato II possiamo trovare delle battute meravigliose.
Patetico il cameo finale.
Tutto da buttare? No, l'effetto nostalgia con varie citazioni funziona, il film si riduce ad essere un passaggio di testimone alle nuove generazioni; anche se mi chiedo se ne abbiamo veramente bisogno.
Nel senso, uno zoomer davvero non apprezzerà il Ghostbusters del 1984?. -
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Oh che vi devo dire...a me è piaciuto proprio per l'effetto nostalgia, anche se mi rendo conto che manca tutta quella parte ironica e le battute micidiali di Bill Murray . -
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Non è che sia brutto...è che è inutile alla fin fine.
Una sorta di remake del primo coi ragazzini e un cameo finale che dovrebbe essere strappalacrime.
Manca la parte ironica, le battute il sarcasmo di Bill Murray.
In pratica manca l'atmosfera anni Ottanta..