Coppa Italia 2023-24

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    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

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    Genoa, è già Retegui mania: esordio, doppietta e Modena al tappeto
    Filippo Grimaldi
    Giornalista
    11 Agosto - GENOVA
    Il centravanti azzurro si impone: oltre alle reti, ottima intesa con Gudmundsson a partire dal gol del 3-2. Prima del 4-3 finale c'è spazio anche per la sua prima standing ovation al "Ferraris"

    Più della doppietta contro il Modena, con la prima rete arrivata dopo appena trentuno secondi dal via, nella serata di gloria del Predestinato rossoblù, Mateo Retegui, è stata la prestazione dell’attaccante della Nazionale che ha entusiasmato i venticinquemila (in una serata di metà agosto…) accorsi al Ferraris per assistere alla prima ufficiale del loro nuovo bomber. Retegui è il centravanti che mancava da tempo ai rossoblù, per la sua capacità di aggredire la profondità e di non considerare mai perso alcun pallone. L’esempio più evidente è stato il suo pressing sulla difesa del Modena che usciva con la palla in possesso, che ha portato all’errore e al rilancio per Gudmundsson, il cui coast to coast – cinquantacinque metri palla al piede – ha fruttato la rete del provvisorio 3-2. Oltre al gol del 4-2, l’italo-argentino aveva dato spettacolo nel timo tempo, cercando il raddoppio personale con un tacco al volo accompagnato da un minuto di applausi e con l’assist per la rete annullata a Thorsby (fuorigioco). Un attaccante totale, che vive in area, ma sa lavorare anche per la squadra.

    CHE MISCELA— Standing ovation per lui quando è uscito dal campo e di nuovo a fine gara, quando con i compagni è andato a ricevere il saluto delle due gradinate. La combinazione di Retegui e Gudmundsson, che si completano, può regalare orizzonti impensabili al Genoa sino a poco tempo fa. Certo, adesso toccherà a Gilardino fare posto a Messias, quando sarà pienamente recuperato, rendendo ancora più pericoloso il reparto offensivo rossoblù. Cambiando modulo? Possibile, magari passando dal 3-5-2 al 3-4-2-1, con l’islandese e il neo rossoblù alle spalle di Retegui, con le prime due lettere maiuscole, come il Genoa lo aveva presentato al suo arrivo. E non si può dire che avesse esagerato.
     
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    Una perla di Ilic scaccia le paure: Toro avanti in Coppa, ora il Frosinone

    Dal nostro inviato Mario Pagliara

    14 Agosto - TORINO
    Feralpisalò in vantaggio con Di Molfetta, poi Vojvoda e il serbo ribaltano la squadra di Vecchi neopromossa in B. Granata ai sedicesimi

    Un cioccolatino a cinque minuti dal novantesimo spinge il Toro ai Sedicesimi della Coppa Italia dove ad aspettarlo c’è il Frosinone. Con qualche difficoltà inaspettata, di fronte a una organizzata e combattiva Feralpisalò, il Torino di Juric assolve al proprio dovere superando il test della vigilia di Ferragosto (2-1 il punteggio finale). Tutti pregiati i gol: Di Molfetta lancia la squadra di Vecchi, poi Vojvoda la riprende e nel finale ci pensa il centrocampista serbo. Vlasic nel primo tempo e Schuurs nel finale si fermano sulla traversa. Per la Feralpisalò molto bravo il portiere ventunenne Pizzignacco: 14 parate, alcune davvero molto difficili.

    LE PERLE DI TORO E FERALPI— La notte prima di Ferragosto si apre con due bei gol. La prima pennellata è di Di Molfetta: minuto numero 18, con una finta si libera della marcatura di Bellanova e di Ricci, il destro a giro è potente e va dritto all’incrocio superando Milinkovic. La Feralpisalò di Vecchi spaventa in partenza il Toro di Juric. Quattro minuti dopo arriva il pari dei granata, ispirato da un colpo di tacco di Radonjic e concluso ancora con una parabola a giro, stavolta di Vojvoda. E ancora all’incrocio: è il festival del tiro a giro. Per il debutto in Coppa Italia, Juric lancia tutti i titolari. Il primo Toro della stagione vede Milinkovic tra i pali; Schuurs, Buongiorno e Rodriguez in difesa; Bellanova, Ricci, Ilic e Vojvoda a centrocampo; Vlasic alle spalle di Sanabria e Radonjic. Il Toro ha un ritmo ferragostano, le gambe sono chiaramente appesantite dal lavoro svolto durante il precampionato. La Feralpisalò è ben organizzata, si chiude bene e ringrazia almeno in tre occasioni nel primo tempo il suo giovane portiere Pizzignacco (6’ su Radonjic, 8’ su Bellanova, 28’ su Sanabria). Alla mezzora, Vlasic di testa si ferma sulla traversa.

    CIOCCOLATINO ILIC— In avvio di ripresa il Toro alza le marce e spinge alla ricerca del vantaggio. La manovra ne beneficia subito diventando più fluida. Proprio da una combinazione palla a terra tra Ricci e Vojvoda nasce l’occasione più ghiotta della serata per Sanabria (12’): Tonny con la porta spalancata spara in curva, divorandosi il due a uno. Al 22’ su un invito del neoentrato Verdi, Schuurs stacca in area e chiama Pizzignacco a un intervento strepitoso, aiutato poi dalla traversa (la seconda del Toro: sull’azione c’è il dubbio di un fuorigioco). A cinque minuti dal novantesimo arriva il cioccolatino di Ivan Ilic, su assist di Vojvoda: un bolide da fuori area diventa imparabile per il bravo Pizzignacco. Missione compiuta: il Toro è ai Sedicesimi dove trova il Frosinone.
     
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    Vazquez esalta la Cremonese. Pirlo, ai rigori la prima gioia con la Samp. Spezia ok col Venezia

    I doriani eliminano il Sudtirol dopo sedici tiri dal dischetto. Crotone fuori (3-1 d.t.s.), il Cittadella prossimo avversario dei grigiorossi
    14 agosto - MILANO

    Tanta Serie B nella giornata che va a completare il programma dei trentaduesimi di finale di Coppa Italia.

    SAMPDORIA-SUDTIROL 8-7 D.C.R.
    Al termine di una serie infinita di ben 16 rigori, la giovane Samp di Andrea Pirlo si mette al collo il pass per i sedicesimi di finale (dove troverà la Salernitana). A oltranza, dagli 11 metri, il gol decisivo lo segna il nuovo capitano Murru, punendo così il precedente errore dell’ex genoano Masiello che spara alto sopra la traversa. E’ l’epilogo di una partita non entusiasmante ma equilibrata, nei 120 minuti. Samp subito in vantaggio al 17’ con Leris, bravo a trovare la zampata nell’area piccola su assist da sinistra di Verre. Il pari arriva poco prima dell’intervallo: Depaoli si fa rubare il pallone in zona pericolosa, il primo tiro di Odogwu viene schermato ma è Casiraghi a trovare il destro giusto per infilare Poluzzi. Poche emozioni nel secondo tempo, con la sfida che si trascina oltre il 90’. I supplementari sono più vivaci: grande occasione blucerchiata con il palo esterno colpito di testa dal neo entrato De Luca, dall’altra parte sono Merkaj e Ciervo a impegnare seriamente Ravaglia che salva la sua porta e il pari. Si va ai rigori, sotto la Gradinata Sud: sbagliano Depaoli e Broh, poi Masiello. E la freddezza di Murru, alla fine, regala alla Samp un Ferragosto di festa.

    CREMONESE-CROTONE 3-1 D.T.S.— Subito una firma d’autore, quella di Franco Vazquez: il sinistro vincente del Mudo – arrivato in estate dal Parma, da svincolato – indirizza ai supplementari il successo della Cremonese sul Crotone dell’ex Zauli (una delle squadre di C in tabellone). La squadra di Ballardini, semifinalista a sorpresa della passata edizione, si guadagna così i sedicesimi di finale contro il Cittadella. L’inizio dei grigiorossi è però in salita: dopo 7’ ecco la verticalizzazione di Papini per Tumminello, che buca Sarr trovando il vantaggio calabrese. Ma alla mezz’ora è già pari, con il primo lampo di qualità di Vazquez (schierato da falso centravanti): un tacco dell’italo-argentino apre lo spazio per il cross di Sernicola, sul quale Afena-Gyan infila di testa Dini (1-1 al 30’). Prima dell’intervallo, però, il Crotone sfiora il nuovo vantaggio con Bove che – anche lui di testa – fa vibrare la traversa. Nel secondo tempo la Cremonese cambia marcia, senza però trovare il gol per merito di Dini che si oppone a Tsadjout, Zanimacchia e Bianchetti. Al 90’ lo Zini esulta invano per il gol di Buonaiuto, annullato dal Var per un fallo in attacco di Sernicola. Per la spallata decisiva, servono i supplementari: Vazquez (imbeccato da Tsadjout) rompe l’equilibrio (2-1), poi è Pickel da angolo a fissare il tabellone sul 3-1. Da segnalare l’assenza di Okereke: il nigeriano ha chiesto al club di non essere utilizzato, è al centro di diverse voci di mercato (il Besiktas su tutte), ma la Cremonese non ha ancora ricevuto offerte ritenute soddisfacenti.

    SPEZIA-VENEZIA 6-5 D.C.R.— Si allunga oltre i tempi regolamentari anche Spezia-Venezia, ospitata a Cesena per i lavori in corso allo stadio Picco. Al gol bianconero di Antonucci, nel primo tempo, risponde in avvio di ripresa Pohjanpalo (schierato da Vanoli insieme a Pierini e Johnsen, tridente di confermati rispetto alla passata stagione). Lo Spezia torna in vantaggio (2-1) al quarto d’ora della ripresa, con il rigore trasformato dall’ex Frosinone Luca Moro. I tiri dal dischetto, alla resa dei conti, diventano determinanti. Ne ha un altro a distanza ravvicinata la squadra di Alvini, però, Joronen e bravo a ipnotizzare Salvatore Esposito tenendo in vita il Venezia. Nel frattempo dalle panchine entrano gli ultimi arrivati dal mercato: Francesco Pio Esposito nello Spezia, mentre Gytkjaer si alza dalla panchina di Vanoli. Ed è proprio il danese, fresco ex Monza, a trasformare un altro rigore (mani di Amian) che vale il 2-2 e trascina la sfida ai supplementari. Quando sono quasi scaduti i 120’, è proprio il più piccolo dei fratelli Esposito a sfiorare il gol girandosi in area e trovando un’altra grande risposta di Joronen. Epilogo ai rigori, con la qualificazione dello Spezia che troverà il Sassuolo al prossimo turno.
     
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    Monza subito fuori. Brillano Salernitana e Lecce. Il Sassuolo soffre ma vince

    Terza giornata dei trentaduesimi di finale. La Reggiana di Nesta passa 2-1 in Brianza e si regala il Genoa. Ternana ko 1-0 all'Arechi, gli emiliani passano a Cosenza dopo i supplementari. I giallorossi troveranno il Parma
    Pietro Scognamiglio

    13 agosto - MILANO
    Terza giornata dei trentaduesimi di finale, con quattro incroci tra squadre di A e di B (le partite sono trasmesse in esclusiva dai canali Mediaset). Ecco tutto quanto accaduto nelle sfide pomeridiane, con Cosenza-Sassuolo arrivata ai supplementari e la sorprendente vittoria della Reggiana di Alessandro Nesta a Monza.

    MONZA-REGGIANA 1-2
    Colpaccio della Reggiana, che ribalta il Monza all’U-Power Stadium e conquista così il pass per i sedicesimi contro il Genoa. Alessandro Nesta è l’allenatore di copertina di questo agosto di Coppa Italia: dopo aver superato il Pescara di Zeman nel preliminare, regala anche un dispiacere al suo vecchio dirigente Adriano Galliani e ferma così la corsa della seconda squadra di Serie A (dopo l’Empoli, caduto ieri col Cittadella). L’inizio del Monza era stato però promettente: sotto gli occhi di Rovella e Carlos Augusto – in tribuna e in partenza –, era stato Danilo D’Ambrosio a portare avanti la squadra di Palladino al 22’, segnando su sviluppo di angolo il primo gol in maglia biancorossa. Nella ripresa, però, Nesta ridisegna i suoi con i cambi inserendo Nardi e i nuovi attaccanti Vido e Pettinari. La mossa paga subito, perché proprio Nardi – servito da Cigarini al limite dell’area – trova il pari (1-1) poco dopo l’ingresso in campo. Il Monza ha con Vignato, subentrato anche lui, l’opportunità per portarsi di nuovo avanti (bravo Marcandalli ad anticiparlo). Sembra esserci equilibrio, fino all’episodio decisivo ('84): Di Gregorio nell’area brianzola atterra Vido, dal dischetto va Cigarini che firma il sorpasso e regala una serata da ricordare ai 400 tifosi reggiani arrivati in Brianza.

    LECCE-COMO 1-0— Debutta col sorriso al Via del Mare il nuovo Lecce di Roberto D’Aversa: per superare il Como basta il gol al 27’ di Pontus Almqvist, che vale la sfida ai sedicesimi col Parma (in proiezione di un ottavo di finale con la Fiorentina). Eppure la squadra di Moreno Longo era partita forte, con due tentativi di Cerri non lontani dalla porta. Poi, però, Strefezza (schierato falso nove) e compagni hanno preso il comando delle operazioni: vivacissimo il biondo mancino Almqvist, sulla scia di un ottimo precampionato. Lo svedese, pescato da Corvino in Polonia, ci prova prima da lontano esaltando Semper, poi beneficia di uno scarico di Dorgu (uno dei campioni d’Italia Primavera, entrato al posto di Gallo) per trovare il vantaggio, agevolato da una deviazione di Abildgaard. Nella ripresa il Como rimane in partita anche grazie alla vivacità del neo entrato Mustapha - austriaco ex Mainz - ma è il Lecce a sfiorare il raddoppio nel finale con la traversa colpita da Blin, complice l’intervento di Semper.

    COSENZA-SASSUOLO 2-5 DTS— Spettacolare e sofferto (più di quanto dica il punteggio) il successo del Sassuolo al San Vito Marulla. La squadra di Dionisi – che lascia a riposo Berardi, tra fresca paternità e voci di mercato – si guadagna così i sedicesimi contro Spezia o Venezia (di fronte il 14 agosto alle 21). Non inganni lo scarto così largo: la qualificazione si è decisa solo nei supplementari, quando il Sassuolo ha potuto beneficiare della superiorità numerica per il rosso a Calò. Nei 90’, la partita è un romanzo. Il Cosenza di Fabio Caserta, spinto dall’entusiasmo del Marulla, inizia subito col piede sull’acceleratore: sul lancio in profondità di Venturi è Tutino a prendere vantaggio sul controllo, costringendo Viti a buttarlo giù; per Collu è rigore e rosso, ma la Var fa cambiare il colore del cartellino (fallo ritenuto, giustamente, genuino). Dal dischetto, proprio Tutino spiazza Consigli e si riprende la scena dopo il grande ritorno di questa estate. Dopo il vantaggio il Cosenza si dimostra più centrato, con la reazione neroverde lasciata a una sgasata di Lauriente che sollecita Micai. L’azione migliore del Sassuolo vale però il pari, poco prima dell’intervallo: scambio di qualità sulla trequarti di sinistra tra Bajrami e Matheus Henrique, l’ex Empoli lascia sul posto Meroni e centra la porta da pochi metri (1-1). Nel primo quarto d’ora della ripresa, quando il Sassuolo sembra aver preso sicurezza, è però del Cosenza l’occasione più nitida: Martino ruba palla a Viti e serve Calò, impreciso però al momento del tiro. Al 65’ Dionisi irrobustisce l’attacco per provare a vincerla: entra Mulattieri per Bajrami e le punte (con Pinamonti in campo) diventano due. La svolta è a un quarto d’ora dal 90’: sul tiro di Lauriente il braccio di Meroni è largo – pur se a distanza ravvicinata – e Collu, anche qui dopo una field review, indica il dischetto. In assenza di Berardi, dagli 11 metri ci pensa Pinamonti per il sorpasso (1-2). Ma non è finita: il Cosenza si butta in avanti per il pari e lo trova con la testata vincente di Mazzocchi, che trascina i suoi ai supplementari. Ma l’overtime, per i padroni di casa, si apre in salita con l’espulsione (contestata) di Calò per un tocco di mano visto da Collu: con l’uomo in più, il Sassuolo passa – questa volta in maniera decisiva – con il Guizzo del norvegese Ceide, su assist di Toljan (2-3). A giochi ormai chiusi, entra di prepotenza nel tabellino anche Mulattieri con una doppietta: per l’ex Frosinone, il senso fortissimo del gol non è una novità.

    SALERNITANA-TERNANA 1-0— La Salernitana di Paulo Sousa è un cantiere aperto – il tecnico portoghese aspetta 6/7 rinforzi, che ha chiesto esplicitamente – ma parte comunque col piede giusto davanti a quasi 10mila spettatori. Il successo sulla Ternana, di misura, vale ai sedicesimi l’appuntamento contro Sampdoria o Sudtirol (di fronte il 14 agosto alle 18 al Ferraris). Per sbloccarla i granata ci mettono poco: sono passati appena 6’ quando Candreva spara una fucilata su punizione dal limite, infilando Iannarilli (uno dei quattro ex in rossoverde, insieme a Mantovani, Casasola e Bodgan). Complice il grande caldo, il ritmo si abbassa e si arriva all’intervallo senza squilli. A inizio ripresa entrano Fazio e Maggiore per dare nuove energie, ma è la Ternana con un lampo a sfiorare il pari: su assist di Ferrante, Falletti in tuffo di testa centra il palo a Costil battuto. La Salernitana riesce comunque a mantenere, da lì alla fine, il controllo delle operazioni: l’Arechi accoglie con un’ovazione il ritorno in campo di Dia al 76' (in maglia numero 10) e il pensiero va già a domenica prossima. Alla prima di campionato, con il rientro di Ochoa tra i pali, trasferta all’Olimpico contro la Roma di Mourinho.
     
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    Cagliari-Palermo show: vincono i sardi al 123'. Parma super a Bari, Verona e Cittadella ok

    Seconda giornata dei trentaduesimi di finale: gli emiliani passano 3-0 con una prodezza di Man e prenotano la sfida con Lecce o Como, la squadra di Ranieri batte i rosa nei supplementari
    Pietro Scognamiglio

    12 agosto - MILANO
    Seconda giornata dei trentaduesimi di finale, con tre squadre di Serie A in campo e l’antipasto di B al San Nicola (di fronte Bari e Parma). Ecco tutto quanto accaduto nelle sfide di oggi, con una grande sorpresa e un Cagliari-Palermo pieno di colpi di scena.

    CAGLIARI-PALERMO 2-1 D.T.S.
    A Cagliari succede di tutto nella sfida tra grandi piazze del calcio italiano. Nei primi 90 minuti Pavoletti sbaglia un rigore per i sardi, poi è il Palermo ad avere le occasioni migliori ma nessuno riesce a sbloccarla. E nei supplementari la partita diventa uno show: segna Dossena al 100', il Cagliari sfiora più volte il colpo del ko ma subisce il pareggio del Palermo al minuto 122', in pieno recupero: decisivo il colpo di testa di Soleri da calcio d'angolo. A quel punto i rigori sembrano inevitabili ma il Cagliari sfrutta l'ultimissima chance e Di Pardo manda avanti la squadra di Ranieri al minuto 123. Adesso i rossoblù troveranno l'Udinese.

    VERONA-ASCOLI 3-1— Parte forte al Bentegodi il nuovo Verona di Baroni. Il successo sull’Ascoli vale l’incrocio ai sedicesimi con il Bologna, che ieri ha superato il Cesena. Sulla scia dei tanti gol precoci, i gialloblù la sbloccano dopo appena due minuti: palla in profondità per il velocista Mboula che brucia Simic, segnando il suo primo gol in Italia (lo spagnolo è arrivato in estate dal Racing Santander). L’Ascoli però – senza i neo arrivati Viviano e Rodriguez – riesce a tornare in parità: Mendes conquista un rigore per fallo di Montipò, dal dischetto Forte non sbaglia (1-1). Prima dell’intervallo, nuovo allungo Hellas: Barosi non trattiene la punizione di Hongla, sulla respinta difettosa Dawidowicz ribadisce in rete. A inizio ripresa, passa solo un minuto per il tris: rigore assegnato per fallo di mano di Simic su tiro di Ngonge, dal dischetto va Djuric che spiazza l’ex portiere della Juve Stabia. La partita nella sostanza finisce qui, c’è tempo per l'ingresso promettente di Riccardo Saponara che va vicino al gol calciando da fuori area.

    EMPOLI-CITTADELLA 1-2— Il primo risultato contro pronostico arriva dal Castellani, dove il Cittadella ribalta l'Empoli e si guadagna il secondo turno contro Cremonese o Crotone (di fronte lunedì alle 17.45). Eppure sembrava essersi messa bene per la squadra di Paolo Zanetti (senza i gioielli Baldanzi e Fazzini), avanti con Ciccio Caputo dopo 8 minuti: l’attaccante pugliese è bravo infatti a sfruttare l’assist di Piccoli, scaltro nell’evidenziare un’incertezza di Kastrati. Ma il Citta – rinnovatissimo, con tanti innesti dalla C – non ci sta e costruisce una reazione che passa soprattutto dai tiri pericolosi di Vita e Carriero, che danno pensieri a Caprile. La voglia di non arrendersi dei veneti viene premiata al quarto d’ora del secondo tempo, quando il cross da sinistra di Amatucci (neo arrivato dal Montevarchi) finisce dritto in porta con il tentativo di deviazione di Magrassi che inganna Caprile. Lo spirito propositivo della squadra di Gorini vale la rivoluzione, perché il Cittadella rimane col doppio centravanti – dentro Maistrello per Pittarello – e la ribalta: sponda aerea proprio del neo entrato ex Renate con Magrassi che stavolta fa centro, sempre di testa (1-2). La sorpresa avrebbe potuto avere proporzioni anche più ampie, se Caprile nel finale non avesse parato un rigore al debuttante Claudio Cassano, alla prima tra i grandi dopo essere uscito dalla Primavera della Roma.
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    BARI-PARMA 0-3— Nella sfida tra le grandi deluse degli ultimi playoff di B, il Parma – sotto gli occhi del presidente Krause – passa di forza al San Nicola e si guadagna i sedicesimi di finale contro Lecce o Como (domani alle 21 al Via del Mare). Mignani rinuncia agli acciaccati Maiello e Menez, oltre a Cheddira tenuto fuori nel cuore della trattativa che dovrebbe portarlo a Frosinone. A sbloccarla da angolo dopo 8’ è Benedyczak, che (al Tardini) aveva già castigato il Bari in coppa nella passata edizione. La squadra di Pecchia prende così fiducia e il raddoppio, poco dopo la mezz’ora, è il frutto di un’azione bellissima che parte dalla difesa: percussione di Benedyczak che apre per Zagaritis, Sohm si gira bene nel cuore dell’area aprendo la porta a Bonny (0-2 al 34’). Nel secondo tempo - in cui restano sul taccuino un legno per parte dei subentrati Bernabé e Sibilli (l’ex Pisa, ultimo arrivato, al debutto in biancorosso) – il tris lo firma Dennis Man con una prodezza di tacco sul primo palo. E gli oltre 12mila del San Nicola, tornati allo stadio dopo la delusione della finale con il Cagliari dell’11 giugno, aprono anche la nuova stagione con un dispiacere.
     
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    Poker Udinese, segna anche Lucca all'esordio. Il baby Corazza lancia il Bologna

    I giallazzurri eliminano il Pisa 1-0 con la deviazione fortuita di Canestrelli, l'Udinese liquida il Catanzaro per 4-1: in gol anche Lovric, Beto e Thauvin su rigore
    Pietro Scognamiglio

    11 agosto - MILANO
    Prima giornata dei trentaduesimi di finale, che ci faranno compagnia fino al 14 agosto con quattro partite al giorno. In campo 12 squadre di Serie A, 18 di B e il Cesena (proveniente dai preliminari) oltre al Crotone in rappresentanza della Serie C. Tutte le partite sono trasmesse dai canali Mediaset, in esclusiva. A centrare la qualificazione, nel day 1, sono tutte e quattro le protagoniste del massimo campionato.

    FROSINONE-PISA 1-0
    Avanti il Frosinone di Eusebio Di Francesco, che supera il Pisa allo Stirpe (1-0) e si guadagna ai sedicesimi l'incrocio con Torino o Feralpisalò (di fronte lunedì alle 21.15 all'Olimpico). Decisiva dopo 7' l’autorete di Canestrelli, innescata da una sgasata di Giuseppe Caso (marchio di fabbrica del 10 giallazzurro): sulla palla forte messa verso l'area piccola, deviazione letale del difensore (dopo un primo tocco del compagno Leverbe) che non lascia scampo a Nicolas. Il vantaggio dà fiducia ai padroni di casa, che vanno vicini al raddoppio con lo stesso Caso che nei dribbling in conduzione è inarrestabile, ma pasticcia al momento del tiro (e trova anche una gran parata di Nicolas su un tocco ravvicinato). Dopo l'intervallo, il Pisa di Aquilani – alla prima panchina tra i grandi – reagisce e va in crescendo: il più pericoloso è Matteo Tramoni, che colleziona due occasioni ravvicinate – una su assist del neo arrivato D’Alessandro - e ne fallisce una terza nel finale. Nel Pisa debutta Miguel Veloso, dentro al 74’ al posto di Nagy, mentre è l'atteso Kvernadze (anche lui subentrato, al posto di Caso) a far vedere le cose più interessanti del Frosinone. Con tante cose da migliorare, per Di Francesco la qualificazione vale un'iniezione di fiducia in vista dell'esordio in campionato contro il Napoli campione d’Italia.

    UDINESE-CATANZARO 4-1— Udinese promossa, nella prova generale verso la Juventus. Dagli highlight del 4-1 sul Catanzaro - neopromosso in Serie B e protagonista di un buon primo tempo – restano soprattutto il ritorno al gol in Italia di Lorenzo Lucca e un Florian Thauvin nella forma dei giorni migliori. La squadra di Sottil, ai sedicesimi, troverà la vincente di Cagliari-Palermo (domani alle 21.15 alla Dacia Arena). A stappare subito la partita sono i friulani: Thauvin – schierato in coppia con Beto – si libera di tre avversari in area e manda in porta Lovric con un assist di velluto (1-0 al 9'). L'equilibrio, però, ci mette meno di 120 secondi a ripristinarsi: il Catanzaro di Vivarini è spregiudicato, palleggia con il portiere e aggredisce in verticale. Il pari lo costruisce il folletto belga Vandeputte, che incrocia il destro bucando le mani del colpevole Silvestri. All'alba del secondo tempo, però, il primo vero errore dei giallorossi risulta letale: incomprensione in marcatura tra Veroli e Scognamillo, tra i due si inserisce Beto che piazza il destro a giro dalla lunetta e infila Fulignati. Udinese di nuovo in vantaggio e partita definitivamente spaccata. Thauvin, scatenato, innesca un autopalo di Brighenti e poi al 64' firma il tris con freddezza dal dischetto (rigore conquistato da Beto). Proprio il portoghese dà l'idea di non voler uscire dal campo, ma Sottil lo chiama fuori per dare spazio a Lucca e viene ripagato: l'ex Ajax cerca prima la porta dalla distanza, poi firma il poker con un tocco dolce a scavalcare Fulignati, dopo essere stato lanciato in profondità dal basco Zarraga. A proposito: buona prova anche per lui, ex Athletic Bilbao, uno dei volti nuovi del mercato bianconero.

    GENOA-MODENA 4-3— È la grande notte di Mateo Retegui, che firma con una doppietta la sua prima ufficiale al Ferraris e trascina così il Genoa ai sedicesimi. Come in Nazionale, l’ex centravanti del Tigre non perde tempo: dopo appena 32’’, un gran destro sul primo palo (assist di Frendrup) stappa la sfida col Modena, che però non si scompone. Complice un gol annullato a Thorsby, la squadra di Paolo Bianco resta in partita e trova il pari alla mezz’ora: filtrante delizioso di Tremolada per il neo arrivato Manconi, che trova così il primo gol in maglia gialloblù. Per il numero 10 del Modena, in ogni caso, è una grande serata: il Genoa pasticcia palleggiando col portiere e subisce il sorpasso al 40’, con lo stesso Tremolada freddissimo nel dribblare Leali e apparecchiarsi il tiro con lucidità. All’intervallo si rientra comunque pari, perché la testata di Vazquez (su punizione battuta da Gudmundsson) fissa il tabellone sul 2-2. Ed è proprio l’islandese, in apertura di ripresa, a mettersi in proprio riportando avanti la squadra di Gilardino: la progressione che parte dalla metà campo difensiva è devastante, non trova opposizione adeguata e finisce in porta (3-2). E’ il bivio decisivo, perché il Genoa allunga poi sul 4-2: Hefti serve in area Retegui, che si gira benissimo sul piede perno per battere ancora Gagno e diventare così il nuovo idolo della Gradinata Nord. L’ultimo squillo (4-3) di un Modena mai domo è del neo entrato Gargiulo. Il Genoa troverà a novembre la vincente di Monza-Reggiana.

    BOLOGNA-CESENA 2-0— Nel derby col Cesena al Dall'Ara, il Bologna si prende il biglietto per i sedicesimi di finale chiudendo la notte di Coppa Italia con un 2-0, frutto di un gol per tempo, uno in apertura e uno in chiusura di partita. A incanalare la serata è la rete dopo due minuti di Tommaso Corazza, 19enne terzino sinistro dalla Primavera rossoblù, a insaccare con un tiro a giro una respinta della difesa cesenate. Gli ospiti restano in partita e se la giocano alla pari, alzando bandiera bianca solo a dieci minuti dalla fine, quando con una girata in area e l'aiuto di una deviazione Joshua Zirkzee marca la rete del 2-0 (80'). Il Bologna affronterà ora al prossimo turno la vincente del match tra Verona e Ascoli..
     
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    partita molto bella a Cosenza, noi difesa inguardabile

    però sullo 0-1 mi sono giocato 100 euro sulla vittoria del Sassuolo, e appena abbiamo fatto il 2-1 ho fatto cash out e mi sono preso 308 euro :sbav:
     
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    La Cremonese si guadagna (di nuovo) la Roma ma che fatica col Cittadella: al 120' la decide Coda

    Sedicesimi di finale di Coppa Italia: la squadra di Stroppa vince in casa con il gol nel finale dopo le reti di Bertolacci e Vita

    Matteo Pierelli
    Giornalista
    31 ottobre - MILANO
    Ha dovuto soffrire e lottare fino all’ultimo dei 120 minuti dei tempi supplementari, mettere dentro il giocatore più forte, Massimo Coda, che alla fine l’ha risolta. Così, in coda a una partita ricca di sofferenza, la Cremonese si è guadagnata gli ottavi di Coppa Italia all’Olimpico contro la Roma. Sfida già andata in scena nella scorsa edizione (ma nei quarti) con l’impresa grigiorossa. Coda è stato messo dentro all’inizio del secondo tempo supplementare e al 120’ l’ha buttata dentro. La Cremonese sembrava averla chiusa nei 90 minuti, dopo il vantaggio di Bertolacci al 48’ e l’espulsione di Frare al 53’, ma ha sprecato troppo, soprattutto con Okereke, ed è stata punita da Vita, salvandosi poi a un passo dai rigori. Ad ogni modo, la squadra di Stroppa in qualche maniera l’ha portata a casa e così, a distanza di quattro giorni dalla sfida di campionato, sono ancora i grigiorossi ad avere avuto la meglio sul Cittadella.

    GARA BLOCCATA—
    Tanto turnover per Stroppa che mette Jungdal in porta, Tuia (esordio in grigiorosso) al centro della difesa, Bertolacci in regia e Ciofani a fare coppia con Tsadjout. Anche il Cittadella dà spazio a chi non ha giocato molto fino qui: Negro in mezzo fra i quattro dietro, davanti la coppia Maistrello-Magrassi con alle spalle Mastrantonio. Primo tempo molto spezzettato e ritmi piuttosto compassati. E’ il Cittadella che prova a impostare la partita, andando vicino al vantaggio al quarto d’ora con una bella mezza rovesciata di Negro: palla centrale e Jungdal para. Poco dopo Mastrantonio ha la palla buona sulla destra, ma Tuia è bravo a respingere in angolo. Il Cittadella prova ad affondare ma la manovra spesso si ferma sulla trequarti, dove manca l’ultimo passaggio. La Cremonese invece si fa vedere una volta sola con Sekulov al 25’, ma il suo tiro è parato senza grandi difficoltà da Maniero.

    DECIDE CODA— Nella ripresa la Cremonese parte con un altro piglio e passa subito in vantaggio grazie al ritrovato Andrea Bertolacci che, dopo un bello scambio con Ciofani, trafigge Maniero. Poco dopo Frare abbatte Ciofani lanciato a rete, si prende il secondo giallo e lascia i suoi in dieci. Da lì in avanti la Cremonese sembra in controllo e sfiora più volte il gol: incredibile l’occasione sprecata al 73’ da Okereke che ne scarta tre e poi spara fuori. Ancora Okereke, cinque minuti, ha una grande chance ma Maniero è bravo a respingere. Così, dopo tanti sprechi, arriva il pareggio di Vita, abile a buttare dentro una prodigiosa respinta di Jungdal. Si va ai supplementari: nella prima frazione non succede praticamente nulla. Nella seconda ci prova Abrego di testa e la palla esce di pochissimo. Poi è la volta di Okereke, ma c’è bisogno della zampata di Coda (palla all’angolino alla destra di Maniero) per guadagnarsi il viaggio a Roma.
     
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    Poker Salernitana: Inzaghi fa fuori la Samp e si regala la Juve agli ottavi

    Granata in vantaggio al 18' con Ikwuemesi che poi serve a Tchaouna la palla del raddoppio nel recupero del 1° tempo. Al 67' la doppietta del 20enne francese, Cabral chiude i conti nel finale
    Dal nostro inviato Giulio Saetta

    31 ottobre - MILANO
    La Salernitana batte 4-0 la Samp e si qualifica per gli ottavi dove affronterà la Juve. Inzaghi ritrova il suo grande amico Pirlo, con il quale ha vinto due finali di Champions, e porta a tre la serie positiva su altrettanti confronti dopo aver vinto e pareggiato nel campionato 2020-21 quando era allenatore del Benevento e Pirlo della Juve. Ampio turnover per i due campioni del mondo che scelgono il secondo portiere (Costil e Ravaglia), la difesa a quattro e un attacco completamente rivoluzionato rispetto alle gerarchie del campionato: la Salernitana piazza Tachouna e Botheim a fianco del nigeriano Ikwuemesi; la Samp invece con un trequartista, Askildsen, dietro il tandem La Gumina-De Luca.

    DOPPIETTA DEI MILLENNIALS—
    Parte forte la Salernitana che nei primi 10 minuti schiaccia la Samp nella sua trequarti e va al tiro due volte, all’8’ e al 10’ con Botheim (basso centrale) e Maggiore (palla alta da buona posizione). La Samp alza la testa al 13’ con De Luca, servito a centro area da La Gumina, che si gira bene e trova la deviazione di piede di Costil. La Salernitana passa al 28’ grazie alla prima rete italiana del ventiduenne nigeriano Ikwuemesi che riceve da Legowski spalle alla porta, si gira e calcia. Gonzalez smorza la conclusione che però così beffa Ravaglia. Inzaghi vicino al raddoppio al 35’, prima con un tiro di Botheim sul primo palo deviato in corner da Ravaglia e con lo stesso norvegese piazzato sul secondo palo sull’angolo, che di testa manda a lato. Raddoppio granata nel primo di recupero con Tchaouna, che un minuto prima si era visto annullare un gol per fuorigioco, servito in profondità da Ikwuemesi sulla destra, botta di sinistro imprendibile sul primo palo; anche per il classe 2003 francese si tratta del primo gol in Italia.

    POKER DI INZAGHI— Nella ripresa la Samp riesce a guadagnare una ventina di metri senza impensierire però la difesa di casa. Attorno al 65’ doppio cambio di Inzaghi che sostituisce due terzi dell’attacco inserendo Simy al posto di Ikwuemesi e Cabral per Botheim. Ed è l’unico rimasto in campo del tridente, Tchaouna, che al 67’ porta a tre le reti granata firmando la doppietta dopo un’ottima azione personale iniziata nella sua metà campo, con volata sulla destra, accentramento e sassata di sinistro che si infila bassa sul primo palo. A gara chiusa, quando i tecnici danno spazio ai titolari per mettere qualche minuto nelle gambe in vista delle difficili sfide di campionato, rispettivamente con Napoli e Palermo, arriva la quarta rete dei padroni di casa con Cabral che servito da un tacco di Simy dal limite dall’area, trova il diagonale vincente.
     
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    Moro e Van Hooijdonk: il Bologna regola il Verona e negli ottavi sfiderà l'Inter a San Siro

    Un gol per tempo, anche se a inizio partita è stata la squadra di Baroni ad essere più vivace: la svolta nel primo tempo, dopo un incredibile errore di Cruz che mette sul palo un tiro più facile da segnare che da sbagliare
    31 ottobre - MILANO
    Un gol per tempo e qualificazione agli ottavi per sfidare l'Inter di Lautaro e compagni: il Bologna vince 2-0 e archivia la pratica Verona con Moro (40') e Van Hooijdonk (63'), soffrendo all'inizio il giusto, ma mai dando l'impressione di non avere la testa nel match.

    VANTAGGIO—
    La squadra di Motta (che schiera dal primo minuto Karlsson, poco incisivo) va al riposo in vantaggio di un gol, che arriva al 40' dopo essere andata però vicinissima allo 0-1, perché Cruz al 35' approfitta di un disimpegno errato di Kristiansen che favorisce l'attaccante, bravo a saltare Ravaglia in uscita ma ingenuo nel non tramutare l'occasione in gol, stampando il tiro sul palo pieno. Come spesso accade, dal gol fallito si arriva al gol subito: approfittando di un errore di Coppola, Moro tira un bolide di destro appena dentro l'area che si infila sotto la porta difesa da Perilli. Nei primi 45' all'inizio tanto Verona col solito Lazovic spumeggiante, poco Bologna che però ha il merito di non disunirsi mai, eccetto nell'azione sprecata di Cruz. Due gli ammoniti, Suslov per un duro fallo su Fabbian, e Amione per un fallo su Ndoye.

    RIPARTENZA— Nella ripresa, il 2-0 del 63' chiude di fatto il gioco: tutto nasce da un ripartenza micidiale del Bologna con Ndoye che slalomeggia prima di piazzare il sinistro, molto forte. Perilli respinge corto, praticamente sui piedi di Van Hooijdonk che può così segnare il suo primo gol ufficiale in maglia rossoblù. I restanti minuti sono di pura accademia per il Bologna, Motta fa quattro cambi, al 71' poi Serdar stende Fabbian lanciato verso Perilli. Protesta il Verona, che sostiene come il proprio portiere fosse in vantaggio sul pallone. Non cambia la decisione di Dionisi dopo il check del Var, confermato il secondo giallo e quindi espulsione. Finisce così anche la speranza del Verona di poter riaprire la gara: è 2-0, passa il Bologna.
     
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    Genoa, che fatica: Reggiana rimontata ai supplementari. Gudmundsson gol vale gli ottavi

    Ospiti in vantaggio con Varela, pareggio nella ripresa di Haps, poi all'8' del primo supplementare il gol partita: ora la squadra di Gilardino affronterà la Lazio all'Olimpico

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    Filippo Grimaldi
    1 novembre - GENOVA
    Chi, se non lui? Albert Gudmundsson, al sesto centro stagionale, entra e regala al Genoa (2-1 il finale) nel primo tempo supplementare il pass per gli ottavi di coppa Italia, a Roma contro la Lazio. Sfuma il sogno di Alessandro Nesta, che alla sua Reggiana – fuori con onore dal torneo - aveva chiesto come… regalo una vittoria per andare a sfidare i biancocelesti all’Olimpico. Gli emiliani erano passati per primi in vantaggio con Varela a fine primo tempo, poi il pari di Haps nella ripresa, che aveva riportato la gara in parità.

    AVVIO LENTO—
    Una partita dai due volti. Sino a metà del primo tempo, ritmi bassi e zero occasioni da gol, a parte due conclusioni senza pretese di Crnigoj e Thorsby. Dalla mezz’ora in poi, la squadra di Nesta ha alzato il ritmo e il Genoa è sembrato sorpreso. Così, dopo il colpo di testa di Varela deviato sulla traversa da Leali (ma era fuorigioco), gli emiliani hanno continuato a spingere e al 37’ sono andati vicini al vantaggio ancora con l’attaccante portoghese, servito da Melegoni (Vogliacco in ritardo): Leali ancora una volta decisivo. Pericolo sventato, ma un minuto dopo Nardi sulla corsia di sinistra ha trovato il corridoio giusto in cui si è infilato Varela, che di sinistro ha anticipato Vogliacco piazzando un diagonale che ha battuto Leali sul palo più lontano.

    RISVEGLIO GENOA— Gilardino ha provato a risvegliare i rossoblù lanciando subito nella ripresa Badelj e Frendrup al posto di Thorsby e Kutlu. Un Genoa più aggressivo, che al 4’ con Frendrup ha sfiorato il pari: decisivo Satalino, ma era fuorigioco di Puscas. E proprio l’ingresso del danese ha dato la scossa: Galdames ci ha provato su punizione (attento Satalino), e all’8’ Haps di sinistro dalla distanza ha firmato il pari: splendida la conclusione del mancino rossoblù servito da Puscas. Altri cambi nel Grifone: Dragusin per Bani, fuori per un affaticamento al quadricipite. Rossoblù vicini al vantaggio con Puscas: traversa di testa su cross di Strootman. E’ il miglior momento per il Genoa: sull’azione successiva (21’) Satalino per tre volte nella stessa azione si oppone a Puscas, Badelj e Galdames. Il Genoa schiaccia la Reggiana nella sua metà campo e Gilardino innesta Gudmundsson e Ekuban (fuori Vogliacco e Puscas), Nesta inserisce Cigarini e Girma, ma l’ultima palla-gol prima dei supplementari è di Lanini al 50’: colpo di testa fuori misura.

    IL COLPO DEL K.O.— Nei supplementari l’ex Portanova appena entrato ha calciato alto (4’) fino al gol decisivo (9’) dei padroni di casa. Badelj innesca Gudmundsson in profondità, con il passaggio toccato da Malinovskyi e l’islandese bravo di sinistro ad anticipare Libutti battendo Satalino: è il 2-1 finale. Ultimo brivido nel secondo tempo supplementare: l’ex Portanova va a segno, ma rete annullata. Il suo fuorigioco è millimetrico.
     
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    Sofferenza, troppa sofferenza.
    Però mi piace che proviamo ad onorarla questa manifestazione

    SPOILER (click to view)
    che tanto vincerà l'Inter
     
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    Lecce-Parma, finale thrilling: i pugliesi rimontano da 0-2 poi fanno harakiri. Pecchia trova la Fiorentina

    Gli emiliani, avanti di due gol, si fanno riprendere da Piccoli e Strefezza, poi passano nel recupero. Pongracic condanna D'Aversa prima del rigore di Man che fissa il 2-4 finale
    Dal nostro inviato Nicola Berardino

    1 novembre - LECCE
    Passa il Parma che affronterà la Fiorentina agli ottavi di Coppa Italia. Ma per liberarsi del Lecce la squadra di Pecchia ha dovuto attendere il quarto minuto del recupero finale quando un’autorete di Pongracic ha riportato in vantaggio gli emiliani, che poi hanno chiuso con il quarto gol di Man, su rigore. Nel primo tempo, gialloblù avanti di due gol grazie a Sohm e Bonny. Nella ripresa il Lecce pareggia con i colpi di Piccoli e Strefezza. Sui titoli di coda il ribaltone del Parma in un una gara in cui c’è stato di tutto, anche lo stop dell’arbitro Minelli che si è infortunato dopo 20 minuti ed è stato sostituito dal quarto uomo Feliciani.

    UNO-DUE GIALLOBLÙ—
    D’Aversa inserisce ben otto novità rispetto alla formazione schierata sabato contro il Torino. Al debutto assoluto il portiere Brancolini e il centrocampista Berisha. Prima da titolare in giallorosso da titolare per Piccoli e Sansone. Pecchia, abituato a cambiare partita per partita anche i campionato, modifica la squadra che ha vinto ad Ascoli in cinque ruoli con gli ingressi di Corvi, Coulibaly, Di Chiara, Hainaut e Mihaila. Subito all’attacco il Lecce: al 30”, destro di Sansone a lato. Rischia Brancolini su un’incursione di Benedyczak, libera Touba. Ci prova dai 40 metri Berischa: alto. Emiliani molto aggressivi. E al 9’ vanno in vantaggio: lancio lungo di Corvi, sulla destra Hainaut approfitta di un’indecisione di Gallo e smista per l’accorrente Sohm che con un destro micidiale non dà scampo a Brancolini. Il Lecce si sbraccia per riorganizzarsi, soprattutto in chiave di impostazione. E al 18’ Coulibaly si sgancia in un ripartenza di 70 metri , ma si lascia ipnotizzare da Brancolini al tiro. Sulla ribattuta ci prova Mihaila: botta deviata in angolo. L’arbitro Minelli accusa un problema al tallone destro. Ricorre alle cure dei sanitari. Riprende ma si deve fermare. E dal 24’ viene avvicendato nella direzione della gara dal quarto uomo, Feliciani. Al 28’ il Parma raddoppia una perla di Bonny che calibra un tocco dai limiti dell’area su un pallone ribattuto da Piccoli dopo un corner. Fischi del Via del Mare sui giallorossi. Si scuote la squadra di D’Aversa. Strefezza e Piccoli tentano la via della rete. Al 38’ palo di Sansone: sugli sviluppi dell’azione Piccoli viene atterrato da Hainaut. Feliciani indica il dischetto ma poi va rivedere al Var e fa dietro-front: nessun rigore. Riparte il Lecce. Con maggior intensità nella manovra. Il Parma rallenta il ritmo e controlla potenziando il pressing. Sette minuti di recupero prima dell’intervallo.

    PARMA ALLO SPRINT— Un cambio per parte in avvio di ripresa. Nel Lecce Pongracic rileva Baschirotto, nel Parma Bernabè per Bonny (in prima linea avanza Benedyczak). Al 9’ il Lecce riapre la gara. Sul traversone dalla destra di Strefezza si catapulta Piccoli, che infila Corvi sulla ribattuta dello stesso portiere. Il gol riaccende la squadra di D’Aversa. Doppia sostituzione tra i gialloblù: escono Osorio e Hainaut per Delprato e Man. Al 15’ Piccoli colpisce ancora, ma il gol viene annullato per fuorigioco di Strefezza. Zagaritis sostituisce DI Chiara. Banda entra per Oudin e Almqvist per Sansone. Così D’Aversa passa al 4-2-3-1. Fuori un tentativo di Strefezza. Che al 31’ riporta la gara in parità. Destro liftato del capitano giallorosso sotto la traversa su assist di Banda. Ora il Lecce si sente pronto all’impresa. Gran parata di Corvi su staffilata di Piccoli. Charpentier rileva Benedyczak al 34’: Pecchia opta per il 4-1-4-1. Riprende respiro la manovra del Parma. Capocciata di Piccoli: alta. Rasoiata di Mihaila su punizione: para Brancolini. Dorgu avvicenda Gallo. Cinque minuti di recupero. Buona chance per Banda che però non inquadra la porta. Al 49’ traversone di Man dalla destra, pallone al centro che Pongracic devia in rete per un’amarissima autorete, Parma di nuovo in vantaggio. D’Aversa fa entrare Krstovic per Strefezza. Ma non è finita. Bernabè atterrato in area da Ramadani. Rigore. Di sinistro Man sigla il 4-2 che chiude i conti e porta il Parma agli ottavi di Coppa Italia tra la gioia del presidente Krause in tribuna.
     
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    Frosinone agli ottavi: Toro eliminato, ma quanti errori dell'arbitro!

    I tempi regolamentari finiscono 1-1 grazie alle reti di Ibrahimovic e Zima, ai supplementari segna Reinier ma Fourneau prima assegna e poi toglie un penalty per il fallo (netto) di Monterisi su Seck
    Dal nostro inviato Mario Pagliara

    2 novembre - TORINO
    Ibrahimovic e Reiner spediscono il Frosinone in paradiso e regalano a Di Francesco il biglietto per gli ottavi della Coppa Italia al Maradona in casa del Napoli. Il momentaneo uno a uno di Zima, invece, non serve a Juric che vive una notte di grande delusione: il Toro è già fuori dalla Coppa Italia dopo due tempi supplementari. Pesano tantissimo due gravissimi errori della coppia Fourneau (arbitro in campo) e Abbattista (al Var). Al secondo minuto del primo tempo supplementare Monterisi aggancia nettamente Seck in area. L’arbitro prima concede il rigore poi inspiegabilmente rivede la sua decisione dopo averlo rivisto al monitor. Anche sul primo vantaggio del Frosinone c’è un errore da matita rossa degli arbitri: non vedono il tocco di mano di Mazzitelli che accompagna il pallone verso Ibrahimovic.

    IBRA-GOL—
    In una fredda serata di Coppa Italia, il calcio italiano scopre il piccolo Ibrahimovic. All’anagrafe Arijon, diciotto anni da compiere l’undici dicembre, nessuna parentela con il più famoso Zlatan. Dopo cinque minuti, in coda a un’azione rocambolesca (nella quale vi è un tocco di mano di Mazzitelli non sanzionato da Fourneau), emerge il fiuto del gol del piccolo Ibra nel cuore dell’area di rigore del Torino: il suo piatto è un colpo da biliardo imprendibile per Gemello. Per la promessa del calcio tedesco (origini kosovare, nazionalità tedesca) è la prima rete in Italia da quando il Bayern Monaco lo ha spedito in prestito al Frosinone. A proposito, nella sua giovanissima carriera ha fatto già in tempo ad esordire con il Bayern dei grandi lo scorso anno. Morale: la notte di Coppa parte subito in salita per il Toro.

    ZIMA SPECIAL— Juric imposta il Toro dei migliori e va avanti sulla strada delle due punte (Sanabria-Zapata), alle spalle il centrocampo a cinque nel quale si riprende il posto Tameze dopo un mini-stop causato da un sovraccarico muscolare. In difesa torna Zima, e per lui presto questa diventerà una notte speciale. Di Francesco invece lancia tanti giovani e non rinuncia al suo 4-3-3. Intorno alla mezz’ora i granata si scuotono: Zapata ci prova due volte (la seconda con un apprezzabile tentativo con una bicicletta), anche Sanabria sfiora il pari di testa (a lato). Al minuto 31’ Zima svetta in area sull’angolo battuto da Gineitis e timbra l’1-1. Fa festa nella sua prima partita da titolare della stagione, l’ultima volta nell’undici era stato l’8 gennaio. Curiosità: Zima ha segnato due gol con il Toro, entrambi in un Sedicesimo di Coppa Italia. Lo scorso anno aveva festeggiato contro il Cittadella.

    RIGORE NEGATO— Nel secondo tempo, Juric e Di Francesco ricorrono a fondo ai cambi dalla panchina. Nel Frosinone, ad esempio, entra il talentuoso Soulé, tra i granata si rivede Vlasic da mezzala. E’ il Toro ad avere il pallino del gioco, ma nonostante i buoni spunti di Sanabria e della coppia Pellegri-Karamoh non trova il colpo vincente nei 90’. Al secondo minuto del primo supplementare Monterisi sgambetta chiaramente Seck, Fourneau assegna il rigore in presa diretta. Richiamato da Abbattista al Var, rivede l’azione al monitor e annulla la decisione. La più classica delle beffe si consuma pochi minuti dopo: è l’8’, Kaio Jorge mette Reiner davanti a Gemello per l’1-2 del Frosinone. Al quarto d’ora, la traversa si frappone tra Karamoh e il pareggio. La partita finisce qui.
     
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    Sassuolo, che fatica: batte lo Spezia 5-4 ai rigori e si guadagna l'Atalanta

    Dopo 120 minuti senza reti, la gara viene decisa dai tiri dagli undici metri, dove Moro sbaglia il secondo tiro che alla fine sarà determinante per l'eliminazione
    Dal nostro inviato Matteo Dalla Vite

    2 novembre - REGGIO EMILIA
    È il Sassuolo a prendersi l’Atalanta agli ottavi di Coppa Italia. E lo fa dopo i calci di rigore e dopo l’unica parata della serie, quella di Cragno davanti a Moro. Finisce 5-4 per i neroverdi ma è stata una sudata pazzesca: perché lo Spezia di Alvini ha visto sibilare una marea di tiri (ben 13 fuori dallo specchio da parte dei padroni di casa) ma si è anche fatta onore sfiorando il colpaccio due volte con Kouda. Avanti il Sassuolo, dunque, all’ultimo tuffo: Berardi, Pinamonti, Bajrami, Thorstvedt e Laurientè non hanno fallito. Dionisi, in sostanza, ha avuto bisogno dei suoi titolari nel momento più importante della giornata.

    DOMINIO STERILE—
    Dionisi abbandona inizialmente il 4-2-3-1 per un 4-1-4-1 con Racic solitario davanti alla difesa e Castillejo interno destro nel poker dietro a Mulattieri. Alvini fa giostrare molto i suoi “pasticciando” un sistema che vede sostanzialmente due uomini da creazione (Verde, che pende verso l’allargamento a destra, e Cipot) dietro a Krollis. Proprio Cipot ha l’occasione iniziale dopo 30”: fuga, su servizio di Ekdal, a difesa del Sassuolo altissima, Cragno gli esce sui piedi ma il tiro anticipato va fuori dallo specchio. Spezia intraprendente e che subito dopo ci riprova con Corradini (4’): Cragno c’è. E i neroverdi? Vestono una maglia gialla color evidenziatore e in campo non hanno dei primattori tipo Berardi, Pinamonti o Boloca; però reagiscono cercando l’offensiva con Racic, colpo fra i pali con Zoet che risponde perfettamente. Anche Mulattieri ha la propria occasione: scorre il 26’ e Castillejo si fa dieci metri in mezzo al campo evitando tre uomini, palla in profondità ma tiro a lato del ragazzo cresciuto nelle giovanili di Spezia e Inter. Ancora Sassuolo, poi: Viti in proiezione offensiva, tiro schiacciato da lontano che si perde alla sinistra di Zoet; il portiere dello Spezia poi salvaguarda la porta anche al 33’ su tiro da lontano di Castillejo. È un Sassuolo che fatica a entrare in area: lo Spezia copre bene i pertugi e riparte con Cipot e Verde, mentre gli uomini di Dionisi ci provano sempre ma non trovando appunto la porta anche con Castillejo e Defrel. Il primo tempo se ne va così: il Sassuolo domina ma non fa male.

    COLPI DI KOUDA— L’inizio della ripresa non fa cambiare il copione ma meteorologicamente la pioggia sottile mista a vento continua a imperversare: i tecnici non cambiano uomini e il Sassuolo è sempre avanti. Al 5’ c’è l’occasionissima per Defrel spostato a sinistra dentro l’area piccola: pallone vagante, mio-tuo, e la punta dei neroverdi si fa sporcare una conclusione comodissima da Pietra, in recupero quasi miracoloso. Lo Spezia resiste ma ha solo sprazzi di fase offensiva: in una di questa, minuto 8 st, è sempre Pietra a provarci da fuori su suggerimento di Verde: tiro a lato. Alvini infila Petko e Moro, il Sassuolo ci prova sempre ma nemmeno Volpato (16’ s.t.) prende la porta. Al 18’ Mulattieri ha la botta che pare quella giusta: tiro dentro lo specchio a Zoet non si sorprende, volo a angolo. Ora Verde è passato a sinistra, lo Spezia tenta di tener u palla ma Mulattieri ha ancora la palla del vantaggio: nientr, sottoporta spara a lato al 24’. Alvini infila Kouda e Salvatore Esposito, Dionisi deve chiedere via via una mano ai rinforzi Berardi, Thorstvedt, Laurienté, Pinamonti e Bajrami perché venti secondi prima lo Spezia ha (30’ st) sfiorato davvero il colpaccio con Kouda servito da Moutinho: Cragno si è superato. Non succede la stessa cosa al 40’ s.t.: Kouda perfora il portiere emiliano ma era partito da posizione di fuorigioco, 0-1 annullato. Poi, Kouda – scatenato – ci prova ancora: Cragno ribatte a tre minuti dalla fine del tempo regolamentare.

    ANGOLI E RIGORI— Poi, i supplementari: niente nel primo, ed è chiaro che nel secondo quarto d’ora in più il Sassuolo cerchi Berardi e Bajrami in più, oltre naturalmente al colpo decisivo di Pinamonti che sfiora l’1-0 al 114’ ma Zoet c’è, come poco dopo contro Bajrami. Il Sassuolo continua a concludere ma rimbalza. E a collezionare calci d’angolo (14 a 2) ma lo Spezia resiste. Si va ai rigori: Cragno para la conclusione di Moro, i suoi compagni non falliscono. Sarà Atalanta-Sassuolo.
     
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