Coppa Italia 2023-24

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    Arbitro che se va bene è cretino, altrimenti è in chiara malafede.
    Noi comunque ennesima figura di merda
     
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    Alla Lazio basta Guendouzi per stendere il Genoa: Sarri ai quarti di Coppa Italia aspetta... Mou

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    Il francese ha siglato il gol partita dopo appena 5 minuti con un grande destro dal limite dell'area. Nota negativa l'infortunio di Isaksen. Ora i biancocelesti affronteranno una tra Roma e Cremonese


    La differenza l'hanno fatta le scelte. Lazio-Genoa finisce 1-0 e i biancocelesti si qualificano per il tredicesimo anno di fila ai quarti di finale di Coppa Italia, turno al quale i liguri non accedono invece dal 1991-92. Decide il gol di Guendouzi, arrivato già al 5'. Sarri ha mandato in campo una squadra semi-titolare, Gilardino ha invece dato spazio a chi fino adesso ha giocato meno, schierando però in attacco Retegui, recentemente recuperato dopo i problemi fisici che lo hanno limitato negli ultimi due mesi. Ai quarti la Lazio sfiderà la vincente di Roma-Cremonese, in programma il 3 gennaio.

    LA PARTITA—
    La Lazio parte forte e si porta in vantaggio al primo affondo: al 5' è bravo Pellegrini ad anticipare Hefti sulla trequarti campo, raggiungere il fondo e servire Guendouzi a rimorchio. Il francese, di prima, pesca l'angolino dal limite. Per lui è il primo gol con la maglia biancoceleste. I ritmi non sono alti e le occasioni nascono più che altro per errori individuali dei difensori: all'11' è Gila a perdere palla vicino alla propria area di rigore, permettendo a Retegui di calciare in porta (ben posizionato Provedel). Il Genoa sfiora il pareggio al 18', quando Kutlu, sulla destra, raggiunge il fondo e mette il pallone al centro per Retegui che da ottima posizione calcia però alto. Prima dell'infortunio muscolare di Isaksen, ci prova ancora Kutlu, che però non inquadra la porta (25'). I padroni di casa rispondono con Pedro (buono l'intervento di Leali), e con Felipe Anderson (tiro fuori).

    LA RIPRESA— Nemmeno nel secondo tempo si alzano i ritmi: dopo un intervento sbagliato di Gila è Retegui a ritrovarsi in ottima posizione, venendo però chiuso al momento del tiro dal difensore spagnolo, bravo a recuperare. Fiscale ma giusta invece la decisione dell'arbitro Sacchi che, entrato Immobile che si era subito impossessato della fascia da capitano, ha chiesto al centravanti di lasciare il pezzo di stoffa a Pedro che in distinta era stato inserito come vice. Nei minuti finali la Lazio legittima il vantaggio creando due occasioni prima con Felipe (colpo di testa con il quale non inquadra la porta), poi con Immobile (Leali para) e infine con Basic, che calcia debolmente da posizione favorevole. Finisce così, con i biancocelesti che ottengono la tredicesima qualificazione di fila ai quarti, mantenendo la porta inviolata per la sesta partita casalinga consecutiva. Le scelte iniziali dei due tecnici però hanno influito parecchio, con Sarri che ha puntato su una squadra semi-titolare, con Gilardino che ha invece schierato diverse riserve. Pagandone le conseguenze.
     
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    Ok che tanto non vinciamo mai nulla, però imbottire la squadra di riserve non mi sembra un'idea brillante.
    Il tutto finalizzato alla salvezza in campionato.
    Poi ok, Sarri parla di arbitri solo quando gli conviene
     
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    Il Parma si illude, la Fiorentina rimonta e va ai quarti ai rigori. Sfiderà Inter o Bologna

    La capolista di B parte alla grande ma la Viola riesce con fatica a risalire da 0-2 a 2-2 e a passare il turno dal dischetto

    Ilaria Masini
    6 dicembre 2023 - FIRENZE
    Dallo 0-2 del primo tempo al 6-3 dopo i calci di rigore. La Fiorentina accede ai quarti di finale dove sfiderà la vincente fra Inter e Bologna che si affronteranno il 20 dicembre. Una gara incredibile con due gol in due minuti del Parma nel primo tempo e i viola che reagiscono nei minuti finali della ripresa, agguantando il pareggio e quindi i supplementari. E se la squadra di Pecchia poteva dilagare e chiudere la partita già nel primo tempo, grazie alle reti di Bernabé e Bonny, la Fiorentina non si rassegna e arriva al 2-2 con Nzola che accorcia e Sottil che segna dal dischetto al 44’. Il sigillo finale, dopo i supplementari, nella lotteria dei rigori è di Beltran che non sbaglia.

    LE SCELTE—
    Vincenzo Italiano sceglie una formazione iniziale diversa per 8/11 rispetto alla vittoria in campionato contro la Salernitana: Nzola è il centravanti con Brekalo, Barak e Sottil in appoggio. Fabio Pecchia, dall’altra parte, lo supera con 9/11 differenti rispetto all’undici iniziale di Spezia e schiera Bonny come terminale offensivo e dietro a lui Benedyczak, Bernabé e Mihaila (unico confermato insieme a Circati).

    LA PARTITA— Il primo sussulto è al 10’ del primo tempo quando Barak mette al centro un buon pallone per Nzola su cui chiude Osorio. Il Parma invece si rende subito pericoloso con le discese di Benedyczak e con un tiro di Mihaila che, lanciato a rete, alla fine sbaglia il controllo. Il gol del vantaggio degli ospiti arriva al 21’ del primo tempo: in un’unica azione Christensen para su Benedyczak, subito dopo Bonny colpisce il palo e sulla ribattuta Bernabé insacca con un gran sinistro all’incrocio. Appena due minuti dopo è Bonny a trafiggere nuovamente Christensen su assist di Mihaila che approfitta di un errore di Mina. La Fiorentina reagisce al 33’ con una tiro di Sottil che Circati blocca con il braccio. L’arbitro Marinelli fischia il rigore ma, dopo un veloce controllo al Var, l’intervento risulta fuori area. Poco dopo è lo stesso Circati in fase offensiva a impegnare seriamente il portiere viola, bravo ad evitare il terzo gol. In chiusura di tempo Parma scatenato con Bernabé che sfiora il palo.

    CAMBIA TUTTO— Per dare un segnale forte e cercare di rimettere in piedi la partita, nell’intervallo Italiano cambia quattro uomini, inserendo Ranieri per Mina, Infantino per Brekalo, Biraghi per Parisi e Arthur per Mandragora. La reazione viola però è timida con un tiro di Barak e una punizione centrale di Sottil. Pecchia richiama in panchina Hainaut, infortunato, per inserire Del Prato e Charpentier per Bonny. Per i ducali entra anche Man al posto di Benedyczak e fra i viola Beltran al posto di Barak in una sorta di 4-4-2. Spazio infine anche per Begic ed Hernani, subito pericoloso. Ma è la Fiorentina a riaprire i giochi con una splendida rete di Nzola al 38’ servito da Sottil. È qui che si accende in modo definitivo la partita del numero 7 che tenta una conclusione colpita da Osorio con il braccio. Rigore che Sottil insacca. Supplementari: l’occasione migliore del primo tempo supplementare è per Man su cui è ancora pronto Christensen, mentre per i viola da segnalare un colpo di testa di Beltran. Nel secondo ci prova Ranieri e intanto fa il suo ingresso in campo Kouame per Sottil. Il risultato rimane sul 2-2 e spazio ai calci di rigore. Biraghi segna per la Fiorentina, Hernani per il Parma, Kouame fa centro per i viola mentre il tiro di Man finisce sul palo. Milenkovic non sbaglia e subito dopo Camara spara alto. La rete decisiva è di Beltran che chiude i conti in modo definitivo sul 6-3.
     
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    Disastro Napoli, ottavi ancora tabù: umiliato 4-0 dal Frosinone che vola ai quarti

    Barrenechea, Caso, Cheddira e Harroui firmano il trionfo della squadra Di Francesco. Per gli azzurri terza eliminazione di fila agli ottavi del torneo

    Gianluca Monti
    19 dicembre 2023 (modifica alle 23:06) - NAPOLI
    Clamoroso al Maradona: il Frosinone umilia 4-0 il Napoli campione d'Italia e vola ai quarti di Coppa Italia sorprendendo gli azzurri paradossalmente proprio nel momento in cui Mazzarri aveva accantonato il turnover per dare spazio ai vari Lobotka, Di Lorenzo, Kvara e Osimhen. Barrenechea, Caso, Cheddira su rigore e Harroui nel recupero hanno premiato il coraggio di Di Francesco nel cambiare modulo a inizio ripresa dando un assetto più compatto alla sua squadra che nella prima frazione aveva rischiato di andar sotto (gol di Simeone annullato dal Var con feroci polemiche da parte del Napoli). E così gli ottavi di Coppa Italia si rivelano ancora maledetti per il Napoli, che esce per il terzo anno di fila nel torneo, sempre sconfitto in casa: nel 2022 ko 5-2 con la Fiorentina ai supplementari, nella scorsa edizione fuori con la Cremonese ai rigori, quest'anno strapazzato dal Frosinone, come detto.

    OKOLI, CHOLITO E IL VAR—
    Con tanti elementi nuovi in campo insieme per la prima volta (nove i cambi tra i titolari rispetto al Cagliari) la squadra di Mazzarri ha faticato un po' a ritrovarsi (si è fatto vivo solo Lindstrom al 16', respinta di Cerofolini) e il Frosinone si è presentato alla mezz'ora con il torrese Caso, sterzata su Zanoli e destro da buona posizione respinto da Ostigard. Certo, Gollini non si è mai sporcato i guanti ma anche Cerofolini - tranne che per l'intervento su Lindstrom - ha fatto da spettatore fino al clamoroso errore di Okoli che ha regalato a Simeone il pallone dell'uno a zero: un gradito omaggio che il Cholito ha dovuto solo scartare (come ha fatto appunto con il portiere avversario) prima di appoggiare in rete. Tutto invalidato, però, dal Var per via del precedente fallo di mani di Lindstrom che Abisso ha sanzionato dopo essere stato richiamato allo schermo da Di Martino e Paganessi (resta il dubbio sul fatto che il tocco di Okoli potrebbe in realtà aver innescato una nuova azione rispetto a quella "viziata" da Lindstrom). Un episodio che comunque ha svegliato il Napoli, sicuramente più propositivo fino all'intervallo (vedi punizione di Raspadori respinta da Cerofolini).

    MARADONA GELATO— Di Francesco è passato al 3-5-2 ad inizio ripresa inserendo Lirola per Kvernadze ed il solito Caso al 5' ha chiamato Gollini alla prima parata della serata. La partita è salita di intensità già prima degli ingressi di Lobotka e Di Lorenzo (quest'ultimo per Mario Rui che aveva appena scheggiato il palo su punizione dai 18 metri). Il Napoli ha fatto ricorso anchew a Kvara ed Osimhen sin dal 64' ma un minuto dopo il Frosinone è passato con l'argentino Barrenechea su azione d'angolo: spizzata precisa sul secondo palo e Gollini battuto. A tradire Mazzarri dunque sono stati proprio i calibri pesanti con Di Lorenzo che addirittura ha "imitato" Okoli e servito su un piatto d'argento il pallone dello 0-2 a Caso, che tutto solo davanti al portiere non ha sbagliato. Gelli, invece, ha fallito una chance clamorosa a cinque minuti dalla fine quando il Napoli aveva ormai già mollato gli ormeggi tanto che poi lo stesso Gelli è stato atterrato al 90' in area da un irriconoscibile Di Lorenzo e Cheddira (in prestito dal Napoli ai ciociari) ha calato il tris dagli undici metri mentre nel recupero Harroui ha addirittura incartato il poker in contropiede consegnando questa serata alla storia del Frosinone.
     
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    L'Inter crolla ai supplementari: il Bologna vola ai quarti con mago Zirkzee

    Nerazzurri avanti al 92' con Carlos Augusto, poi la rimonta emiliana al 112' con Beukema su incredibile assist di tacco dell'olandese e al 115' con Ndoye: la squadra di Motta passa il turno e si regala la Fiorentina

    Matteo Nava
    Giornalista
    20 dicembre 2023 - MILANO
    Come in campionato, ancora una volta è Joshua Zirkzee a indossare il cilindro e a ribaltare con le sue magie l’Inter al Giuseppe Meazza. Questa volta lo fa nel secondo tempo supplementare, da subentrato, con un doppio assist da prestigiatore che lancia il Bologna ai quarti di finale di Coppa Italia contro la Fiorentina. Al 92’ Carlos Augusto illude San Siro con il colpo di testa del vantaggio, ma tra il 112’ e il 115’ l’olandese cambia le sorti della partita: segnano Sam Beukema e Dan Ndoye, ma è lui a prendersi buona parte dei meriti. Preoccupa Lautaro Martinez: non tanto perché fallisce insolitamente un rigore nel secondo tempo, ma perché dopo un centinaio di minuti di gioco esce dal campo per un affaticamento muscolare.

    TURNOVER? SÌ, GRAZIE—
    Rispetto alla vittoria della scorsa domenica in casa della Lazio, Simone Inzaghi mantiene titolare soltanto chi non può cambiare causa defezioni: il trio difensivo, Matteo Darmian a destra e Lautaro in attacco. Per i restanti sei undicesimi di formazione spazio a chi gioca di meno, tra cui l’ex Marko Arnautovic per la prima volta avversario del Bologna avendo saltato per infortunio l’incrocio di campionato. Nei rossoblù anche Thiago Motta opta per alcune rotazioni, tra cui spicca Giovanni Fabbian – acquistato in estate proprio dai nerazzurri – e il figlio d’arte Sydney Van Hooijdonk, più i 19enni Tommaso Corazza in difesa e Kacper Urbanski come ala sinistra. In panchina, tra gli altri, la minaccia numero uno Joshua Zirkzee.

    LA STRATEGIA PAGA— Memore del 2-2 subito in rimonta in campionato, i padroni di casa approcciano alla partita senza sottovalutare l’avversario e decidono di asfissiare le fonti di gioco bolognesi con un pressing avvolgente già a inizio azione, anche sulle rimesse dal fondo. Il risultato è che gli ospiti sono pericolosi soltanto una volta nei primi 45 minuti – un tacco volante di Fabbian che si avvicina all’incrocio dei pali – e che gli uomini di Motta alternano obbligati e inefficaci lanci lunghi a un giro palla affaticato e talvolta rischiosissimo. Dalla sua, l’Inter si rende pericolosa almeno un paio di volte, ma Ravaglia è sempre attento: all’8’ respinge in tuffo un tentativo da fuori area di Davy Klaassen, al 31’ si distende per evitare il vantaggio di Davide Frattesi, ben inserito su una sgroppata di Carlos Augusto. La difesa bolognese vigila bene sulle due punte nerazzurre, così è proprio l’attitudine offensiva dell’ex Sassuolo a spiccare pericolosamente nel primo tempo: oltre all’occasione sopra citata, la mezzala “svirgola” su corner un pallone golosissimo a pochi passi dal secondo palo e chiede – invano – un rigore per un contatto in area in velocità.

    A TUTTO RAVAGLIA— Il secondo tempo riparte ancora con Frattesi e ancora con un suo impatto mancato con il pallone, questa volta all’interno dell’area. Il Bologna prova a mettere il naso avanti con una girata alle stelle di Urbanski, ma è Arnautovic a divorarsi un gol clamoroso all’altezza dell’area piccola non sfruttando un regalo ospite in fase di costruzione. A togliere le castagne dal fuoco sembra però pensarci un Tommaso Corazza fino a quel momento convincente: tocco di braccio in area e rigore caldeggiato dal Var. Sul dischetto al 65’ ci va Lautaro, che però non riesce a superare l’eroe di serata Ravaglia. È il primo penalty sbagliato dal Toro in stagione, ma l’occasione stimola l’appetito interista con Arnautovic che sfiora immediatamente il palo con un bel destro deviato. Motta prova a dare pepe a una squadra in difficoltà aggiungendo Oussama El Azzouzi per Nikola Moro, ma è Carlos Augusto – di nuovo deviato – a far tremare il Bologna con una strana traiettoria che sfila poco oltre il palo lontano. Inzaghi allora chiama i rinforzi a un quarto d’ora dalla fine: Federico Dimarco, Nicolò Barella e Marcus Thuram, che significa Arnautovic ancora una volta senza gol. Lorenzo De Silvestri e Stefano Sensi sono le successive mosse degli allenatori, seguite da Ndoye e Zirkzee per armare possibili ripartenze bolognesi nell’assalto finale dell’Inter. Ravaglia dice no anche a Dimarco in penetrazione, Sensi calcia alto nel recupero e per il quarto anno di fila l’Inter chiude un ottavo di finale di Coppa Italia ai supplementari.

    MAGO JOSHUA— Con il Meazza che applaude il ritorno in campo di Benjamin Pavard (fuori l’ammonito Yann-Aurel Bisseck), al 92’ è il primo gol interista di Carlos Augusto – di testa su calcio d’angolo – a cambiare l’equilibrio della mezz’ora aggiuntiva di San Siro: il Bologna deve attaccare, ora. L’ingresso di Henrikh Mkhitaryan combacia con un’uscita dolorante di Lautaro che turba i pensieri dei tifosi, poi al 112’ una magata del solito Zirkzee gela un Meazza già brinato per le temperature: il calcio d’angolo sembra destinato a spegnersi sul fondo, ma l’olandese ripesca il pallone dal suo destino e, d’esterno al volo, lo serve a Sam Beukema per il tap-in. Fugato il dubbio della possibile fuoriuscita della palla l’Inter si fionda alla ricerca del gol, ma in ripartenza ancora Zirkzee semina il panico e lancia Ndoye per il sorpasso. Emil Audero si fa superare dallo scavetto in velocità e l’Inter saluta la Coppa Italia per la prima volta nella gestione Inzaghi.
     
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    Juve, l'ansia dura 12': sei schiaffi alla Salernitana, nei quarti c'è il Frosinone

    Un errore di Gatti regala subito il vantaggio a Ikwuemesi, poi segnano Miretti, Cambiaso, Rugani, autorete di Bronn e gran gol per Yildiz e Weah

    Filippo Cornacchia
    Giornalista
    4 gennaio 2024 - TORINO
    La Juventus supera di slancio gli ottavi di Coppa Italia segnando sei gol alla Salernitana. Dopo il fulmineo vantaggio della squadra di Pippo Inzaghi con Ikwuemesi, inizia lo show dei bianconeri e della stellina Yildiz. Prima Miretti e Cambiaso ribaltano la partita, poi nella ripresa la Signora dilaga con le reti di Rugani, l’autorete di Bronn, una nuova magia del turco e la prima rete juventina di Timothy Weah. Giovedì prossimo la squadra di Allegri ospiterà il Frosinone nei quarti. Ma prima c’è il campionato: e domenica sarà di nuovo Salernitana-Juve, ma stavolta all’Arechi.

    CHIESA-CAMBIASO—
    L’incubo dell’Allianz Stadium di rivivere un po’ quello che è successo al Napoli, eliminato negli ottavi al Maradona dal Frosinone, rientra quasi immediatamente dopo il gol di Ikwuemesi in avvio. Merito di un Chiesa elettrico e di un Andrea Cambiaso super ispirato. La Juventus, incassato il colpo, alza i giri del motore e inizia a farsi pericolosa dalla parte di Fiorillo. In meno di un quarto d’ora arriva il pareggio di Miretti (assist di Cambiaso, azione avviata da Chiesa) e dopo la mezzora è già avanti. Stavolta Chiesa calcia l’angolo, Danilo spizza di testa e Cambiaso di sinistro al volo non lascia scampo a Fiorillo. Prima dell’uno-due Miretti-Cambiaso, i bianconeri si vedono annullare un rigore dalla Var (il fallo di Sambia su Gatti è giudicato appena fuori dall’area). E in seguito il solito Chiesa (tiro dalla distanza), Miretti e Milik (conclusione da trequarti campo) rischiano di chiudere la pratica già nel primo tempo.

    YILDIZ SHOW— Appuntamento rimandato solo di qualche minuto. La Juventus, dopo l’intervallo, riprende la partita dove l’aveva interrotta e l’ottavo di Coppa Italia va in discesa in meno di dieci minuti. È sempre Chiesa ad avviare l’azione, ma stavolta la testa la mette Milik e il tocco vincente nell’area piccola è di Rugani. Un gol decisivo per la qualificazione ai quarti (la prossima settimana c’è il Frosinone) e importante anche per iniziare a risparmiare energie e uomini in vista del bis di domenica sempre con la Salernitana, ma all’Arechi e in campionato. Allegri esenta Chiesa dall’ultima mezzora e tutto lo Stadium si alza in piedi per applaudire l’uscita dal campo dell’azzurro. Al posto del figlio d’arte entra il gioiellino Yildiz, che in pochi minuti propizia l’autorete di Bronn e poi segna il 5-1 con un’altra magia. Nel finale c’è spazio per l’esordio di Nonge, altro 2005 lanciato dalla Next Gen, e per il primo gol juventino di Timothy Weah con un bellissimo tiro dalla distanza.
     
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    Risultato un po' esagerato, speriamo di esserci tenuti del gol per partite più importanti :D
    Chiesa e Yildiz molto bene, come male Milik e Iling ieri sera. Bisogna capire se è solo questione di stato di forma o di motivazioni.
     
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    La Fiorentina batte il Bologna ai rigori: ora la semifinale con la vincente di Milan-Atalanta

    Tre pali colpiti dai rossoblù, occasioni sprecate dalla Viola nel finale. Ma dopo lo 0-0 dei tempi regolamentari i quarti di finale si decidono con i penalty e sorridono alla squadra di Italiano: 5-4 con errore decisivo di Posch

    Ilaria Masini
    9 gennaio 2024- FIRENZE
    Vince la Fiorentina per 5-4 ai calci di rigore con l’ultimo penalty insaccato da Maxime Lopez, mentre per il Bologna a sbagliare è Posch. Festeggiano così i viola dopo una partita infinita in cui, fra tempi regolamenatri e supplementari, le reti sono rimaste inviolate. Al Bologna rimangono una traversa, due pali e tanti rimpianti. La Fiorentina invece vola in semifinale dove, ad aprile, affronterà la vincente fra Milan e Atalanta.

    SORPRESE E CONFERME—
    Vincenzo Italiano lascia inizialmente in panchina Bonaventura e Arthur e rivoluziona la formazione a cominciare dal modulo: un 3-4-1-2 con Barak sulla trequarti dietro a Ikoné e Beltran. Thiago Motta conferma le attese con Orsolini, Ferguson e Saelemaekers alle spalle Zirkzee.
    UNA TRAVERSA, SENZA GOL— Il primo tiro è di Saelemaekers al 3’ con Christensen che respinge senza trattenere. Il ritmo è intenso ma per vedere la prima vera occasione è necessario aspettare fino al 18’ quando Kayode costringe Skorupski a deviare sopra la traversa. La Fiorentina aumenta la pressione ma Beltran pecca in precisione e Ikoné viene fermato in area da Lucumì. Cresce il Bologna e al 28’ Ferguson regala un bel pallone a Zirkzee che non aggancia. L’attaccante rossoblu è invece pericoloso al 34’ quando arriva al tiro, su servizio di Orsolini, e scheggia la traversa. È la miglior occasione della prima frazione.

    MEGLIO IL BOLOGNA— Il secondo tempo si apre con un palo di Orsolini al 5’ e non è l’unico brivido per i viola che da quella parte soffrono le incursioni avversarie. Al 15’ arrivano le prime sostituzioni per Italiano: Bonaventura per Barak e Nzola per Ikoné. L’angolano si fa anticipare subito da Skorupski su filtrante di un vivace Beltran. Al 27’ la Fiorentina cambia ancora con l’ingresso di Mandragora e Parisi al posto di Duncan e Biraghi. Il quinto cambio invece è obbligato perché Beltran è costretto a uscire per problemi al setto nasale, a causa di uno scontro di gioco con Lucumì. Al 32’ entra quindi Arthur che si posiziona dietro a Nzola e Bonaventura più avanzati. Thiago Motta, soddisfatto del suo Bologna, rimane con l’undici inziale fino al 42’ quando inserisce Moro per Aebischer e Calfiori per Lucumì. La migliore occasione della Fiorentina arriva a tempo scaduto con un colpo di testa di Quarta su cui salva Skorupski. Dopo 4’ di recupero il risultato rimane sullo 0-0 e si va ai supplementari.

    EXTRATIME -— Zirkzee, servito da Saelemaekers, fa tremare subito il Franchi: Christensen respinge d’istinto sul palo e il pallone finisce in angolo. I viola reagiscono con Quarta che di sinistro, smarcato da Nzola, va alla conclusione che non impensierisce Skorupski. Anche il primo tempo supplementare finisce a reti inviolate, così come il secondo in cui c’è ancora tempo per una conclusione di testa (completamente fuori misura) di Kayode e dall’altra parte Christensen è pronto su Orsolini. Intanto Italiano richiama Quarta per inserire Mina. Servono i rigori.

    RIGORI— Il primo a presentarsi sul dischetto è Ferguson che spiazza Christensen. Tocca a Mandragora che di potenza non sbaglia. Zirkzee insacca così come Arthur. Orsolini fa centro e pure Milenkovic. Calafiori è preciso per il Bologna ma Mina pareggia di nuovo i conti. Per il quinto rigore si presenta Posch che spara alto mentre Maxime Lopez fa esplodere il Franchi e regala la semifinale alla Fiorentina.
     
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    Derby-battaglia, estasi Lazio. Rissa finale e tre espulsi, Sarri è in semifinale di Coppa Italia

    Roma eliminata: decisivo un rigore di Zaccagni a inizio secondo tempo per fallo di Huijsen su Guendouzi, assegnato dalla var. Espulsi Pedro, Azmoun e Mancini

    Andrea Pugliese
    Giornalista
    10 gennaio 2024 - ROMA
    ROME, ITALY - JANUARY 10: Mattia Zaccagni of SS Lazio celebrates scoring his team's first goal during the Coppa Italia match between SS Lazio and AS Roma at Stadio Olimpico on January 10, 2024 in Rome, Italy. (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)
    Ancora un successo della Lazio, ancora la Coppa Italia maledetta per la Roma. Dopo gli ultimi successi nella finale del 2013 e nella semifinale del 2017, i biancocelesti si aggiudicano anche questo quarto di finale, andandosi ora a giocare la semifinale contro la vincente tra Juventus e Frosinone. A decidere il derby è stato un rigore di Zaccagni su un’ingenuità di Huijsen, ma a conti fatti la Lazio ha meritato la vittoria finale, quantomeno per averci provato con più coraggio della Roma.

    ZERO EMOZIONI ALL'INIZIO—
    Le prime sorprese arrivano in porta, con Mou che accantona il numero uno di coppa (Svilar) per dare spazio a Rui Patricio, e Sarri che vista l’indisponibilità di Provedel decide di affidarsi al terzo portiere, Mandas, e non a Sepe. Ma le sorprese vere si fermano qui, perché poi per tutti i primi 45 minuti di gioco non arriva un tiro in porta vero e proprio. La Lazio in realtà 2-3 volte ci prova anche a colpire, ma c’è sempre l’opposizione di uno stoico Mancini sui tentativi dei vari Castellanos, Lazzari e Guendouzi. Il duello tra il difensore giallorosso e Castellanos, poi, è subito ruvido, esattamente come quello tra Kristensen e Zaccagni. Dall’altra parte, invece, Dybala prova spesso a fare da “link” tra il resto della squadra e Lukaku, ma di occasioni vere e proprie per distendersi e far male non ce ne sono. Huijsen stavolta è meno pulito in costruzione rispetto alla sfida con l’Atalanta e Paredes non trova mai la verticalità. Sarri invece ha il problema che Felipe Anderson non gira come vorrebbe, proprio lui che gioca ininterrottamente con il Comandante da ben 124 partite. Così ne viene fuori un primo tempo a tratti malinconico, seppur sempre ad alta tensione.

    DERBY DECISO DA ZACCAGNI— A inizio ripresa, invece, succede di tutto. Dybala resta negli spogliatoi per un problema fisico, Rui Patricio deve superarsi su Zaccagni di testa e sul successivo angolo Huijsen scalcia Castellanos: rigore di Zaccagni (che esulta polemicamente sotto la Sud) e vantaggio biancoceleste. Il gol è una vitamina infinita per la Lazio, che trova subito energie extra e sfiora il raddoppio due volte, sempre con Vecino. E allora Mou corre ai ripari, butta dentro Spinazzola e Azmoun e passa al 3-4-1-2, per avere maggiore trazione offensiva. Sarri risponde con Luca Pellegrini, Rovella e Pedro tutti insieme. Così mentre in casa giallorossa c’è tanta confusione, in quella biancoceleste matura pian piano di avere in mano la partita. Anche perché davanti Lukaku, Azmoun e Pellegrini sbagliano un po’ tutti i palloni e di pericoli per Mandas neanche con il binocolo. Entrano anche El Shaarawy (con Bove colpito da una bottiglietta mentre lascia il campo) e Isaksen, poi pure Belotti, con la Roma che cambia ancora e passa al 4-2-4, giocandosi il tutto per tutto. La palla del 2-0 ce l’ha però subito Pedro, mentre il primo sussulto giallorosso arriva a 3’ dalla fine, con Mandas che si supera su Belotti. Finisce con un paio di risse, i rossi a Pedro, Azmoun e Mancini e il trionfo della Lazio.
     
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    L'Atalanta sbanca San Siro e vola in semifinale: Milan fuori dalla Coppa Italia

    Rossoneri in vantaggio alla fine del primo tempo con Leao e ripresi immediatamente da Koopmeiners, che nella ripresa firma anche il rigore della vittoria. I nerazzurri troveranno la Fiorentina. Espulso Gasperini

    Francesco Pietrella
    10 gennaio 2024 - MILANO
    Due affondi per restare a guardia di una Dea ambiziosa e sognante. L’Atalanta passa 2-1 a San Siro contro il Milan e ringrazia Koopmeiners, che rifila due schiaffi a Maignan e manda i bergamaschi in semifinale di Coppa Italia. Gasperini, espulso per proteste nel primo tempo, sorride in tribuna a testa alta, mentre Pioli esce tra i rimpianti. Il gol di Leao scalda sessantamila tifosi infreddoliti, ma l'olandese fa calare di nuovo il gelo. L’Atalanta sfiderà la Fiorentina ad aprile.

    SCELTE—
    Il Milan vara un 3-4-2-1 con ali larghe e fantasisti stretti. Musah e Jimenez, di nuovo titolare dopo la bella prova contro il Cagliari, presidiano le fasce lasciando spazio al centro a Pulisic e a Leao, più vicini a Jovic e liberi di svariare a tutto campo (soprattutto lo statunitense). In difesa gioca Gabbia. L’Atalanta, invece, si affida a un tandem di leggerezza e fantasia, con Miranchuk e De Ketelaere davanti a Koopmeiners. Per il belga è la prima a San Siro dopo l’arrivederci in estate e la prova a Bergamo di un mese fa. Regia nei piedi di Ederson.

    UNO-DUE KOOP— La fase di studio dura un quarto d’ora. Il Milan tiene le redini del gioco, l’Atalanta tiene botta. La chiave di volta per scardinare con forza la fase di stallo è la fascia sinistra: Jimenez e Leao da un lato, con l’aggiunta di Theo - schierato di nuovo in mezzo, libero di costruire e salire -, Holm e Miranchuk dall’altro. Parte tutto da lì. Al 15’ Pulisic smorza col sinistro una palla d’oro servita da Hernandez, mentre alla mezz’ora Holm spara altissimo un bel cross di CDK. Qui la tirata d’orecchie andrebbe fatta a Leao, reo di non aver scalato in marcatura. La prima mezz’ora del portoghese, infatti, è il solito “vorrei, ma non riesco”, anche perché al centro gli spazi sono pochi. Si farà perdonare. Al 36’ Pioli e Gasperini perdono Gabbia e De Roon a causa di un “testa contro testa” in area (dentro Kjaer e Pasalic). L’allenatore della Dea chiede a gran voce il rigore e si becca due gialli in venti secondi, uscendo tra i fischi di San Siro. A questo punto le squadre si svegliano: Leao punge col piattone destro sfruttando una sovrapposizione di Theo (45’), che quando parte da dietro è sfrutta di più la sua capacità di prendersi lo spazio. L’1-0 dura poco, però: la Dea trova il pari con il destro di Koopmeiners, pescato da Holm sulla destra (46’). Non bene Jimenez qui. Lo spagnolo perde il duello di fisico con lo svedese e lo lascia andare. Il fine primo tempo si chiude con un salvataggio di Calabria in spaccata su Koopmeiners. Vale come un gol.

    ATALANTA AVANTI— La ripresa si apre con il caos. L’ordine sparisce, le squadre si spezzano e il festival delle ripartenze inizia al 46’: sinistro di Koopmeiners deviato da Maignan. Gasp, imbacuccato in tribuna, detta l’ordine ai suoi: attaccare a destra. Lì il Milan soffre parecchio, e infatti Jimenez causa il calcio di rigore al 58’. L’intervento su Miranchuk è netto, il check del Var conferma e Koopmeiners spiazza Maignan per la doppietta. A questo punto Pioli rileva lo spagnolo - stasera in difficoltà - e regala l’esordio a Terracciano, ma le chance migliori sono della Dea: sinistro a giro di Miranchuk a lato di uno spiffero (65’), destro rasoterra di Ederson a un centimetro dal palo (69’). Il Milan alza la testa con un gancio sinistro di Pulisic, ma Carnesecchi devia in angolo (71’). L’assedio produce poco: un paio di sgasate di Leao senza successo, qualche tiro da fuori e un sinistro altissimo di Theo da ottima posizione (85’). L'occasione migliore. La gara si chiude con l’ennesima chiusura di Holm, il migliore insieme a Koopmeiners, la parata di Carnesecchi su Musah (88’) e le proteste rossonere per un presunto mani di Holm in area, che viene "disinnescato" dopo controllo Var. Milan fuori ai quarti, mentre l’Atalanta torna tra le prime quattro dopo tre anni. Nel 2019 e nel 2021 ha perso in finale. Gasp vuole spezzare l’incantesimo.
     
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    Milik, è una serata pazzesca: tripletta al Frosinone e una bella Juve vola in semifinale

    L'attaccante polacco segna tre gol, poker di Yildiz e tutto facile per la Signora. Ad aprile la doppia sfida con la Lazio per la finalissima
    Filippo Cornacchia
    Giornalista
    11 gennaio 2024 - TORINO
    Un’altra goleada di Coppa Italia: dopo i 6 gol alla Salernitana (ottavi) di una settimana fa, quattro al Frosinone nei quarti. La Juventus vola in semifinale contro la Lazio spinta dalla tripletta di Milik e da una nuova magia di Yildiz. Festa perfetta per le 400 panchine di Massimiliano Allegri con la Signora e nuova iniezione di fiducia per la corsa scudetto con l’Inter. Un tempo per sistemare la pratica qualificazione (già 2-0 dopo 38’) e un altro per sfruttare i cambi e risparmiare energie in vista del match di campionato di martedì contro il Sassuolo. Al Frosinone, già sotto dopo dieci minuti, resta l’orgoglio di essere arrivato fino ai quarti grazie alla clamorosa vittoria negli ottavi in casa del Napoli.

    TRIS MILIK—
    Allegri parte con la coppia d’attacco Yildiz-Milik e Di Francesco risponde con Ibrahimovic-Harroui a rimorchio di Kaio Jorge, il brasiliano in prestito dalla Juventus. Partita subito in discesa per i bianconeri che, nonostante un Frosinone volitivo, archiviano la pratica quarti di finale in meno di un tempo grazie al ritrovato Arek Milik. Il polacco si prende in campo – e con i gol – il ruolo di “Mr Coppa”. In avvio è glaciale dal dischetto, realizzando il calcio di rigore procurato da Fabio Miretti (fallo dell’ex Lirola, troppo irruento). E poi, sul finire del primo tempo, sempre Milik chiude virtualmente la partita con una bellissima rete. Assist millimetrico di McKennie, stop di petto e sinistro preciso dell’ex Napoli da pochi passi. A inizio ripresa il tris: Locatelli sfrutta un pasticcio del Frosinone nella costruzione dal basso e Milik fa 3-0 con una sorta di rigore in movimento. Tre gol, più di quelli che il numero 14 aveva segnato nell’intera stagione. E sarebbero potuti essere quattro, visto che in seguito una rete gli viene annullata dopo il controllo al Var. Un tris liberatorio, per Arek, che non esultava da quasi 100 giorni (derby contro il Torino del 7 ottobre). Tutti contenti: Milik, i compagni, Allegri e i tifosi della Juventus, che nella ripresa si sono alzati in piedi ad applaudire l’uscita dal campo del polacco. Il Frosinone, nonostante tutto, non ha rinunciato a giocare. Nel primo tempo Ibrahimovic, prima di lasciare il posto a Soulé – il gioiellino in prestito dalla Juventus - ha provato a rimettere in partita i suoi con un paio di conclusioni dal limite.

    ANCORA YILDIZ— Quando finisce lo show di Milik, inizia quello di Yildiz, al terzo gol tra campionato e Coppa Italia (2) in meno di un mese. Il 18enne turco, già frizzante nel primo tempo, nella ripresa scalda i tifosi della Juventus con una nuova magia delle sue, forse la più bella di quelli viste finora: tiro al volo in corsa, sempre su assist di McKennie, sul quale Cerofolini non può nulla. Giocata che vale a Kenan la standing ovation finale dell’Allianz Stadium.
     
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    Milik che fa una tripletta...secondo me verrà messo fuori rosa dal mister :hihi:
     
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    Riecco la vera Juve: Chiesa e Vlahovic stendono la Lazio, Allegri ha un piede in finale

    Nell'andata della semifinale di Coppa Italia, decidono i due attaccanti nella ripresa. Ospiti quasi mai pericolosi. Ritorno all'Olimpico il 23 aprile

    Dal nostro inviato Stefano Cieri
    2 aprile 2024 - MILANO
    Nella serata più delicata la Juve si ritrova. Torna al successo (che mancava dal 25 febbraio, 3-2 al Frosinone) e con un confortante 2-0 si aggiudica il primo round della semifinale di Coppa Italia sulla Lazio, avvicinando sensibilmente la finale del 15 maggio all’Olimpico. La decidono, non a caso, i due uomini-gol più importanti di Allegri, Chiesa e Vlahovic. Che, dopo un primo tempo in cui gioca meglio la Lazio, ribaltano la situazione e portano la formazione bianconera oltre le sabbie mobili in cui si era cacciata nelle ultime settimane. Per Tudor, alla seconda sulla panchina della Lazio, arriva una doccia gelata dopo il successo all’esordio sulla stessa Juve. Ma nel primo tempo la squadra biancoceleste non è affatto dispiaciuta, salvo poi mollare toppo presto nella ripresa.

    RIGORE DATO E TOLTO—
    Il primo tempo si chiude sullo 0-0 con una partita che ricalca molto da vicino quella di sabato in campionato, anche se tanto Allegri quanto Tudor cambiano mezza squadra rispetto al match dell’Olimpico (cinque le novità per parte: Perin, Gatti, McKennie, Kostic e Vlahovic tra i bianconeri; Patric, Guendouzi, Vecino, Luis Alberto e Immobile tra i biancocelesti; diventeranno sei dopo dieci minuti perché Zaccagni, toccato duro da Gatti, è costretto a uscire e lasciare il posto a Isaksen). Interpreti diversi, stesso modulo per la Lazio (3-4-2-1, mentre Allegri torna al 3-5-2), ma identico copione. La Lazio prova a fare la partita, la Juve resta molto bassa, pronta però a colpire con le ripartenze. La squadra di Tudor è molto aggressiva e, in fase di possesso, gioca anche piuttosto alta. Ma mentre nel match di campionato, era riuscita pure a rendersi spesso pericolosa ben prina del gol finale di Marusic, allo Stadium fa bene fino ai 16 metri, ma conclude poco. Il primo e unico tiro in porta dei biancocelesti nella prima frazione arriva al 40’, ma è comunque una palla-gol importante. Perché sul cross di Patric Luis Alberto inventa un colpo di testa calibrato che scavalca Perin e si stampa sulla traversa. La Juve rischia solo in questa occasione, ma il suo pubblico (che spesso rumoreggia) pretenderebbe un atteggiamento più propositivo. L’episodio che potrebbe cambiare la gara (in generale e in particolare quella della Juve) arriva dopo 12 minuti quando in una delle prime sortite bianconere nella metà campo avversaria l’arbitro Massa fischia un rigore per i bianconeri. E’ netto (Vecino, nel calciare, non si accorge dell’arrivo alle sue spalle di Cambiaso e lo colpisce in pieno). Ma il var fa cambiare la decisione dell’arbitro perché nella sua interpretazione - prima dell’impatto - lo stesso Cambiaso è in fuorigioco sulla spizzata di Vlahovic (diretta a lui, ma intercettata da Patric). Il secondo e ultimo squillo dei padroni di casa nel primo tempo arriva a pochi minuti dall’intervallo con un tiro da fuori di Rabiot che Mandas blocca senza problemi.

    SCATTO JUVE— L’occasione di Rabiot poco prima del 45’ è comunque l’antipasto di quello che succederà nella ripresa. La Lazio, dopo il buon primo tempo, non si ritrova. Perde le distanze, non riesce più a restare compatta e concede il centrocampo alla Juve. Che però se lo va a prendere con un atteggiamento più propositivo e grazie anche alla crescita de singoli (in particolare Rabiot). Il gol che sblocca la partita, già al 50’, è il manifesto di questo cambio di spartito. La Juve esce velocemente dall’area, eludendo il pressing tardivo di Luis Alberto e Felipe Anderson, così Cambiaso ha tutto il tempo di trovare il corridoio giusto per Chiesa che si infila tra Casale (subentrato a Patric) e Romagnoli e fredda Mandas. La Lazio prova a riorganizzarsi, ma ormai il vento della partita è cambiato. E per la Juve, al 64’, arriva anche il raddoppio. Lo realizza Vlahovic su imbeccata di Rabiot in un’azione non molto diversa da quella dell’1-0, con una difesa della Lazio messa decisamente male, anche perché il centrocampo non è più il muro del primo tempo. La Juve, a questo punto padrona del campo, insiste e cerca anche il terzo gol. Ma negli uomini di Allegri prevale comunque il sano realismo di mettere in cassaforte il 2-0. Impresa nella quale riescono senza problemi perché la Lazio, nonostante i cambi di Tudor (entrano Castellanos, Kamada e Hysaj), non rientra in partita. Le sostituzioni di Allegri sono invece conservative e servono appunto a congelare il 2-0 (dopo Weah e Yildiz entrano nel finale Kean, Alex Sandro e Alcaraz).
     
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    Pronto riscatto contro la Lazio.
    A meno di catastrofi siamo in finale e supercoppa italiana.
    Sono combattuto tra sperare di portare a casa un trofeo e sapere che ciò comporterà la conferma di Allegri.
     
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