Europa League 2023-24

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    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

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    Atalanta, solo una formalità: 4-0 al Rakow, doppietta di super Muriel e squillo di De Ketelaere

    Serata facile per Gasperini, già sicuro del primo posto. Si divertono i baby Del Lungo e Bonfanti, quest'ultimo anche a segno. Il colombiano sfiora il terzo gol ancora di tacco: stavolta è il palo a fermarlo. È comunque diventato il miglior marcatore all-time della storia europea dell'Atalanta con 12 reti

    14 dicembre 2023 (modifica il 15 dicembre 2023 | 00:16) - MILANO
    Finisce 4-0, con due gol per tempo. Senza alcuna discussione. L'Atalanta batte il Rakow in trasferta e lo fa con autorità, trovando anche il modo di poter scoprire interessanti novità. Gasperini schiera dal primo minuto i ventenni Del Lungo e Bonfanti, quest'ultimo anche in gol. Il colombiano sfiora il terzo gol ancora di tacco: stavolta è il palo pieno a fermarlo. La Dea chiude al primo posto il suo girone.

    SOLO GIOIE— Dopo 26' minuti la Dea è già avanti 2-0: sblocca la serata Muriel al 14', raddoppia Bonfanti, classe 2003, al 26'. Il dominio è totale, i polacchi cercano anche diverse conclusioni, ma tutte senza fortuna. Al rientro dopo il riposo, la musica non cambia. Muriel firma il tris al 79' (e nel primo tempo sbatte sul palo un altro tiro di tacco), il poker è di De Ketelaere nei minuti di recupero. Per Gasperini, sempre nel finale, c'è il tempo di far esordire Palestra e Mendicino. Alla fine, il tabellino del girone di Europa League indica quattro vittorie, due pareggi per 14 punti totali. Muriel invece con la doppia marcatura di questa sera, é diventato il miglior marcatore all-time della storia europea dell'Atalanta con 12 reti. Finisce, invece, l'avventura europea dei polacchi, che concludono all'ultimo posto, perdendo così l'occasione di superare lo Sturm e centrare la qualificazione ai playoff di Conference League.
     
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    Roma, pari d'oro col Feyenoord: Lukaku firma l'1-1, si deciderà tutto all'Olimpico

    Playoff di Europa League: traversa di Paredes, poi il vantaggio di Paixao. Nella ripresa ci pensa Big Rom, i giallorossi a tratti dominano col palleggio però soffrono nel finale (palo olandese). Ritorno giovedì 22

    15 febbraio - 20:45 - MILANO
    Comincia col piede giusto il playoff di Europa League della Roma. A Rotterdam, in casa del Feyenoord finisce 1-1 ed è un pari che va pure stretto ai giallorossi, a tratti dominanti col palleggio. Nel primo tempo Pellegrini e Zalewski potrebbero sbloccarla, Paredes coglie una gran traversa ma a passare sono gli olandesi, nel recupero, con un colpo di testa di Paixão, complice anche una dormita difensiva. Nella ripresa la Roma non perde mai la propria vocazione al gioco e pareggia al 67' con una torsione di testa di Lukaku, bravo ad anticipare il difensore su cross di Spinazzola. Sofferenza finale con gli olandesi che prendono anche un palo.
     
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    È un Milan da sballo: 3-0 al Rennes e ottavi di Europa League in tasca

    A segno Loftus-Cheek (doppietta) e Leao, protagonista di una grande azione. Il ritorno la prossima settimana, qualificazione ormai a un passo

    Marco Pasotto
    15 febbraio 2024- MILANO
    Hanno (stra)vinto i rossoneri. Già, ma quali? Be’, quelli giusti. Il Milan si sbarazza del Rennes con una facilità su cui nessuno in vigilia – osservando il recente cammino dei francesi – avrebbe scommesso un euro e si prepara a un match di ritorno da giocare con grande comodità.
    Nulla ancora di scolpito nella pietra, ci mancherebbe. Ma, insomma, la strada è decisamente in discesa e senza curve. Per il Meazza rossonero è stato un felice prolungamento di San Valentino: difficile non innamorarsi, per esempio, del terzo gol firmato da Leao. Un’azione bellissima, come d’altra parte sta capitando spesso al Diavolo negli ultimi due mesi. Bravi i singoli – su tutti Loftus-Cheek, autore di una doppietta, e ovviamente Rafa –, brava la difesa (seconda gara di fila con la porta inviolata) e bravo Pioli, che ha incartato tatticamente alla perfezione gli avversari, stoppando ai rossoneri di Francia un super filotto di otto vittorie consecutive. Percorso che a Milanello non faceva dormire sonni troppo sereni. Evidente, comunque, il divario tecnico fra le due squadre.

    LE SCELTE— Che Pioli abbia preso molto sul serio competizione e avversario è chiaro dalla scelta del suo undici. Niente turnover e due differenze rispetto all’ultima uscita in campionato, però entrambe nel medesimo reparto: il rientro dell’irrinunciabile Reijnders e il ricorso a Musah, preferito probabilmente per l’effervescenza atletica, hanno spedito in panca Bennacer e Adli. In difesa confermate le buone sensazioni della vigilia: Kjaer regolarmente al suo posto accanto a Gabbia, con Hernandez sui suoi territori mancini. Conferme anche in casa francese: Stéphan ha disegnato il consueto 4-4-2 affidando l’attacco a Kalimuendo (scuola Psg) e Terrier.

    LA MOSSA VINCENTE— Il tecnico francese si attendeva un Milan in pressione immediata e così è stato. Il Diavolo ha aperto subito il gas e, a parte un paio di momenti in cui ha pasticciato un po’, si è installato nella metà campo altrui per tutto il primo tempo. Merito soprattutto dell’accorgimento tattico elaborato da Pioli. E cioè non il consueto 4-2-3-1, ma un 4-3-3 molto particolare. Ovvero con Reijnders rigorosamente bloccato basso davanti alla difesa e con Musah mezzala sinistra e Loftus-Cheek a destra, entrambi parecchio alti e a volte parecchio larghi. Sulla linea della trequarti, qualche metro dietro il tridente. Per dirla in un modo poco ortodosso, una sorta di 4-1-2-3. Una mossa che ha prodotto con successo un triplice effetto: ha tenuto per forza di cose basso il Rennes, ha bloccato la maggior parte delle sue fonti di gioco e in certe situazioni ha costretto i loro terzini ad occuparsi dei due rossoneri “galleggianti” fra i reparti, lasciando metri liberi alle incursioni di Hernandez e soprattutto di Florenzi. Mosse tattiche a parte, va detto anche che il Rennes è apparso in deficit tecnico in più di un’occasione. Controlli rivedibili, uscite raffazzonate, scarso il movimento dei due attaccanti. I francesi hanno cercato di infilarsi soprattutto sul fianco destro del Milan con le incursioni di Désiré Doué, pungente e di qualità.

    GOL ALLA GIROUD— Il Milan invece ha accerchiato il Rennes su entrambi i lati, anche perché i francesi non sapevano mai chi sbucava: da un lato Leao, Musah o Theo, dall’altro Pulisic (piuttosto opaco), Loftus-Cheek o Florenzi. Diavolo vicino al gol già dopo sette minuti, quando il destro di Leao, deviato da Omari, si è stampato sulla traversa. Poi Loftus-Cheek in versione ala ha crossato basso per Musah, che ha sprecato malamente. L’unico vero brivido per Maignan è arrivato su un destro infido di Bourigeaud (23’), sfilato a pochi centimetri dal palo. Una pecca milanista? Qualche lancione di troppo e relativi palloni smarriti negli ultimi trenta metri di campo. Dettagli spazzati via dal vantaggio arrivato alla mezzora: Florenzi in fascia ha preso la mira e disegnato un cross perfetto sulla testa di Loftus-Cheek. L’inglese era solo soletto, sì, ma si è coordinato magnificamente e ha infilato nell’angolino con il palo che ha accompagnato la palla in porta. Effetti, anche, della posizione consegnatagli da Pioli. E un gol… alla Giroud.

    IL BIS DI RUBEN— Nella ripresa il Milan ha messo subito il sigillo sul match, in modo da non permettere al Rennes di riaprirlo. Un paio di giri di lancette e Loftus ha incorniciato una serata da ricordare: angolo di Hernandez, schiena di Kjaer, mezzo miracolo di Mandanda e palla planata sulla testa dell’8 rossonero, a porta sguarnita. Cinque minuti e il Diavolo ha calato il tris con un’azione bellissima confezionata da Leao ed Hernandez: tacco del portoghese a smarcare Theo, cross basso per il destro di Rafa nell’angolino. Tutto molto bello, sessantamila mani spellate a San Siro. Non si può nemmeno dire che il Rennes abbia accusato il colpo perché la partita è proseguita abbastanza saldamente nelle mani del Milan, eccezion fatta per un destro velenoso di Santamaria che ha messo in difficoltà Maignan. Il vero alert è suonato al minuto numero 62, quando Leao è uscito dopo aver chiesto espressamente il cambio a Pioli. Pare per un affaticamento muscolare, situazione che andrà monitorata con attenzione (il portoghese è stato inquadrato in panchina mentre gli veniva prestata assistenza a un polpaccio). Dentro Okafor e, assieme a lui, Thiaw. Mancava dal 28 novembre, bentornato. Col Rennes scoperto, alla ricerca di un gol che desse un senso alla gara di ritorno, il Milan si è fatto pericoloso più volte. Quella più rimarchevole: Mandanda ha murato Pulisic e poi Matusiwa ha salvato a porta vuota su Okafor. Il quarto gol sarebbe stato l’epitaffio su questo playoff, ma ci si può accontentare anche del tris.
     
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    Solo un pari per Gattuso, il Gala di Icardi fa festa nel finale. Benfica ok, colpaccio Qarabag

    L'Olympique rimontato in pieno recupero dallo Shakhtar nell'andata dei playoff. I turchi dell'ex interista vincono in extremis sullo Sparta Praga. Vince lo Sporting sul campo dello Young Boys. Lens e Friburgo senza gol

    Salvatore Malfitano
    15 febbraio 2024 - MILANO
    A Gattuso non riesce il tiro mancino nel recupero, a Icardi invece sì. L'Olympique Marsiglia si fa rimontare a tempo scaduto dallo Shakhtar, dopo averlo momentaneamente sorpassato dopo il 90' per il 2-2 finale. Il Galatasaray, invece può esplodere di gioia: l'ex attaccante dell'Inter va a segno a pochi istanti dalla fine in una partita che ha visto cinque gol (tra cui quello di Mertens) e due espulsioni. Un deludente Benfica ha la meglio del Tolosa con due rigori, mentre è tutto facile per lo Sporting, che torna da Berna con un 3-1 che forse non gli rende nemmeno troppa giustizia. Grande prova del Qarabag che ne rifila quattro al Braga, 0-0 tra Lens e Friburgo.

    SHAKHTAR-OLYMPIQUE MARSIGLIA 2-2
    Gara dai due volti sul neutro di Amburgo, dove nel primo tempo succede davvero poco a parte la sospensione della partita per un paio di minuti a causa del lancio di fumogeni dagli spalti. Nella ripresa invece tutt'altri ritmi: Ounahi e Zubkov sparano dalla distanza senza centrare la porta, a sbloccare l'incontro è Aubameyang al 64'. L'attaccante si fa trovare pronto sul secondo palo per spingere in rete il suggerimento di Clauss. Quest'ultimo è protagonista sul pareggio degli ucraini quattro minuti più tardi: svirgola il rinvio, la palla arriva a Matviyenko che lascia partire un diagonale preciso che non lascia scampo a Pau Lopez. Nel recupero succede di tutto: l'Om crede nella beffa dopo la rete di Ndiave, perfettamente servito a centro area da Aubamevang, ma lo Shakhtar risponde subito dopo con lo stacco imperioso di Eguinaldo, Finisce in parità.

    YOUNG BOYS-SPORTING LISBONA 1-3— Nel primo quarto d'ora subito uno scambio di ostilità: Gyokeres spaventa Von Ballmoos, la risposta degli svizzeri arriva con Amenda che di testa costringe Adan ad un super intervento. Tuttavia, è proprio il difensore dello Young Bovs a provocare il vantaggio avversario, deviando in modo maldestro il cross di Edwards da destra al 31°. L'inglese è tra i più ispirati e lo conferma otto minuti dopo quando si procura un calcio di rigore per un'uscita in ritardo del portiere; dal dischetto si presenta Gyokeres che non sbaglia. Ugrinic accorcia le distanze al 42', risolvendo una mischia in area, anche se al momento della conclusione si fa male ed è costretto a uscire all'intervallo. Al rientro dagli spogliatoi, lo Sporting blinda il punteggio: Inacio svetta sulla punizione di Goncalves per l'1-3, il fantasista poi sfiora il poker colpendo il palo con un tiro sporcato in maniera decisiva da Von Ballmoos.

    GALATASARAY-SPARTA PRAGA 3-2— Sfida aperta a Istanbul. Apre le danze Demirbay al 19', che avanza indisturbato a sinistra e calcia forte sul primo palo sorprendendo Vindhal. Mertens va vicino al raddoppio due volte poco dopo la mezzora: col primo tiro non centra i pali, con il secondo trova la risposta del portiere. Brimancevic dalla distanza spaventa Muslera in chiusura di primo tempo, ma rimedia Preciado a inizio ripresa con una pregevole rasoiata da fuori area per il pareggio (47'). Mertens firma il nuovo vantaggio turco al 60', sfruttando la deviazione di Kreici per beffare Vindhal. Le cose per il Galatasaray si complicano due minuti dopo per l'espulsione diretta di Nelsson, colpevole di atterrare Birmancevic lanciato a rete. Così Kuchta converte la superiorità numerica girando bene di testa al 65%. La gara sembra indirizzata al pari, anche perché all'80' si è nuovamente con lo stesso numero di uomini per il rosso rimediato da Rynes per doppia ammonizione. Muslera salva a tempo scaduto opponendosi con la faccia a Wiesner e si creano tutti i presupposti per l'insperato successo. Lo firma Icardi, che riceve al limite dell'area e scocca un diagonale preciso che fa gioire i tifosi.

    BENFICA-TOLOSA 2-1— Le fasi iniziali non sono particolarmente entusiasmanti, Otamendi intorno alla mezzora colpisce di testa senza rendersi pericoloso. Rafa Silva si distingue sul finire di frazione: prima trova l’esterno della rete, poi colpisce l’incrocio dei pali con un pregevole destro a giro. Joao Mario ci prova con un piazzato al 45’, che però si spegne di poco a lato. Il Benfica passa al 69’: Costa salta con il braccio troppo alto e tocca il pallone in area, il rigore è solare e Di Maria lo trasforma. Al 75’ si torna in equilibrio, con Desler che approfitta della dormita generale della retroguardia portoghese e infila Trubin con un bel destro al volo. A recupero ormai scaduto il pestone di Mawissa non solo gli procura il secondo giallo, ma anche il secondo penalty per il Benfica. L’esito è lo stesso: il Fideo non sbaglia.

    LENS-FRIBURGO 0-0— I tedeschi si fanno a lungo preferire. Sallai meriterebbe senz’altro il gol: al 23’ centra la traversa con un gran tiro a incrociare, al 27’ sfiora il palo di testa e al 50’ costringe Samba a deviare in angolo la sua conclusione in spaccata. Danso compie un intervento miracoloso sul tiro a botta sicura di Eggestein da pochi passi (58’), Haidara andrebbe a segno al 70’ ma la sua rete è annullata per il tocco di mano nel rimpallo con cui ribadisce il pallone alle spalle del portiere.

    BRAGA-QARABAG 2-4— Grande prova degli azeri, che si portano avanti al 21’ col rigore trasformato da Jankovic per il fallo di Gomez su Cafarquliyev. Prima dell’intervallo è ripristinata la parità con Banza, che risolve una mischia in area dopo il salvataggio di Jankovic sul colpo di testa di Niakate. Nel secondo tempo, il Qarabag esce alla distanza: al 54’ va in gol Zoubir che raccoglie una punizione calciata male; inizialmente è fischiato il fuorigioco, poi il Var corregge la decisione del campo ma restano tanti dubbi su quanto sia attiva la posizione di Mustafazade. La stessa dinamica si ripropone al 66’, quando a segnare è Juninho servito proprio da Zoubir, con la correzione decisiva dalla sala video rispetto all’offside notato dagli assistenti. Nulla da eccepire sul poker calato dal solito Zoubir, che si fa trovare sul secondo palo per spingere in rete il pallone. In pieno recupero Roger Fernandes si procura un rigore che tiene in vita il Braga: Joao Moutinho accorcia dagli undici metri e alimenta la speranza.
     
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    Un brutto Milan perde a Rennes, ma il 3-2 basta per guadagnare gli ottavi

    I rossoneri cadono in Francia e passano il turno grazie al 3-0 dell'andata. La fase difensiva non accenna a migliorare: subiti 7 gol nelle ultime due partite. Le reti del Diavolo firmate da Jovic e Leao, tris di Bourigeaud

    Dal nostro inviato Luca Bianchin
    22 febbraio 2024 - RENNES (FRA)
    Rennes-Milan è un consiglio lungo 90 minuti a chi pensa che la vita sia noiosa. Cinque gol, cento occasioni e uno stadio che canta e urla dall’inizio alla fine, facendo finta di non sapere che il Milan ha vinto 3-0 all’andata, è più forte, ha più campioni. Il risultato finale, 3-2 per i rossi di Bretagna, dice poco della partita: da una parte tripletta di Bourigeaud – due su rigore –, dall’altra gol di Jovic e Leao. Il Milan è agli ottavi di Europa League. Ci sarebbe da aggiungere molto, soprattutto che il Milan 2023-24 è costituzionalmente incapace di mettere al sicuro la partita con fase difensiva e possesso palla. Con questa squadra è e sarà sempre una partita di ribaltamenti, uno contro uno in fase difensiva, transizioni, transizioni e ancora transizioni.

    LA CHIAVE—
    Prima di raccontare la partita, un momento chiave. Alle otto spaccate della sera, quando inizia il telegiornale, una notizia da Rennes: il Rafa Leao perfetto esiste, solo che si fa attendere. Leao in quel momento è il peggiore in campo: siamo al 13’ del secondo tempo e lui si è appena mangiato il secondo gol della serata. Improvvisamente si attiva, in scivolata recupera un pallone nella sua metà campo e riparte, prende un passaggio di Jovic e lo trasforma in un contropiede uno contro tutti lungo 60 metri. Rafa resiste a Seidu, salta Omari e Mandanda in uscita grazie a un rimpallo, poi deposita in porta. E’ il gol del 2-2 e Rennes-Milan prende una piega netta. Bourigeaud segnerà ancora su rigore, Salah andrà vicino al 4-2 nel 90’ ma il Milan, con una difesa a cinque, terrà botta.

    I GOL— Eccoli, i gol. Il Rennes è andato in vantaggio con un gol strano all’11’: ha mosso palla da sinistra a destra e Bourigeaud si è trovato da solo al limite dell’area. Bennacer era rimasto 20 metri più su e il resto della difesa… non si era adeguato. Avendo tiro, lo ha usato: palla in buca d’angolo. Il Milan ha pareggiato al 22’ con un’azione molto bella. Bennacer, uno dei migliori, ha trovato Reijnders, Tijjani ha allargato con i tempi giusti per Theo che ha crossato col mancino. Theate ha perso di vista Jovic e Luka, attaccante d’area, ha fatto quello che doveva. Gli altri tre gol sono arrivati nel secondo tempo: i due rigori di Bourigeaud all’8’ e al 22’, intervallati dalla fuga uno contro tutti di Leao.

    PRIMO TEMPO FOLLE— Per capire che partita è stata, basta ripercorrere il primo tempo come un film. Zero alchimie, solo emozioni. Le occasioni sono state talmente tante che vale la pena di elencarle. Minuto 2: Leao in transizione arriva davanti a Mandanda ma lo centra. Minuto 4: Florenzi ferma prima Truffert, poi un tiro pericoloso di Gouiri. Minuto 8: Theate cancella una ripartenza di Leao, che aveva rubato palla a Doué. Minuto 11: gol di Bourigeaud. Minuto 17: Theo trova Pulisic, che manca la girata in area. Minuto 19: Bennacer da destra dribbla e calcia, Theate respinge davanti a Mandanda. Minuto 22: gol di Jovic. Minuto 27: parata di riflessi di Maignan, che si vede spuntare davanti un tiro di Kalimuendo e devia-nemmeno-lui-sa-come. Minuto 32: Gouiri salta secco Gabbia e calcia, Kjaer si trova sulla traiettoria e respinge, poi calcia in porta anche Désiré Doué. Minuto 43: punizione per il Rennes e Theate, misteriosamente solo in area, non trova la palla. Dieci occasioni, almeno sette importanti, in 45 minuti.

    BILANCIO— Il secondo tempo è stato altrettanto frenetico ma con meno palle gol. E allora, che resta di questa serata francese? Resta un Milan che ha subito 7 gol in cinque giorni, tra Monza e Rennes. Resta l’immagine di una squadra per cui, se sei neutrale, paghi sempre volentieri il biglietto; se sei milanista, rischi di pagare per i tranquillanti. Resta un Leao inattivo e poi decisivo, un Gabbia ancora in difficoltà, Bennacer e Pulisic in condizione. Soprattutto, il ricordo di uno splendido stadio: 30.000 persone che cantano e urlano, spinte dalla Roazhon Celtic Kop, la curva dei ragazzi in rosso.

    IL SORTEGGIO— Il Milan lo ricorderà ma ora pensa al sorteggio, domani alle 12 a Nyon. Troverà una delle sette squadre che hanno vinto i gruppi di Europa League (l’ottava è l’Atalanta e i derby non sono ammessi). Avversarie di livello decisamente diverso una dell’altra. Categoria "no, grazie": Liverpool, Bayer Leverkusen. Categoria "fascia media": Brighton, Villarreal, West Ham. Categoria "alto gradimento": Rangers, soprattutto Slavia Praga. Che le palline da ping pong siano con Pioli.
     
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    La Roma vola agli ottavi: rimonta il Feyenoord, poi super Svilar è decisivo ai rigori

    Olandesi avanti dopo 5' grazie a un gollonzo di Gimenez, il pareggio lo firma Pellegrini al 15'. Nella ripresa succede poco, occasionissima alla fine dei supplementari per Lukaku, infine il finale thrilling

    Andrea Pugliese
    Giornalista
    22 febbraio 2024 - ROMA
    Pellegrini, Svilar e Zalewski. Scegliete voi a che eroe affidarsi, vanno bene tutti e tre. Perché il capitano ha rimesso in piedi una partita compromessa, Svilar ha sterilizzato l’erroraccio di Lukaku alla lotteria dei rigori e Zalewski ha cancellato una prova incolore con il rigore decisivo, calciato perfettamente. La Roma fa fuori ancora una volta il Feyenoord ed è la terza consecutiva, la quarta in quattro sfide. E De Rossi può godersi al massimo la sua prima serata europea all’Olimpico, finita esausto a festeggiare sotto la Sud. Al gol iniziale di Gimenez aveva risposto proprio una magia di Pellegrini, con l’1-1 inchiodato fino alla fine. Quando gli eroi sono diventati loro due, prima Svilar e poi Zalewski. Si va agli ottavi, con il sogno di arrivare ancora una volta fino in fondo. Super

    SUPER PELLE—
    De Rossi inverte Mancini con Llorente al centro della difesa e se la va a giocare con la sua formazione titolare, Slot invece recupera Timber, Geertruida e Gimenez dal via, sperando in un maggior equilibrio. Anche perché dopo appena 5’ arriva subito la doccia fredda per la Roma, con il gol di Gimenez di spalla, convalidato dal Var. Sembra l’inizio di un incubo e invece la Roma di De Rossi ha cuore e coraggio, si mette lì a macinare gioco e trova il pareggio al 15’, con una magia da fuori di Pellegrini. Pari meritato, perché poco prima era stato Hancko (ottimo in chiusura) a salvare sulla linea un tiro di Lukaku, mentre Svilar aveva dovuto dire di no a Wieffer per il possibile 2-0. Il che sarebbe stato un’autentica beffa, perché poi il Feyenoord non ha costruito più nulla. Pellegrini ha iniziato a lavorare una serie di palloni deliziosi (splendida il pallone per l’inserimento di Cristante, con il colpo di testa della mezzala al lato), Spinazzola ha sprintato senza fine a sinistra e Mancini ha messo la museruola a Gimenez. Così la Roma ha finito con il dominare la partita, rendendosi ancora pericolosa con Pellegrini e Karsdorp (pericolose alcune su uscite a vuoto in fascia). L’1-1 del primo tempo va stretto ai giallorossi, ma considerando come si era messa dopo appena 5’ di gioco, a De Rossi va bene anche così.

    LA LUNGA ATTESA— Nella ripresa si accende subito Dybala, che guadagna 5-6 falli uno dietro l’altro e pennella una palla d’oro per El Shaarawy. Per fermare l’argentino servono le maniere ruvide, anche se poi la Roma stavolta costruisce poco. C’è un contatto dubbio in area (Stengs scalcia El Shaarawy), Paixao trova l’unica intuizione della sua gara prima di lasciare il campo e De Rossi a metà ripresa si copre con Celik a destra, anche perché da quella parte Slot ha nel frattempo messo Ivanusec, che all’andata quando è entrato aveva fatto vedere cose buonissime. Ed allora ne viene fuori una partita quasi a scacchi, dove si inizia a pensare più a non prenderle che a darle. Wellenreuther toglie un pallone dalla testa di Lukaku, Mancini salva su Ueda a due passi dalla porta, ancora Lukaku ha la palla del successo, ma si impappina davanti al portiere avversario. E allora si va ai supplementari, come un anno fa. Succede poco: Dybala esce esausto, Geertruida può far male ma non ci riesce, Wellenreuther salva all’ultimo respiro su Lukaku. E ai rigori Ci pensano prima Svilar (parate su Hancko e Jahanbakhsh) e poi Zalewski a mandare l’Olimpico in paradiso.
     
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    Marsiglia, il post Gattuso parte bene. Sparta, poker a Icardi. Avanti Benfica e Sporting

    Ok le portoghesi tranne il Braga, eliminato dal Qarabag. Due francesi su tre fuori, agli ottavi pure il Friburgo
    Salvatore Malfitano
    22 febbraio 2024 (modifica alle 23:22) - MILANO

    Le grandi non sbagliano. Avanza il Marsiglia, con Gasset in panchina e Aubameyang che diventa il miglior marcatore dell’Europa League. Sorridono le portoghesi: lo Sporting non rischia praticamente nulla contro lo Young Boys, il Benfica sfrutta i tanti errori del Tolosa per uscire indenne dalla trasferta francese. Lo Sparta Praga firma l’impresa della serata, eliminando in rimonta il Galatasaray, mentre Qarabag e Friburgo sono costrette agli straordinari per approdare agli ottavi di finale, entrambe vincendo ai supplementari rispettivamente contro Braga e Lens.

    TOLOSA-BENFICA 0-0 (1-2)
    A Tolosa il Benfica esce indenne dal tentativo di rimonta francese. Nel primo tempo Rafa Silva non inquadra la porta con un tiro a giro, dall’altro Donnum svetta da buona posizione ma il colpo di testa è centrale; la vera occasione capita a Di Maria, che in scivolata al 33’ per poco non trova la deviazione vincente. Spierings avrebbe sulla testa la palla che riporterebbe la situazione complessiva in parità, ma da pochi metri incredibilmente mette a lato (55’). L’olandese è in grado di fare peggio al 66’, quando da distanza ravvicinata colpisce Trubin; sullo sviluppo dell’azione Nicolaisen non indirizza bene di testa. In pieno recupero da segnalare il tentativo da fuori di Sierro, che costringe il portiere del Benfica ad un grande intervento.

    FRIBURGO-LENS 3-2 D.T.S. (0-0)— Rischia quanto deve il Lens ed è bravo soprattutto a convertire in gol le situazioni create. Al 28’ Pereira Da Costa approfitta di un’uscita approssimativa di Atubolu per punire la difesa tedesca. Su un altro calcio piazzato Medina invece sfiora l’autogol (33’) che avrebbe rimesso in equilibrio la partita. Poco prima dell’intervallo, i francesi raddoppiano: lancio per Wahi, Gulde buca clamorosamente e l’attaccante segna con un delizioso scavetto. Poi inizia un'altra partita, e il Friburgo è protagonista assoluto. Sallai riapre la sfida, accorciando al 67’: l’ex Palermo è il più lesto a risolvere una mischia in area. Cinque minuti più tardi ci prova sotto misura anche Kubler, Samba però stavolta è miracoloso. All’81’ Fulgini appena entrato sfiora il colpo del k.o. ed è un errore che pesa, perché se all’89’ è ancora il portiere dei francesi a opporsi in modo decisivo sullo stacco di Gregoritsch, nel recupero Samba non può nulla sul tiro deviato in mischia ancora da Sallai per il 2-2. Ai supplementari l’ungherese entra indirettamente anche nella terza rete, perché sulla sponda di Gregoritsch si ostacola con Haidara e permette al compagno di squadra di tornare sul pallone, scartare il portiere e appoggiare a porta vuota al 99’. Si completa il ribaltone che manda avanti il Friburgo, e a casa il Lens.

    QARABAG-BRAGA 2-3 D.T.S. (4-2)— Nonostante l’esigenza di rimonta del Braga, è il Qarabag che si fa preferire nella prima frazione. Andrade potrebbe di fatto chiudere i conti al 40’: taglia bene in area, la conclusione però è troppo stretta e non trova il bersaglio grosso. Il Qarabag resta in dieci per l’espulsione di Cafarquliyev per doppia ammonizione e i portoghesi ne approfittano al 70’, con Roger Fernandes che con un sinistro preciso la piazza dove Lunev non può arrivare. Il gol che pareggia i conti lo trova Djalo, con uno splendido destro a giro all’83’. Nei tempi supplementari Matheus Silva al 103’ riaccende la speranza dei padroni di casa, coordinandosi bene in area sugli sviluppi di un calcio di punizione. Ma sembra destinata a rimanere tale, perché nel secondo tempo Mustafazade abbraccia palesemente Banza e regala un calcio di rigore al Braga: dal dischetto è lo stesso Banza a spiazzare il portiere al 115’. La sfida si avvia ai rigori, quando il classe 2004 Akhundzade punisce la difesa avversaria che si fa sorprendere da una punizione battuta rapidamente. Ed è festa azera.

    MARSIGLIA-SHAKHTAR 3-1 (2-2)— In linea con la gara dell’andata, le due squadre non perdono tempo a studiarsi. Lo Shakhtar passa in vantaggio con il rigore trasformato da Sudakov per il fallo di Clauss su Eguinaldo (11’). Il Marsiglia ribatte prontamente al 24’: Clauss guida la ripartenza e serve Aubameyang, che si presenta davanti a Riznyk e non sbaglia. Il sigillo decisivo lo piazza Sarr al 74’, che scaraventa in rete a centro area sfruttando un controllo non preciso di Aubameyang che diventa un assist per lui. Kondogbia si concede il punto esclamativo della serata, colpendo al volo da posizione molto defilata dopo un’uscita decisamente rivedibile del portiere avversario (81’).

    SPORTING-YOUNG BOYS 1-1 (3-1)— Non ci mette molto lo Sporting a mettere in discesa il discorso. Al 13’ è il solito Gyokeres a siglare un gol da centravanti consumato: riceve al limite dell’area, con una finta si libera della pressione avversaria e conclude con un preciso tiro a incrociare. A fine primo tempo Edwards può chiudere il discorso, ma incespica sul pallone a pochi passi dalla linea di porta, divorandosi il raddoppio. Una chance ancora più ghiotta ce l’ha Gyokeres dal dischetto in apertura di ripresa, per un fallo su Trincao, ma Von Ballmoos neutralizza la sua conclusione. Al 63’ è Bragança ad iscriversi al festival dell’errore, che nell’area piccola devia sotto le gambe del portiere che si salva con una miracolosa parata di tacco. Davanti a tanto spreco, gli svizzeri si regalano almeno la soddisfazione di non perdere: l’1-1 è firmato da Ganvoula su rigore.

    SPARTA PRAGA-GALATASARAY 4-1 (2-3)— I cechi la sbloccano subito con un’altra prodezza di Preciado, che si era fatto apprezzare anche all’andata. Stavolta, lanciato in profondità, a tu per tu con Muslera lo supera con un delizioso pallonetto (7’). La risposta del Galatasaray non si fa attendere troppo: al 17’ Bardakci ristabilisce l’equilibrio ribadendo in rete la parata di Vindahl su Sanchez sugli sviluppi di una palla inattiva. Il retropassaggio scriteriato di Yilmaz lancia di fatto Olatunji in campo aperto, l’attaccante però temporeggia e conclude a lato al 57’. I turchi restano in dieci al 70’ per l’espulsione di Ayhan per una brutta entrata che inizialmente era stata punita soltanto col giallo, prima della correzione tramite on-field review, e quattro minuti più tardi lo Sparta Praga capitalizza la superiorità numerica: cross perfetto di Zeleny per la testa di Tuci che infila Muslera. La rimonta si completa al 74’, stavolta Tuci serve Haraslin che scappa a sinistra e trova il palo lontano con un diagonale chirurgico. I turchi si sbilanciano fatalmente, al sesto di recupero Kuchta cala il poker in campo aperto.
     
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    Scamacca-gol, con lo Sporting finisce 1-1. Ma che sfortuna: la Dea colpisce tre pali

    Portoghesi avanti con Paulinho al 17', l'attaccante dei bergamaschi pareggia al 37'. Ma l'Atalanta, nella gara di andata degli ottavi di Europa League, ha parecchio da recriminare

    dal nostro inviato Matteo Brega
    6 marzo 2024 - LISBONA
    Finisce 1-1 tra Sporting e Atalanta nell’andata degli ottavi di finale di Europa League. Paulinho e Scamacca fissano il risultato, ma la Dea vince nel conto dei pali per 3-1 più un gol annullato per fuorigioco a Touré.

    LAMPO SPORTING—
    Rispetto alla vigilia Gasperini sceglie Hien e non Scalvini in difesa; per il resto Scamacca punta centrale per dare una svolta al reparto offensivo. Lo Sporting si presenta senza il bomber Gyokeres al centro dell’attacco e senza Hjulmand in mezzo al campo (esordio dal 1’ di Koindredi, nato nel 2001 in Gibuti da una famiglia della Nuova Caledonia e ha il passaporto francese). Al 7’ primo segnale dello Sporting. Edwards porta a spasso tutta la parte sinistra dell’Atalanta, si spinge fin quasi sul fondo vicino alla porta e crossa all’indietro dove trova un nerazzurro e non un compagno. Dopo dieci minuti lo Sporting passa. I portoghesi escono benissimo palla al piede dalla pressione bergamasca al limite dell’area. Trincao si ritrova tutto solo con decine di metri davanti, porta palla fino a quando serve Paulinho sulla corsa a sinistra tagliando fuori Holm, controllo e diagonale preciso sul secondo palo. La squadra di Amorim mette il naso avanti. Holm al 24’ risveglia l’Atalanta: discesa sulla destra, rientra e calcia di piatto sul palo lungo. Lo colpisce e la palla finisce il tragitto sul fondo ritornando verso il campo con una traiettoria beffarda. La costruzione dal basso può diventare un’ossessione per Amorim. Al 26’ lo si capisce bene: il portiere Israel serve il compagno spalle alla porta senza vedere la pressione di Ederson, il brasiliano lo anticipa servendo Scamacca che gli rende il pallone ma a un passo dal calciare in porta lo stesso Ederson viene anticipato da Israel stesso in uscita bassa. L’Atalanta cresce e la partita ne beneficia. Al 30’ la difesa portoghese respinge corto un calcio d’angolo e la botta di De Roon viene alzata sulla traversa da Israel. Lo Sporting è accerchiato e le direttive di Amorim cambiano quando si riparte dal fondo: lancio lungo e via senza costruzione dal basso. Al 39’ arriva il pareggio. Quaresma alleggerisce troppo mollemente verso Israel, Lookman si lancia all’inseguimento della palla infastidendo Israel, la palla arriva a Miranchuk che a porta vuota ha la freddezza di attendere e servire Scamacca che prima finta di calciare col destro e poi di sinistro infila nell’angolo in una situazione divenuta non così semplice. Pareggio cercato, meritato, costruito con pazienza. Scamacca è “on fire” e al 42’ da corner gira verso la porta trovando Israel veloce a deviarla in corner. Il primo tempo finisce 1-1 con una crescita evidente dell’Atalanta.

    SUPERIORITA’ ATALANTA— Si riparte con tre cambi nello Sporting, sintomo di un disagio di Amorim. Dentro il bomber Gyokeres (32 gol stagionali), Hjulmand in regia e St. Juste in difesa. Resta 3-4-3, ma con più certezze in regia e nel ruolo di centravanti (Paulinho scivola ad ala destra). I primi minuti della ripresa vedono lo Sporting con un’anima ben differente rispetto al primo tempo. Al 7’ Catamo calcia centrale dopo una discesa sulla destra, come se l’uscita di Edwards lo avesse liberato. Al 15’ arriva il terzo palo dell’Atalanta. Lookman si inventa un numero di prestigio per saltare l’avversario ed entrare in area, un tocco per accentrarsi e con il destro calcia forte prendendo in pieno il primo palo. C’è un palo anche per lo Sporting al 17’: cross di Trincao da destra, di testa Coates va più in alto di tutti e prende il palo con Musso ormai fermo. Al 30’ si torna a giocare dalle parti dei portieri. Da una punizione a destra arriva una palla interessante per la testa di Kolasinac che tutto solo non prende la porta dall’area piccola. Il finale di partita mostra uno Sporting fin quasi timoroso di prendere anche il secondo gol. L’Atalanta è bella vispa e gli ingressi di Koopmeiners, De Ketelaere e Touré lasciano poco spazio alla fiducia portoghese. A 4’ dalla fine la Dea passerebbe in vantaggio con una rovesciata spettacolare di Touré partito sul filo del fuorigioco. L’attaccante anticipa Israel, la palla si impenna e lui in rovesciata la mette dentro. Sarebbe gol, perché il Var annulla per fuorigioco del numero 10 atalantino. Finisce 1-1, tutto da giocare settimana prossima a Bergamo il passaggio ai quarti. Con la sensazione che questa Atalanta meritasse di più all’Alvalade.
     
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    È una Roma da impazzire, De Rossi manda De Zerbi dietro la lavagna: 4-0 al Brighton

    Nella gara d'andata degli ottavi di Europa League i giallorossi dominano gli inglesi dal primo all'ultimo minuto con due gol per tempo: apre Dybala, poi Lukaku, nella ripresa Mancini e Cristante completano l'opera
    7 marzo 2024 - MILANO
    Se c’è un genio tra i due, allora quello è De Rossi. Almeno per una notte, almeno fino alla sfida di ritorno. Di certo c’è che la Roma derossiana continua ad essere bella e scintillante, al contrario di un Brighton brutto e con una fase difensiva a tratti ridicola. La Roma così supera per 4-0 gli inglesi grazie alle reti di Dybala, Lukaku, Mancini e Cristante e mette una seria ipoteca sulla qualificazione ai quarti di finale di Europa League. Per De Zerbi, invece, continua il momento nero, con una notte da incubo. Per rialzarsi ci vorrà qualcosa di diverso, ad iniziare da una minore approssimazione nello sviluppo del gioco.

    I GIOIELLI—
    De Rossi conferma la difesa a quattro, De Zerbi opta ancora per quella a tre. È il festival del bel gioco ed infatti la partita è subito scoppiettante, promettendo scintille e gol. Nei primi sette minuti Steele deve superarsi su Lukaku, che poi strozza troppo un tiro da fuori, con Ndicka che subito dopo devia sul suo palo un tiro di uno scatenato Adingra. Insomma, la partenza è ad altissimo ritmo ed infatti al 12’ arriva anche il gol di Dybala (alla sua prima marcatura stagionale in Europa), su una palla fanfascientifica di Paredes in verticale: la Joya salta Steele, insacca, ma deve attendere l’okay del Var per poter gioire davvero. Una volta passata in vantaggio la Roma lascia il pallino del gioco al Bringhton, che prova con il possesso palla a superare le linee difensive giallorosse. Opzione che non trova il premio desiderato ed allora servono gli spunti in velocità di Adingra per creare superiorità numerica e scompiglio. E proprio su due iniziative dell’ivoriano arrivano i colpi di testa di Welbeck, su cui Svilar è perfetto (soprattutto sul secondo, quello a tempo scaduto). In mezzo il raddoppio giallorosso, con Dunk che fa un pasticcio assurdo sul controllo e regala a Big Rom il pallone del 2-0.

    GARA CHIUSA— Per cambiare inerzia alla partita De Zerbi a inizio ripresa butta dentro Ansu Fati al posto di un Enciso evanescente. Il problema del Brighton, però, è che la tanto sbandierata costruzione dal basso crea più danni che pericoli. Gli errori individuali sono tanti, le uscite positive per far male pochissime. Quando finalmente gli riesce, però, è ancora Adingra a creare sconquassi ed a regalare la palla giusta a Welbeck, che però calcia alle stelle. Ed infatti poco dopo arriva anche il 3-0 giallorosso, con El Shaarawy che pesca Mancini in area, tocco in controtempo e terza rete romanista (convalidata dopo un check per possibile fuorigioco). Subito dopo è Cristante a punire gli inglesi (altro assist di El Shaarawy), sfruttando al massimo una fase difensiva ridicola da parte della squadra di De Zerbi. Sul 4-0 la Roma rallenta e gli inglesi trovano un paio di spunti con Lamptey e Dunk, ma più sulla forza della rabbia che non per meriti sparsi. Pellegrini continua a prendere calci ovunque, De Rossi decide di passare alla difesa a tre per blindare il risultato e la partita finisce di fatto così. L’Olimpico è in festa, De Rossi vive una serata magica, De Zerbi non sa più neanche dove guardare.
     
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    Milan, qualche rischio ma va bene così: 4-2 allo Slavia Praga e quarti più vicini

    Tra i rossoneri in rete Giroud, Loftus-Cheek, Reijnders e Pulisic. Nei cechi gol di Doudera e Schranz, dopo l'espulsione di Diouf dopo 25'. Appuntamento a Praga tra una settimana

    7 marzo 2024 - MILANO
    Tutto è bene quel che finisce bene, ma i punti di osservazione sono inesorabilmente due. Quello a breve termine sorride: due gol di vantaggio sono un buon tesoretto da portarsi all’Eden Park di Praga. Quello a medio termine è cupo: se il Milan di coppa è quello di stasera, immaginare di arrivare fino a Dublino è un esercizio di pura dialettica che non rispecchia la realtà dei fatti. Il Diavolo conclude il primo round contro lo Slavia Praga con un 4-2 che non rispecchia l’ampia differenza di valori tecnici fra le due rose ma che soprattutto è stato faticoso molto più del lecito considerando la superiorità numerica per oltre un’ora di gioco. I rossoneri, annebbiati dalla paura, a un certo punto hanno rischiato persino il 3-3 e hanno calato il poker che consegna una relativa tranquillità soltanto a cinque dal novantesimo. A Praga comunque ci sarà da sudare parecchio.

    LE SCELTE—
    Le rotazioni possono attendere, le vedremo semmai domenica con l’Empoli. Pioli certifica il forte appetito per questa coppa confermando praticamente in blocco l’undici che ha sbancato l’Olimpico. Una sola modifica rispetto alla Lazio: Bennacer in panchina, con Reijnders che ritrova la maglia da titolare dopo due partite da riservista. Quindi Kjaer e Gabbia centrali e Adli confermatissimo davanti alla difesa perché il sistema di gioco resta il 4-1-4-1 delle ultime uscite, con Loftus-Cheek e Reijnders incursori avanzati. Attacco consegnato al Pu-Gi-Le per la venticinquesima volta in 38 partite. Trpisovsky si è affidato come di consueto a Chytil (4 gol e un assist in questa Europa League). Primi appunti evidenti dopo un quarto d’ora di gioco: lo Slavia nell’organizzazione difensiva è ben disposto e occupa sapientemente gli spazi, ma la qualità è quella che è. Se puntati, singolarmente i cechi vanno in apnea (due punizioni rossonere dal limite dell’area nei primi dieci minuti). Il discorso è valido anche in fase offensiva, assolutamente tangibile perché Trpisovsky ha educato la squadra al coraggio a prescindere dal contesto. Il problema, appunto, è nella cifra tecnica dei suoi ragazzi. Errori pesanti: al 12’ Diouf, totalmente dimenticato dalla difesa rossonera, liscia la conclusione al volo e al 15’ Gabbia – passo indietro inquietante rispetto alle prestazioni precedenti – sbaglia la marcatura su Doudera, che però si coordina male.

    ALLARME— Il Diavolo ringrazia, ma sono campanelli d’allarme preoccupanti: con una altro avversario, probabile che le cose sarebbero andate diversamente. Il problema principale del Milan è che non ne viene intimorito. I rossoneri producono una ragnatela di passaggi(ni) fini a se stessi senza affondare, senza accelerare, senza incattivirsi. Sembra l’allenamento defaticante del giorno dopo, con Gabbia e Kjaer che scambiano palla infinitamente senza l’aiuto di un compagno che faccia un mezzo movimento. Flusso di gioco noioso, lento e svagato. La partita cambia forzatamente faccia al minuto numero 26, quando il fischietto turco Meler mostra il rosso diretto a Diouf per una ruvidezza su Pulisic. Lo Slavia perde il suo importante stantuffo di sinistra e si prepara a una lunga inferiorità numerica. Ma in realtà, lì per lì, nemmeno questo riesce ad accendere il Milan, che prosegue ancora al piccolo trotto e inizia a far spazientire San Siro. Un’inerzia interrotta dal vantaggio di Giroud (34’), che svicola alle spalle di Zima e infila la porta ceca di testa. Dura poco, pochissimo. Due giri di lancetta e Doudera trova il gol da raccontare ai nipotini infilando Maignan con un fantastico destro al volo su rinvio sbilenco di Reijnders. A quel punto, finalmente, il Milan si rianima e scava un solco nel match. Prima ci provano di testa Leao e Gabbia (super Stanek sul 46 rossomero) e poi ci riesce Reijnders con un destro violento da fuori area (44’). Il tris viene servito al primo minuto di recupero con un colpo di testa di Loftus-Cheek su angolo di Florenzi.

    SCHIAFFO— Tre a uno, un doppio gancio al mento dello Slavia e gara apparentemente in discesa agevole, vista anche la superiorità numerica. Macché. Pioli inizia la ripresa inserendo Calabria e Tomori per Florenzi e Gabbia, Leao conclude vicino al palo (peccando di egoismo) ma al 20’ i cechi accorciano: il destro di controbalzo di Schranz è eseguito magistralmente ma Hernandez invece di scalare si accentra e lo lascia da solo. E’ uno schiaffo che fa male. Il pallone, che finalmente stava scivolando leggero, diventa una palla medica. Il Milan torna la squadra contratta della prima parte di gara, accumula un errore dietro l’altro in costruzione (ma anche in fase difensiva) e in pratica i benefici dell’uomo in più si dissolvono nella paura. Come a dieci dal termine, quando un mischione in area rossonera fa venire i capelli dritti ai sessantamila del Meazza. La sfida si rimette su binari più confortanti soltanto a cinque dal novantesimo grazie allo spunto del solista, perché soltanto un numero individuale avrebbe potuto cambiare match e prospettive di qualificazione. Il Milan ringrazia ancora una volta Leao che si beve Vlcek e indirizza in porta uno scavetto deviato leggermente da Pulisic. San Siro torna a cantare, ma che fatica.
     
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    Liverpool, cinquina allo Sparta Praga. Il Qarabag scappa, il Bayer Leverkusen lo riprende

    Nelle sfide d'andata degli ottavi, i Reds di Klopp ipotecano il turno successivo, mentre i tedeschi recuperano due reti ai sorprendenti azeri
    Salvatore Malfitano
    7 marzo 2024 - MILANO
    Il Liverpool non sbaglia, il Bayer Leverkusen invece per poco non cade in modo inatteso, pareggiando in extremis con Schick sul campo del Qarabag. L’andata degli ottavi di finale di Europa League si sviluppa da un lato verso le conferme, con i Reds che ipotecano la qualificazione in casa dello Sparta Praga con un netto 1-5, mentre dall'altro verso le sorprese con la formazione di Xabi Alonso che fa 2-2 in rimonta in casa del Qarabag che assolutamente non demerita.

    SPARTA PRAGA-LIVERPOOL 1-5— La gara è più aperta di quanto non dica il risultato. Per gli inglesi però si mette subito sui binari giusti, perché al 6’ MacAllister realizza il rigore che lui stesso si procura per il fallo di Sorensen. I cechi spingono e creano, ma non convertono. Così il raddoppio della squadra di Klopp arriva al 25’: Nuñez disegna una splendida traiettoria a giro da fuori area, realizzando il millesimo gol della gestione del tecnico tedesco. Nel recupero del primo tempo l’attaccante trova anche la doppietta con un’altra prodezza, un tiro al volo dal limite; poco prima Birmancevic non riesce a ribadire in rete un pallone vagante dopo il salvataggio di Kelleher su Kuchta. Ad inizio ripresa lo Sparta Praga sembra poter riaprire la contesa con l’autorete di Bradley appena entrato, però Luis Diaz cala il poker al 53’ concludendo a centro area sul servizio di Elliott. Nel finale rete annullata a Salah per una posizione di fuorigioco, il quinto centro lo mette a segno comunque Szoboszlai, con un tiro non irresistibile al termine di una ripartenza, su cui Jensen non è esente da colpe.

    QARABAG-BAYER LEVERKUSEN 2-2— Gli azeri possono reciminare per l’esito di questo primo atto. Al 25’ la conclusione deviata di Jankovic termina sul palo, un minuto dopo però il Qarabag sblocca l’incontro: Tah perde un pallone sanguinoso, Juninho guida la ripartenza e serve Benzia che non sbaglia. A fine primo tempo arriva anche il raddoppio, con un ottimo passaggio in profondità di Patrick che lancia Juninho, che a sua volta salta il portiere e deposita a porta vuota. Il Bayer accorcia al 70’ e stavolta Benzia è protagonista in negativo, perché un suo retropassaggio scriteriato mette il tedesco davanti a Lunev, superato con un delizioso tocco sotto. Juninho avrebbe la palla del 3-1, ma Kovar è bravo a chiudergli lo specchio in uscita (89'). A recupero inoltrato sul cross di Andrick si avventa Schick, che di testa segna la rete che prolunga l'imbattibilità.
     
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    madonna, il Qarabag stava per fare l'impresa dell'anno, il Leverkusen mi pare sia ancora imbattuto
     
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    Lo Slavia resta subito in 10 e per il Milan diventa tutto facile: ne fa tre e vola ai quarti

    All'Eden Arena secondo round senza storia. Rossoneri in gol con Pulisic, Loftus-Cheek e una perla di Leao. Jurasek firma la rete della bandiera. Come all'andata, cechi in dieci dopo venti minuti. Maignan esce infortunato

    Dalla nostra inviata Alessandra Gozzini
    14 marzo 2024 - PRAGA (REP. CECA)
    Praga superata, Dublino è un po’ più vicina. Il Milan scoprirà domani in che direzione proseguirà la caccia al tesoro dell’Europa League. L'Eden Arena, stadio dello Slavia, è stato un ostacolo facilmente superabile. Nella lista delle buone notizie (i tre marcatori diversi, i rischi in difesa contenuti, Leao in versione super) c'è anche la classica nota stonata: l'infortunio di Maignan, sostituto dopo venti minuti di gioco da Sportiello. Quella di Mike è una storia dentro la storia della partita: dopo 3' lo scontro con Vlcek e il primo allarme. Tomori e Theo i primi che si avvicinano per conoscere le condizioni del compagno. Maignan si rialza e poi si ferma di nuovo, chiama una seconda volta i medici e resta ancora in campo. Non sembra dolorante quando al 14' mostra riflessi eccellenti sul tentativo ravvicinato di Chytil. La partita di Mike però finisce qui. Per lui trauma contusivo alla gamba destra, domani gli esami. Il ginocchio è stabile.

    RAFA SHOW—
    La partita ha uno svolgimento simile a quello dell'andata: al 20' lo Sparta resta in dieci per l'espulsione di Holes, entrato durissimo su Calabria. Decisione aiutata dal Var. A metà tempo entra in scena Leao: Rafa non ama le banalità, sarà per questo che prima spreca clamorosamente su invito di Musah. Vantaggio rossonero al 34': scatta Theo, Leao rifinisce per Pulisic, l'americano di nuovo in gol. Bis concesso subito dopo: il Milan accelera ancora a sinistra con Theo, avanza ancora con Leao e l'assist stavolta è raccolto da Loftus-Cheek. Sul terzo gol Rafa vuole la sua firma: destro a giro che mira l'angolino. La notte d'Europa diventa la notte di Rafa, stella rossonera.

    INTERRUZIONE— A inizio ripresa dentro Thiaw e Kalulu per non affaticare Tomori (diffidato e ammonito, salterà l'andata dei quarti) e Calabria. Dopo un'ora di gioco fuori anche Pulisic, tra i più presenti dell'ultimo periodo: altra chance per Chukwueze. Leao (90' in campo, come Giroud) si prende la scena anche quando dalla curva dei tifosi cechi piovono acqua, birra e bicchieri di carta su Adli in attesa del corner. Rafa ferma il pallone con le mani ed è necessario il confronto arbitro-quarto uomo, il messaggio dello speaker e l'appello alla curva del capitano Provod per riprendere (più o meno) in tranquillità. I lanci prenderanno dopo di mira Theo, a terra dopo un fallo, con lo speaker costretto a rinnovare l'appello. Ad animare infine l'Eden Arena è il 3-1 di Jurasek, festeggiato come un gol vittoria. Ma il verdetto non cambia: Milan ai quarti di Europa League.
     
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