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Thais.
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Riesplode all’Università la fame
di aule per le lezioni
GIOVANNA FAVRO
TORINO
Gli appunti si prendono sulle ginocchia, seduti sugli scalini o per terra vicino al professore. O ancora, in piedi appoggiati alle pareti, su panche tolte dai terrazzi, o addirittura sul pavimento fuori dalle aule, orecchiando le parole del docente attraverso la porta aperta sulle scale. Succede all’Università, che quest’anno sfonda il record di 75 mila studenti, ma anche, a macchia di leopardo, della fame di spazi. Cuore dell’emergenza è sempre la casa delle facoltà umanistiche, Palazzo Nuovo. E se via Sant’Ottavio resta al top quanto a ressa per i corsi più amati (ma, sorprendentemente, qua e là ci sono aule vuote) ci sono anche altre sedi in cui il pigia-pigia è pesante o mancano servizi di base.
A Palazzo Nuovo ieri mattina non c’era un centimetro libero sulle scale dell’aula 32, alla lezione di Organizzazione Internazionale del professor Greppi, affollata pure sulle scale esterne. Una marea di ragazzi e di polemiche. «Paghiamo tasse salate, ma l’ateneo non si cura di noi: siamo solo numeri di matricola», dicono ad esempio Valentino Rolfini, Valerio Savino e Alessia Cilenti. E Manuela Dinasso: «Non chiediamo la luna, ma un banco e una sedia. Che modo di studiare è questo?». «Per trovar posto, bisogna arrivare almeno 40 minuti prima», chiosano Luna Ambrosino e Noemi Bonandin. Se Greppi allarga le braccia («Bisogna resistere ancora due o tre anni, per le aule nuove dell’ex Italgas»), la stessa situazione si verifica alle lezioni del professor Ferrua, per Diritto Costituzionale con Grosso, e soprattutto (questa volta alla Palazzina Einaudi) Giustizia Costituzionale con il seguitissimo Zagrebelsky.
La fame di aule capienti fa arrabbiare soprattutto le matricole (molti dei più vecchi sono abituati), e il guaio non affligge solo Giurisprudenza. Ieri erano ad esempio un tappeto di studenti le scale dell’aula di Semiotica con il professor Guido Ferraro, della facoltà di Lettere e Filosofia. A Lingue, si segue invece seduti sul pavimento il corso di Didattica per la lingua moderna, docente Emanuele Barbera: «Mi son trovato il triplo di ragazzi dell’anno scorso. Ho deciso di dividerli in due, replicando per due volte la mia lezione ogni mattina. Sgobbo il doppio, ma anche così ne ho per terra parecchi».
Proteste arrivano anche dal complesso di via Delle Rosine 18: Claudia Riccomagno, Simona Bertalot e Marco Filippi raccontano ad esempio che «per sederci, tocca correre: anziché alle 8,30, quando comincia la lezione, bisogna arrivare alle 7,45». E, se gli umanisti piangono, pure qualche futuro scienziato non ride. Farmacia fa lezione anche al cinema Cuore, e le matricole di Economia ancora per quest’anno sono all’odiatissimo Palazzo del Lavoro: i pavimenti sono in piano, ma pressoché tutti i docenti propongono slides, illeggibili dalla terza-quarta fila. L’acustica non è buona, i divisori nei corridoi sono teloni di nylon, non ci sono banchi ma solo sedie col ripiano sul bracciolo, e non esistono mensa e biblioteca; mancano pure i totem per le pratiche via Internet: tutti i servizi sono nella sede centrale di corso Unione Sovietica. Infine alla Suism, la Scuola di scienze motorie, disagi sono segnalati per i mille studenti all’ex Edilscuola in via Quarello, dove s’è trasferita pure la laurea in Scienze dei materiali della facoltà di Scienze: non c’è mensa, negozi e pizzerie sono lontani. Molti portano i panini da casa.
questa è la mia università
e le vostre come sono? anche voi vi sedete per terra?. -
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da noi è estremamente raro non trovare posto, anzi non succede mai. Semmai talvolta capita che una lezione con 10 studenti viene fatta in un'aula da 160 posti... . -
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mi è successo solo una volta,ma per cambio di aula,mi sono seduto su un supporto.
Mi ha fatto piegare uno che era agitatissimo perchè gli avevano rubato il posto da terra. -
Naerior.
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Ci siamo andati vicini all'inizio dell'anno con Comunicazioni Elettriche A, che ha lasciato indietro centinaia di persone, e quindi è molto affollato... Ma poi in realtà molti non seguono, quindi il posto lo si trova.
Cheers,
Naerior. -
Thais.
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Uff voglio un corso a numero chiuso a lingue sedersi per terra è la norma soprattutto al primo anno... . -
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Nella mia università lingue è a numero chiuso.
Per quanto mi riguarda non mi è mai capitato (per fortuna) di stare in piedi durante le lezioni, anche se ogni giorno 5, massimo 10 persone (dipende chiaramente anche dalle materie) non hanno posto per sedersi e si adattano come meglio possono, ad esempio sedersi vicino alla cattedra o su una sedia.
L'altro giorno mi è capitato di passare vicino un'aula della facoltà di economia, c'era lezione di diritto privato, la classe era strapiena, persone sedute a terra e sugli scalini, qualcuno in piedi e visto che si trova al primo piano, c'erano persone che dall'esterno seguivano appoggiandosi sul davanzale della finestra .
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*Phoenix*in*the*ash*.
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quando si fa spagnolo pure da noi si fa a botte, ma non per i posti a sedere (perchè quelli ormai neanche si guardano più) ma per il posto più vicino alla finestra. . -
Thais.
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C'è da dire che da noi molti posti hanno le sedie o i banchi rotti quindi sono inutilizzabili . -
.CITAZIONE (Thais @ 17/10/2007, 20:21)Uff voglio un corso a numero chiuso a lingue sedersi per terra è la norma soprattutto al primo anno...
eh ma non è che risolvi molto.A Parma c'è il numero chiuso (300) e ci sono Aule da 170 posti..... -
bukowski.
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a psicologia è successo solo qualche volta il primo anno....
ma voi seguite tutte le lezioni?
io non seguo quasi mai. -
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Fortunatamente mai successo e mai andato vicino, se no sarebbe stato di una pesantezza clamorosa.
Attualmente ci siamo anche ritrovati a fare lezione in 6..........prof compreso.. -
.CITAZIONE (bukowski @ 18/10/2007, 11:28)a psicologia è successo solo qualche volta il primo anno....
ma voi seguite tutte le lezioni?
io non seguo quasi mai
io tutte quelle che posso.Secondo me aiuta a studiare di meno. -
Ni'.
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il problema dei posti c'è anche qua (e quando mai ) specialmente nelle prime settimane di lezione, in cui seguono tutti quanti. Certo, noi di beni culturali non siamo troppi, ma nemmeno in tre gatti; ad occhio e croce direi 150/170, e le nostre aule sono da 100 posti. Gli studenti di lettere moderne sono tantissimi e le aule sembrano davvero dei campi profughi. Per non parlare di quelli di giurisprudenza
E' difficilissimo concentrarsi sulla lezione, in certe condizioni, peccato.
Per fortuna col passare del tempo, il numero dei frequentanti cala vertiginosamente. -
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ma secondo me dovrebbero rivedere le selezioni e le possibilità di accesso in molte università.Il problema è che perderebbero molti dei finanziamenti. . -
.CITAZIONE (Thais @ 17/10/2007, 20:42)C'è da dire che da noi molti posti hanno le sedie o i banchi rotti quindi sono inutilizzabili
questo lo quoto, in generale su un'aula da 50 posti solo 30-40 sono utilizzabili. per fortuna non siamo mai più di 30.