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Posts written by Shagrath82

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    Calhanoglu fa partire la festa scudetto: due gol nella ripresa e l'Inter batte anche il Torino

    A San Siro i granata se la giocano fino all'espulsione (troppo severa) di Tameze, poi il centrocampista decide il match con una doppietta

    Andrea Ramazzotti
    Giornalista
    28 aprile 2024 - MILANO
    L'Inter campione d'Italia batte anche il Torino e nel giorno della festa scudetto tiene vivo sia l'obiettivo di superare i 97 punti conquistati da Mancini nel 2006-07 sia quello di superare quota 100. La vittoria non è di quelle facili per gli uomini di Inzaghi che nel primo tempo soffrono i granata e passano solo nella ripresa, dopo il rosso a Tameze: a quel punto la marea nerazzurra diventa incontenibile e Calhanoglu firma la doppietta decisiva, con tutto San Siro che canta per il turco. Per l'Inter gara numero 42 con almeno un gol e record della Juventus distante solo due incontri, ma è anche il ventesimo clean sheet della stagione: anche in questo caso c'è aria di record in un campionato che si sta trasformando in una lunga passerella per Lautaro e compagni. Il Torino, invece, venerdì in casa contro il Bologna avrà l'occasione per rientrare in zona Europa: non vince da quattro incontri e non segna da tre. Contro la formazione di Thiago Motta serve un'impresa.

    MEGLIO IL TORO—
    Inzaghi schiera i titolarissimi a eccezione degli infortunati Acerbi e Dimarco, sostituiti rispettivamente da De Vrij e Carlos Augusto, mentre Juric risponde con la difesa a quattro e Zapata unica punta. Il primo tiro è di Rodriguez, con Sommer che para; replica Thuram con uno slalom concluso con una botta fuori bersaglio. Ricci fa l'incursore alle spalle del colombiano ex Atalanta, Lazaro sta alto a sinistra e Vlasic ha facoltà di movimento, ma si allarga soprattutto a destra disegnando in fase di possesso un 4-2-3-1 che punge: il Torino dimostra di avere voglia e di non essere alla festa dell'Inter per fare da sparring partner. Zapata scalda ancora i guantoni di Sommer che respinge e, a livello di occasioni, l'inizio è più granata che nerazzurro anche perché il numero 91 di testa, dopo il quarto d'ora, manda di poco a lato, con il portiere svizzero fuori causa. L'Inter, con tre soli allenamenti settimanali nelle gambe e contagiata dal clima di celebrazioni dello stadio, ha meno fuoco dentro rispetto al solito e Juric la frena ulteriormente con il pressing di Ricci sul regista Calhanoglu. La palla gira meno velocemente, i tempi d'esecuzione non sono quelli consueti e il Toro concede solo un tiro nello specchio, a Lautaro, nel finale della prima frazione. Ai punti meglio Rodriguez e compagni.

    DOPPIO CALHA— La ripresa si apre con l'espulsione di Tameze che ferma Mkhitaryan al limite dell'area: Maria Sole Ferrieri Caputi tira fuori il giallo perché l'armeno, prima del contatto, sembra spostarsi con la palla sull'esterno, ma viene richiamata al monitor dal Var e cambia decisione estraendo il rosso. Proteste granata: l'espulsione in effetti è eccessiva, troppo severa. L'arbitro si lascia condizionare dal Var cambiando la sua prima decisione che era corretta. Juric passa al 5-3-1, ma chiaramente la pressione su Calhanoglu non c'è più e l'Inter inizia a palleggiare con libertà. La mareggiata monta in pochi istanti e, su una palla persa da Lazaro, dopo una bella combinazione tra Barella, Lautaro e Mkhitaryan, l'ex Roma serve l'assist dell'1-0 a Calhanoglu, implacabile con il suo diagonale. San Siro esplode e spinge ulteriormente la squadra che trova il raddoppio dal dischetto: dubbio fallo di Lovato in area su Thuram (quinto penalty conquistato in stagione) e Calhanoglu, al quale Lautaro lascia la battuta, arrotonda ulteriormente il suo nuovo record di reti in campionato (13). Juric butta nella mischia Sanabria per Zapata e Vojvoda per Lazaro, mentre Inzaghi dà spazio alle seconde linee schierando Sanchez, Asllani, Frattesi, Buchanan e Arnautovic, senza però togliere il capitano, alla ricerca del gol che gli manca dal 28 febbraio. Per il Martinez missione fallita, ma la festa dell'Inter può comunque continuare. Per sbloccarsi l'argentino ancora capocannoniere del campionato avrà un'altra chance sabato a Reggio Emilia contro il Sassuolo. Intanto i pullman scoperti aspettano la squadra per la festa nelle vie di Milano. Sarà una lunga serata di festa per il popolo nerazzurro.
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    Moto3, Veijer trionfa a Jerez. Alonso sbaglia e perde terreno da Holgado

    L'olandese dell'Husqvarna IntactGP si impone davanti agli spagnoli Munoz e Ortola. Clamoroso errore del colombiano, grande favorito alla vigilia: cade al primo giro e permette permette al leader del Mondiale di allungare a +7 in classifica

    Federico Mariani
    28 aprile 2024 - MILANO
    Quattro gare e tre vincitori diversi: in Spagna tocca a Collin Veijer iscriversi all'elenco dei trionfatori nell'avvio del Mondiale Moto3 2024. A Jerez l'olandese sull' Husqvarna IntactGP trionfa dopo una gara costantemente al vertice. Alle sue spalle si piazzano gli spagnoli David Munoz e Ivan Ortola. Non brillano Daniel Holgado e David Alonso, i favoriti per il titolo. Lo spagnolo su GasGas Tech3 chiude settimo stringendo i denti nonostante una frattura al piede destro rimediata in qualifica. Tenacia premiata dal regalo del colombiano del team Aspar CFMoto, solo undicesimo dopo una caduta al primo giro, quando era in testa, e ora a -6 nella classifica iridata.

    MOTO3, SPAGNA: IL VIA—
    Diciannove i giri da affrontare. Al via è Munoz a prendere il comando, sopravanzando il poleman Alonso. Il colombiano non fa una piega: alla sesta curva piazza il sorpasso e sembra poter volare verso una facile vittoria. E invece, all'ultima tornata del primo giro arriva la clamorosa caduta di David. Ripartirà chiudendo undicesimo. Fuori dai giochi il favoritissimo, si scatena la bagarre per il primo posto. In testa si forma un sestetto composto da Veijer, Ortola, Munoz, Esteban, Yamanaka e Kelso. Il ritmo elevato dell'olandese sgrana ulteriormente il gruppo di vertice. Pochi i sorpassi.

    MOTO3, SPAGNA: IL FINALE— A 11 giri dal termine, Esteban e Kelso perdono terreno rispetto al gruppo di vertice, formato quindi da quattro piloti. Negli ultimi tre passaggi, la sfida per la vittoria si restringe a Veijer, Munoz e Ortola. I due spagnoli mettono pressione in ogni modo all'olandese, ma il pilota Husqvarna non sbaglia mai. Nella tornata finale, Collin è perfetto nel chiudere ogni traiettoria. Alle spalle della lotta per il podio, si accende la sfida per il quinto posto che premia Kelso, davanti a Fernandez. Bravo Nicola Carraro, ottavo e migliore degli italiani, davanti a Stefano Nepa.

    MOTO3 GP SPAGNA, ORDINE DI ARRIVO— La top 10 del GP di Spagna di Moto3 a Jerez:
    C.Veijer (Ola/Husqvarna) 33:29.725
    D.Muñoz (Spa/Ktm) +0.045
    I.Ortola (Spa/Ktm) +0.871
    R.Yamanaka (Gia/Ktm) +4.849
    J.Kelso (Aus/Ktm) +10.178
    A.Fernandez (Spa/Honda) +10.353
    D.Holgado (Spa/GasGas) +10.400
    N.Carraro (Ita/Honda)+10.647
    S.Nepa (Ita/Honda) +11.400
    A.Piqueras (Spa/Honda) +14.885

    MOTO3, CLASSIFICA MONDIALE— La top 10 del Mondiale Moto3 2024 dopo 4 gare su 21:
    D.Holgado (Spa/GasGas) 74 punti
    D. Alonso (Col/CFMoto) 68
    C.Veijer (Ola/Husqvarna) 46
    I.Ortola (Spa/Ktm) 39
    J.Kelso (Aus/Ktm) 39
    D.Muñoz (Spa/Ktm) 38
    A.Piqueras (Spa/Honda) 26
    R.Yamanaka (Gia/Ktm) 26
    S.Nepa (Ita/Honda) 26
    J. Roulstone (Aus/GasGas) 23
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    Moto2 Jerez, Aldeguer si sblocca: prima vittoria del 2024. Roberts nuovo leader

    Fermin torna alla vittoria dopo un avvio di stagione poco brillante. Lo statunitense, invece, va in testa al Mondiale della classe di mezzo grazie al secondo posto

    Federico Mariani
    28 aprile 2024 - MILANO
    Finalmente riecco Fermin Aldeguer: il grande favorito del Mondiale Moto2, già annunciato pilota Ducati nel 2025, trionfa nel GP di Spagna. È la prima vittoria della stagione per il pilota del team Speed Up Boscoscuro, reduce da un avvio di campionato poco brillante. Quattro vincitori diversi in altrettante gare, ma l'incertezza regna sovrana anche in testa alla classifica iridata: ora è la volta di Joe Roberts. Lo statunitense, secondo a Jerez, davanti a Manuel Gonzalez, è il quarto leader differente. Una dimostrazione di grande equilibrio. Capitolo italiani: Tony Arbolino, settimo, è il migliore, mentre Celestino Vietti chiude nono.

    MOTO2, SPAGNA: IL VIA—
    Sono 21 i giri previsti. La miglior partenza è firmata da Gonzalez: bruciato il poleman Aldeguer. Terzo Garcia, che al secondo passaggio attacca Fermin, senza riuscire a strappargli la piazza d'onore. Dopo le prime schermaglie, il gruppo si allunga. Giro dopo giro, con la calma di chi sa di avere un ritmo eccezionale, Aldeguer si avvicina al leader. Al sesto passaggio piazza il primo affondo, rintuzzato da Gonzalez. La bagarre si infiamma nel giro seguente: tra le curve 5 e 8, Manuel e Fermin si scambiano tre volte la posizione, ma, alla fine, prevale lo spagnolo del team Speed Up Boscoscuro. È l'inizio della fuga.

    MOTO2, SPAGNA: IL FINALE— Andato in testa, Aldeguer scava subito un margine di sicurezza. Così si accende la lotta per il terzo posto tra Garcia e Roberts. A nove giri dal termine lo statunitense piazza il sorpasso che gli consegna la leadership di un Mondiale ricco di colpi di scena. Tanta paura due tornate più tardi: Escrig cade e la sua moto attraversa la pista, fortunatamente senza colpire altri piloti. Per una Boscoscuro in testa, ce n'è un'altra in difficoltà. Si tratta di Alonso Lopez, che scivola a quattro giri dalla conclusione, mentre è in lotta per la sesta posizione. Nello stesso momento, invece, Roberts consolida la sua leadership superando anche Gonzalez. Un secondo posto speciale.

    MOTO2 GP SPAGNA: ORDINE D'ARRIVO— La top-10 del GP di Spagna di Moto2 a Jerez:

    ​F.Aldeguer (Spa/Boscoscuro) in 35:36.316
    J.Roberts (Usa/Kalex) +1.287
    M.Gonzalez (Spa/Kalex) +1.568
    S.Garcia (Spa/Boscoscuro) +6.226
    A.Arenas (Spa/Kalex) +8.059
    A.Ogura (Giap/Boscoscuro) +12.490
    T.Arbolino (Ita/Kalex) +13.346
    J.Alcoba (Spa/Kalex) +13.489
    C.Vietti (Ita/Kalex) +14.508
    S.Chantra (Tha/Kalex) +19.693

    MOTO2, CLASSIFICA MONDIALE— La top 10 del Mondiale Moto2 2024 dopo 4 gare su 21:
    J.Roberts (Usa/Kalex) 69 punti
    S.Garcia (Spa/Boscoscuro) 64
    F.Aldeguer (Spa/Boscoscuro) 54
    M.Gonzalez (Spa/Kalex) 46
    A.Ogura (Giap/Boscoscuro) 43
    A.Lopez (Spa/Boscoscuro) 38
    A.Canet (Spa/Kalex) 38
    A.Arenas (Spa/Kalex) 31
    C.Vietti (Ita/Kalex) 29
    M.Ramirez (Spa/Kalex) 28
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    Duello epico Bagnaia-Marquez: Pecco vince l'OK Corral. Caduto Martin, podio Bezzecchi

    Nel GP Spagna l'iridato della Ducati si impone dopo una sfida bellissima con lo spagnolo di Gresini e si porta secondo nel Mondiale, a -17 da Jorge, scivolato mentre era in testa. 4° Alex Marquez, 5° Bastianini

    Massimo Brizzi
    Giornalista
    28 aprile 2024 - MILANO
    Bentornato Pecco. Dopo due weekend anonimi Bagnaia ritrova lo smalto del campione del mondo e con la Ducati coglie a Jerez un successo strepitoso e dal valore doppio: piegato un ottimo Marc Marquez, secondo dopo una sfida palpitante all'O.K. Corral sulle pieghe del circuito andaluso, e classifica mondiale raddrizzata grazie alla caduta di Jorge Martin. Il leader del Mondiale scivola all'11° giro ricompattando una graduatoria iridata in cui ora ha solo 17 punti di vantaggio su Bagnaia. Podio per Marco Bezzecchi (Ducati VR46), davanti ad Alex Marquez (Ducati Gresini), entrambi alla loro migliore gara stagionale, ed Enea Bastianini, terzo nel Mondiale a 22 punti dalla vetta con la rossa ufficiale.

    PRESTAZIONE SUPERBA—
    Pecco a Jerez è una furia rossa: scatta in avvio, segue Martin, aspetta il suo errore, va a dettare il ritmo e nel finale rintuzza in ogni modo, anche con carenate dure, ma pulite, la risalita impetuosa di Marquez, che sulla Ducati GP23 Gresini dello scorso anno lo insidia in ogni modo. I due regalano uno show notevole negli ultimi giri, ma il piemontese di Borgo Panigale mostra piglio, velocità e freddezza per portare dalla sua parte la contesa. Costretto a sguainare la spada, Pecco non si è tirato indietro e l'averlo fatto contro uno spadaccino provetto come Marquez ingigantisce il valore della sua prestazione. Carenate in pista e abbracci in parco chiuso: show a tutto tondo dopo le scintille della caduta di Portimao. Pubblico e appassionati ringraziano: è una sfida destinata a ripetersi.

    OMBRA APRILIA— In una gara bellissima e intensa raccolgono poco l'Aprilia, nona con Maverick Vinales e con la gemella Trackhouse di Miguel Oliveira ottava, e Pedro Acosta: l'attesissimo rookie meraviglia dopo una toccata con Johann Zarco in avvio naviga a centro gruppo e chiude decimo. Nella top-10 anche Brad Binder, 6° con la Ktm, davanti a Fabio Di Giannantonio (Ducati VR46).

    GARA SHOW, DUELLO RUSTICANO— La gara fa capire già in avvio il tasso di spettacolo e la forma di Bagnaia: Pecco al primo giro, prima inchioda una staccata da brividi all'esterno della curva 6, l'ex Dry Sack ora dedicata a Dani Pedrosa, per passare da quarto a secondo, poi alla 13, quella della spallata Rossi-Gibernau, infila anche Marquez per andare in testa. Un suo lungo proietta al comando Martin, che corre con Bagnaia incollato agli scarichi e all'11° giro fa harakiri, sdraiandosi per una chiusura dell'anteriore della sua Ducati Pramac. Siamo a metà gara e Bagnaia si trova leader, con Bezzecchi a 1" e Marquez terzo. È il momento in cui lo spagnolo di Gresini rompe gli indugi, passa Bez, recupera su Bagnaia e lo costringe al duello diretto. Il teatro è la parte di pista fra le curve 8 e 10, dove Marc prende le misure e piazza il sorpasso, ma trova la durissima replica di Pecco, che si riprende la posizione di forza, con una toccata 'di carattere'. Il giro successivo il bis, sempre nello stesso punto: Marc passa, ma Pecco replica con gran classe, si riprende la leadership per non mollarla più. Fino al traguardo. Capolavoro assoluto, senza dubbio uno degli instant classic della carriera di Bagnaia.

    MONDIALE ACCORCIATO— Il Mondiale esce ravvivato da questa sfida e ridisegnato. Il k.o. di Martin accorcia infatti la classifica, visto che alle spalle di Jorge, sempre leader, ci sono sei piloti in 33 punti: Bagnaia a -17, Bastianini -22, Acosta -23, Vinales -29, Marquez -32 e Binder -33. Osservando però la prestazione di Bagnaia, raggiante sul podio nel cui cerimoniale ci sono anche Carlos Sainz padre e figlio, e di una Ducati davvero rivitalizzata, si avrebbero pochi dubbi su chi puntare.
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    Lazio, ci pensa l'ex Zaccagni: 3 punti per l'Europa, ma che sofferenza col Verona

    Alla squadra di Tudor servono sette occasioni da rete per battere l'Hellas. Traversa di Luis Alberto e palo di Pedro. I biancocelesti salgono a 55 punti, i veneti restano quart'ultimi

    Nicola Berardino
    Giornalista
    27 aprile 2024 - ROMA
    Terzo successo di fila di campionato e la Lazio sale al sesto posto aspettando il risultato dell’Atalanta. La marcia con Tudor ha riaperto la via per l’Europa. Ma per portarsi in vantaggio sul Verona i biancocelesti devono aspettare il 27’ della ripresa: Zaccagni da subentrato infila il colpo dell’ex. Il Verona paga quell’azione fatale in una prova generosa che però infrange una serie di tre risultati utili in trasferta e recrimina per la chance sciupata all’ultimo da Henry.

    EQUILIBRIO—
    Tudor, ex di turno come Casale e appunto Zaccagni, recupera Felipe Anderson e Kamada, che ripartono da titolari. In difesa Casale rileva l’infortunato Gila. Dopo tre gare torna da titolare Isaksen, schierato nella nuova posizione da esterno destro a centrocampo. Confermato Castellanos al centro dell’attacco: Immobile in panchina, come i recuperati Zaccagni e Lazzari. Baroni inserisce Tchatchoua in difesa, arretra Folurunsho e Serdar in mediana. Nella trequarti Noslin e Mitrovic ad affiancare Lazovic. Swiderski terminale offensivo. Il primo tentativo a rete è della Lazio: al 4’, Guendouzi, a lato. Come la replica del Verona, più, insidiosa con Noslin. Manovrano i biancocelesti creando pressione: efficace la copertura dei gialloblù. Al 19’ Montipò ribatte su una fiondata di Isaksen. Ci prova Felipe Anderson: para il portiere veneto. Al 26’ Isaksen controlla male su un buon assist di Luis Alberto e sciupa una ghiotta opportunità. Intanto, Baroni potenzia ancora la fase difensiva arretrando Lazovic. Al 32’ capocciata di Swiderski: fuori bersaglio. Al 35’ Verona pericoloso: uscita a vuoto di Mandas, a porta vuota Swiderski tira fuori. Proteste laziali per una trattenuta in area su Guendouzi da parte di Serdar. Partita in equilibrio. All’intervallo sullo 0-0.

    IL COLPO DELL'EX— Nella ripresa la Lazio subito vicina al gol. Al 3’ traversa di Felipe Anderson su botta dalla distanza. Bella verticalizzazione della Lazio al 9’, ma Luis Alberto non inquadra la porta. Ripartenza del Verona: Mandas para su Lazovic. Cresce il ritmo. Al 14’, doppio cambio nelle due squadre. Nella Lazio entrano Zaccagni e Pedro per Isaksen e Casale. Nel Verona Suslov per Swiderski e Duda per Mitrovic. Al 21’ Pedro calcia incredibilmente fuori da buonissima posizione. Al 27’ la Lazio sblocca il risultato. Zaccagni porta via il pallone a Suslov, scambia con Luis Alberto e infila Montipò. Gol dell’ex per Zaccagni che aveva già segnato nell’1-1 dell’andata. Al 31’ Luis Alberto sostituito da Hysaj. Altre due sostituzioni nel Verona: Centonze e Bonazzoli rilevano Tchatchoua e Lazovic. Al 37’ prodezza di Mandas su tocco ravvicinato di Coppola. Nuovo ribaltone: palo di Pedro. Al 40’ Henry sostituisce Folorunsho. Mentre nella Lazio Vecino e Immobile avvicendano Felipe Anderson e Castellanos. La Lazio continua ad attaccare. Quattro minuti di recupero. A 20’ secondi dalla fine Henry calcia alto la chance per pareggiare. E la squadra di Tudor può festeggiare tre punti che contano tanto per la classifica.
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    Nessun gol, un super Sportiello ferma la Juve. E mezzo Milan si prende un punto

    La sfida per il secondo posto finisce senza gol. Il portiere rossonero, titolare dopo il forfait di Maignan, decisivo almeno tre occasioni
    Filippo Cornacchia
    Giornalista
    27 aprile 2024 - TORINO
    La Juventus e il Milan non sanno più vincere e lo hanno dimostrato una volta di più nello scontro diretto dell’Allianz Stadium. Pareggio senza reti (0-0) e con poche emozioni, quasi tutte concentrate nella ripresa grazie all’assalto dei bianconeri. I rossoneri, incerottati dalle squalifiche post derby con l’Inter (out Theo, Tomori e Calabria) e dal forfait nel riscaldamento di Maignan, ringraziano Sportiello, reattivo e decisivo. La Signora non riesce a sfondare nonostante una ripresa più coraggiosa grazie all’inserimento di Chiesa. Alla fine il Milan - ultimo successo il 6 aprile contro il Lecce - consolida il secondo posto. Mentre la Juventus, che non vince dal 7 aprile con la Fiorentina, non accorcia in classifica e adesso rischia di essere agganciato dal Bologna, impegnato con l’Udinese.

    AFFONDI—
    Allegri rilancia Yildiz in coppia con Vlahovic, mentre Pioli parte con il trio Pulisic, Loftus-Cheek, Leao alle spalle di Giroud. Ma nel primo tempo sono soprattutto le difese – e la fase difensiva – delle due squadre ad aver la meglio sui rispettivi attacchi. Un po’ le assenze del Milan (a partire dallo squalificato Theo Hernandez) e un po’ il momento delicato di entrambe: nei primi 45 minuti il tatticismo e la chiusura degli spazi prevale sullo spettacolo. I bianconeri provano a liberare tra le linee Yildiz e Cambiaso, pericoloso quando trova varchi per tentare il tiro come in un paio di occasioni fuori bersaglio. Vlahovic, seguito in tribuna dal c.t. della Serbia Dragan Stojkovic, si muove molto, ma raramente viene servito in zone calde. I rossoneri, trovando pochi spazi centralmente, cercano di sfondare a sinistra puntando sugli uno contro uno di Leao. Il portoghese, spesso triplicato i marcatura (a Gatti si aggiungono Cambiaso e Weah), non ha i metri davanti a sé per sgasare e fatica a trovare lo spunto nello stretto. Così l’occasione migliore arriva da fermo. Una punizione di Vlahovic, da posizione simile al gol di Cagliari, obbliga Sportiello ad allungarsi e sveglia l’Allianz Stadium, fino a quel momento un po’ insonnolito dalla partita.

    RABBIA VLAHOVIC— Sportiello è decisivo anche a inizio ripresa prima su Kostic e poi su Danilo. Dopo l’ora di gioco Allegri ridisegna la Juventus inserendo Chiesa, McKennie e Milik al posto di Kostic, Weah e Vlahovic. Ma il numero nove non prende per niente bene il cambio. Al rientro in panchina, DV9 scaglia per terra tutto quello che trova, lancia un’occhiataccia anche in direzione di Allegri, però poi rientra negli spogliatoi con la borsa del ghiaccio sul ginocchio. Pioli risponde con Bennacer al posto di Adli, Okafor per Giroud e nel finale inserisce anche Chukwueze e i 2005 Bartesaghi e Zeroli. Cambiano le squadre e a guadagnarci è soprattutto la Juventus grazie alla freschezza di Chiesa. I bianconeri si rendono pericolosa con due sgommate di Federico a sinistra: sulla prima Sportiello respinge il colpo di testa di Milik e sulla seconda Thiaw salva con il volto su Rabiot. In mezzo uno strappo di Leao a tagliare la difesa bianconera.
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    Jerez, Sprint rocambolesca: vince Martin su Acosta. A terra Bagnaia e Marc Marquez

    Nella gara del sabato cadono in tanti, fra cui Pecco, i due spagnoli di Gresini, Vinales, Bezzecchi, Bastianini. Successo del pilota Pramac che allunga nel Mondiale. Podio per il 19enne rookie e Quartararo

    27 aprile 2024 - MILANO
    Tutti giù per terra. La Sprint Race di Jerez consacra Jorge Martin, che vince rafforzando la sua leadership nel Mondiale dopo una corsa ricca di colpi di scena. Fra il terzultimo e quartultimo giro cadono infatti Brad Binder, Alex Marquez, Enea Bastianini, Marco Bezzecchi, Maverick Vinales e Marc Marquez che si era appena issato in testa alla gara. Troppe cadute in simultanea per non far pensare a dei problemi in pista, innescati o da olio sull'asfalto o dalla infide chiazze di umido rimaste dopo la pioggia della mattinata.

    PREMIATI ACOSTA E QUARTARARO—
    La giostra di Jerez premia così Martin, che ha anche lui rischiato di cadere, ma ha capitalizzato al massimo la scivolata di Marquez: lo spagnolo di Gresini, settimo dopo essere ripartito, aveva un gran ritmo e può legittimare dei grossi rimpianti. Sul podio salgono così Pedro Acosta, ottimo secondo con la GasGas tech3 dopo la solita gara grintosa e ora primo rivale di Martin nel Mondiale a 29 punti di distacco, e Fabio Quartararo, autore di una straordinaria rimonta dal 23. posto della griglia con la Yamaha.

    BAGNAIA COLPITO— Amarezza per Pecco Bagnaia: l'iridato della Ducati al terzo giro viene abbattuto da Brad Binder, entrato molto aggressivo alla staccata della prima curva in un duello a tre comprendente anche Marco Bezzecchi: manovra ruspante, giudicata però dai commissari come 'incidente di gara'. Lì la corsa era agli albori, con Martin in testa, Marc Marquez a inseguire, e Alex Marquez, Binder, Bastianini e Acosta in lotta per il podio.

    LA SELEZIONE— Le cadute a grappoli fanno selezione e portano a galla la classe di Martin, Acosta e Quartararo, ma pure la tigna di Dani Pedrosa, quarto da wild card con la Ktm, e la saggezza di Franco Morbidelli, che porta a casa un 5° posto che può dargli morale. A punti anche: 6° Raul Fernandez, 7° Marc Marquez, 8° Augusto Fernandez e 9° Miguel Oliveira. Peccato per Johann Zarco, scivolato all'ultima curva con la Honda Lcr mentre era sesto.
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    marzo 2024: Taake (Moncalieri (TO))
    aprile 2024: Origin, Marduk (Moncalieri (TO))
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    Frosinone, comodo tris alla Salernitana: Di Francesco respira, i campani retrocedono

    Due gol nella prima mezzora (Soulé e Brescianini) e la firma finale di Zortea alimentano le speranze di salvezza dei padroni di casa che salgono a 31 punti. La squadra di Colantuono saluta la A dopo tre stagioni
    Vincenzo Di Schiavi
    26 aprile - 22:44 - MILANO
    Trenta minuti ed è già tutto scritto. Il Frosinone si prende una vittoria indispensabile per la fuga verso la salvezza, salendo a 31 punti. La Salernitana, da questa sera, è aritmeticamente in Serie B. I granata salutano la A dopo tre stagioni in coda ad un’annata balorda che ha visto ben quattro allenatori in panchina: Sousa, Inzaghi, Liverani e l’incolpevole Colantuono.

    UNO-DUE—
    Di Francesco ripropone Brescianini altissimo, tale da formare in attacco la punta centrale di un tridente con ai lati Cheddira e Soulé. Sull’altra sponda, non c’è Candreva squalificato e Colantuono piazza Vignato e Tchaouna alle spalle di Ikwuemesi. Il Frosinone impiega poco a capitalizzare. Dopo un guizzo di Soulé deviato in angolo, al 10' Sambia abbraccia in area Valeri e Forneau indica il rigore. Soulé va sul dischetto e spiazza Costil. La Salernitana pare rassegnata, fatica all’idea di dover prendere in mano il gioco, la reazione è a basso voltaggio. Così comanda il Frosinone con Brescianini, uomo ovunque, a dettare ritmi e idee. Ed è proprio lui a raddoppiare quando sulla Salernitana comincia a piovere sul bagnato. In una ripartenza gialloblù, Pierozzi incespica da solo lasciando campo libero a Cheddira che appoggia centralmente per Brescianini: il centrocampista entra in area e fredda Costil (25'). Due gol in mezzora evocano sentenze anticipate. I granata per la verità si scuotono, due volte Coulibaly mette apprensione a Turati, ma la salita ormai appare troppo ripida.

    RIPRESA— Nel Frosinone entra Cerofolini per Turati, vittima di un taglio alla mano in uno scontro con Vignato. Colantuono inserisce Pasalidis per lo sfortunato Pierozzi. I granata danno segnali di vitalità, i padroni di casa provano a gestire. L’audacia degli ospiti però non trova riscontro sotto porta, i gialloblù invece si fanno vedere con un destro di Cheddira senza pretese. La Salernitana prova a dare un senso a una serata triste con un finale orgoglioso (occasioni per Gomis e Ikwuemesi), stroncato dal tris di Zortea in contropiede con un sinistro all'angolino. Poi, al triplice fischio, restano la speranza da una parte e i rimpianti dall’altra.
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    Credeva di essere prossimo alla porta sospirata, quando le pareti della stanza cominciarono ad allungarsi.
    Lui affrettò il passo ma quelle ancora peggio.
    Dopo trent'anni di cammino si sentiva stanco, la porta ormai non era che un puntino lontanissimo, che a poco a poco la nebbia del crepuscolo nascondeva.

    "La stanza" di Dino Buzzati (1968)
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