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Posts written by Shagrath82

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    L'Atalanta scappa con Scamacca, il Marsiglia la riprende: si decide tutto a Bergamo

    L'andata della semifinale di Europa League finisce in parità con i padroni di casa che recuperano con Mbemba la Dea già nel primo tempo. Gasp resiste nella ripresa e sfiora la vittoria nel finale con Miranchuk

    Dal nostro inviato Matteo Brega
    2 maggio 2024- MARSIGLIA (FRANCIA)
    Finisce 1-1 tra Marsiglia e Atalanta: decidono i gol di Scamacca e Mbemba. La qualificazione alla finale di Europa League di Dublino si deciderà tra una settimana a Bergamo.

    SCAMACCA SUBITO A SEGNO—
    Gasset sceglie il 3-5-2 con Aubameyang, bomber di questa Europa League, supportato da Sarr; il capitano Kondogbia davanti alla difesa, Veretout mezzala sinistra e Pau Lopez in porta. Il contingente degli ex "italiani" è chiuso da Correa, ancora dell'Inter, che parte dalla panchina. Gasperini opta per l'undici della vigilia, con Djimsiti al centro della difesa al posto dello squalificato Hien. Davanti il meglio delle notti europee atalantine: Scamacca-De Ketelaere-Koopmeiners. All'11' l'Atalanta passa: Ederson per Koppmeiners dalla sinistra verso il centro, Murillo sbaglia il movimento, sceglie di stringere invece che di allargare dove va Scamacca. L'attaccante controlla e di destro infila in diagonale Lopez. Il gol funziona da pulsante: il Velodrome, infernale, si spegne per una decina di secondi. Si sentono i quasi 3mila tifosi arrivati da Bergamo prima che la scatola marsigliese riprenda a sostenere la squadra di Gasset. Al 15' il Marsiglia spaventa la Dea. Cross di Luis Henrique per Sarr, la traiettoria scavalca Musso ma c'è Kolasinac ad anticipare Sarr. Al 17' si ferma Kolasinac. Gasperini è costretto a sostituirlo, esce zoppicando, al suo posto Pasalic con De Roon che va a fare il marcatore di sinistra. Al 20' il Marsiglia pareggia. Angolo battuto rapidamente, quattro uomini liberi al limite, la Dea non è rapida ad accorciare così Mbemba ha il tempo di pensare e calciare. Destro a giro, palo interno e gol. Al 42' i francesi si divorano una grande chance. L'Atalanta sbaglia la pressione sull'uscita da un corner, il Marsiglia costruisce una ripartenza due-contro uno micidiale, ma Audameyang smette i panni del capocannoniere della competizione e stringe troppo il diagonale davanti a Musso.

    PRESSIONE OM— Si riparte con gli stessi uomini che avevano finito il primo tempo. E nei 6' iniziali della ripresa ci sono un paio di tentativi da lontano, prima Aubameyang e poi Koopmeiners, niente che possa impensierire Musso e Pau Lopez. Al 13' si unisce Kondogbia con un sinistro di poco alto dal limite. Gasperini intorno all'ora di gioco toglie Scamacca e inserisce Lookman: va CDK a fare il falso nueve. Lookman entra bene e al 18' dopo un'azione travolgente sulla sinistra si accentra e con il destro calcia fuori dall’interno dell’area. Il Velodrome esplode pochi secondi dopo quando Sarr, al 19', firma il 2-1. Ma l'azione era iniziata con un fuorigioco di Luiz Henrique. Entra Ounahi, si piazza davanti alla difesa e al 28' prende l'incrocio con un destro dal limite. Il quarto d'ora finale si trasforma nell'inferno vero, quello anticipato dal presidente Longoria nell'intervista alla Gazzetta di qualche giorno fa. Il Marsiglia passa al 4-3-3 per tenere ancor più sotto pressione il sistema difensivo bergamasco. Ma quando ha la palla l'Atalanta il Velodrome fischia, sente che il pericolo c'è ancora, ben presente. Gasperini toglie CDK e mette Miranchuk, fa rifiatare Zappacosta e inserisce Hateboer per affrontare il finale. Miranchuk proprio al 45' fa sfilare il sinistro poco distante dal palo dando l'illusione del gol. Il risultato non cambia, finisce 1-1, resta apertissimo il discorso qualificazione.
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    Il Bruges rimonta due volte, festa Fiorentina con Nzola: il 3-2 arriva al 91'

    Viola vittoriosi in extremis nella semifinale d'andata di Conference League. Avanti prima con Sottil, poi con Belotti, gli uomini di Italiano avevano incassato il 2-2 in superiorità numerica

    2 maggio 2024 - FIRENZE
    Finisce avanti e stop, avanti e stop: fino all’insistenza vincente di Nzola, al sesto gol stagionale. La Fiorentina aveva rischiato di buttarsi un po’ via nella gara d’andata di queste semifinali di Conference soprattutto al pensiero che il secondo gol – di uno scatenato Thiago, brasiliano/bulgaro già ceduto al Brentford – è arrivato in piena superiorità numerica viola: quando insomma la squadra di Italiano doveva e poteva chiuderla, ecco che il Bruges l’ha riaperta, come una ferita, riacciuffando su rigore prima il vantaggio strepitoso di Sottil e poi il 2-1 di Belotti. E per fortuna che è arrivato M’Bala a fare un 3-2 che apre una porta grande così anche se i rimpianti restano tanti.

    SOTTIL E VAR—
    Italiano conferma il goleador Martinez Quarta, sceglie Arthur vicino a Bonaventura in mezzo al campo e Beltran fa il solito sotto-punta con davanti Belotti e ai fianchi Sottil e Nico Gonzalez. Il Bruges, primo nel proprio campionato alla pari con l’Anderlecht, lascia in panchina il senator-portiere Mignolet, l’ex conoscenza italiana Skov Olsen e attacca con Thiago e Vanaken. L’inizio è del Bruges: pressione alta e botta di Thiago che si alza di pochissimo sopra la traversa. Al 4’, vantaggio prepotente e portentosa della Fiorentina: nasce tutto da destra con una convergenza verso l’interno di Nico Gonzalez che apre per Sottil; l’ala a piede invertito ne salta due, guarda la porta e con il più classico dei “tiri a giro” infila Jackers sul lato opposto. Gol spettacolo e gioia incontenibile per il numero 7 viola al quinto gol stagionale e che nel recente passato aveva segnato un gol simile al Sassuolo, stesso procedimento ma con palla rimbalzante e non volante come qui col Bruges. Al 13’, un minuto e mezzo di stop per un colpo di braccio (largo) di Biraghi su azione di Thiago (già acquistato dal Brentford) dopo tiro rimpallato da Terracciano: Oliver (l’arbitro che venne “apostrofato” da Buffon dopo Real Madrid-Juve 2018) viene richiamato al Var e assegna il calcio di rigore: Vanaken freddo tira alla sinistra di Terracciano. E si riequilibra tutto di nuovo.

    MANCINO DEL GALLO— La Viola spinge, non si abbatte, sa che il Bruges è perforabile se le azioni hanno il dono della rapidità: Belotti ha un’occasione buona ma preferisce appoggiare indietro, Gonzalez ha due palloni discreti e col secondo (23’) sfiora l’incrocio con una botta di esterno destro. Nico dentro ad ogni cosa, a tal punto che tre minuti dopo ha un colpo di testa a disposizione ma Jackers la prende con facilità come un altro tentativo al 32’, parato facilmente anche questo. L’argentino, nel duello con Meijer (attenzionato dal Bologna) si prende anche un giallo per un’entrata imprudente. Alla fine, porta in vantaggio nuovamente la Fiorentina il Gallo Belotti: seconda realizzazione stagionale (la prima al Frosinone), palla vagante al 37’ e lui che si gira colpendo di sinistro per il 2-1 nel cuore dell’area.

    IN 10 MA 2-2— La ripresa vede gli stessi undici in campo e dopo 7’ ancora Belotti va vicino al gol. Sottil cade male sulla spalla ed è costretto a uscire: primo cambio per Italiano, entra Kouamé al 7’ che ovviamente si mette sulla corsia di sinistra. Al 15’ il Bruges va vicino al pareggio con azione manovrata a destra, Thiago si conquista un pallone in area ma Jutgla non riesce a concludere: nella stessa azione, il Bruges finisce per restare in dieci per un’entrata del regista Onyedika su Beltran sul lato destro del campo, secondo giallo ed espulsione legittima da parte del direttore di gara inglese. Bruges in dieci, Fiorentina che ora vuole volare. Ma si prende il pari: azione di contropiede dopo lisciata di Belotti, lancio perfetto e lunghissimo di Spieelers, il brasiliano naturalizzato bulgaro scatta con Ranieri, lo brucia e da posizione difficilissima infila un diagonale feroce e perfetto. Due a due al 20’: tutto da rifare e addirittura col Bruges in dieci. Italiano infila Ikoné e Maxime Lopez, sposta Nico e Kouamé cambiando le fasce di competenza, Ikoné a dieci dalla fine piazza un diagonale che il portiere del Bruges vola per neutralizzare e mandare in angolo. Ma Nzola c’è: prima prende il palo e poi attiva il 3-2 con insistenza e ferocia. La viola vince e Bruges è vicina, mercoledì prossimo: con l’idea di andarsi a prendere un’altra finale senza pensare troppo all’occasione di stasera.3-2 per la Fiorentina la semifinale d'andata della Conference League.
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    Roma, la finale si allontana: il Bayer Leverkusen ha un'altra marcia e passa 2-0

    Un gol per tempo, sempre al 28': prima ci pensa Wirtz, poi nella ripresa un gran destro di Andrich mette il punto alla serata. Ma che errore nel finale di Abraham...

    Andrea Pugliese
    2 maggio 2024 - ROMA
    E adesso servirà un miracolo. O giù di lì. Perché il 2-0 dell’Olimpico piega le ginocchia alla Roma, considerando anche la differenza di qualità e dinamismo vista in campo. Il Bayer Leverkusen si conferma imbattibile, almeno per ora, e ipoteca la finale di Dublino grazie alle reti di Wirtz e Andrich. Per un po’ la Roma ha retto e ha rischiato anche di passare (traversa di Lukaku), poi però la differenza di valori è venuta fuori in ogni angolo del campo. Anche grazie alla follia di Karsdorp che ha regalato il gol del vantaggio ai tedeschi e di fatto ha cambiato un po’ tutto.

    SCELTE E GOL—
    De Rossi preferisce Spinazzola ad Angelino, Xabi Alonso decide di giocarsela senza punti di riferimento davanti, con i due piccoletti (Adli e Frimpong) sugli esterni e Wirtz a giostrare dal falso nove. Ci si stidua alla distanza, Adli e Dybala provano a scaldare i motori, ma ci vuole un po’ di tempo per far sì che la partita decolli. Ma la mossa di Xabi di alzare Frimpong alto a destra è quella giusta, con l’olandese che va al doppio della velocità di Spinazzola e lo mette sempre alle corde. Tanto che da metà primo tempo fino all’intervallo Frimpong avrà 3 ghiotte occasioni per far gol (tra cui un salvataggio finale sulla linea di Spinazzola), oltre a costruire un paio di azioni pericolosissime (su una offre la palla del 2-0 a Wirtz che però spreca tra le braccia di Svilar). E la Roma? Per i primi venti minuti lotta alla pari e sfiora anche il vantaggio con Lukaku (sfortunato, il suo colpo di testa si stampa sulla traversa), poi si deve arrendere alla scelleratezza di Karsdorp, che regala a Grimaldo il pallone da cui nasce il vantaggio tedesco: assist comodo per Wirtz che da solo davanti a Svilar insacca. L’errore dell’olandese è clamoroso, di quelli che lasciano il segno. E infatti la Roma è come se implodesse, quasi non riesce più a risalire e trova modo di rendersi pericolosa solo con Paredes da fuori. Ma è un fuoco di paglia, perché una volta messa la testa avanti, è sempre e solo il Bayer a sfiorare il gol.

    RADDOPPIO— Il Leverkusen inizia come aveva finito, palleggiando sempre di fino e sempre massimo a due tocchi. Dall’altra parte, invece, Karsdorp (fischiatissimo poco dopo, al momento del cambio) arriva in ritardo su una bella palla tagliata e Cristante mette fuori di poco un colpo di testa. Insomma, la Roma prova a rialzarsi ed a riequilibrare i giochi. E per riuscirci De Rossi inserisce Angelino alto a sinistra, spostando El Shaarawy a destra e passando di fatto alla difesa a tre (con Spinazzola a fare il braccetto dalla stessa parte di Angelino). E al 28’ arriva anche la doccia gelata, con Andrich che pesca il 2-0 dal limite con un bel destro a girare. E allora vanno dentro anche Baldanzi ed Azmoun, con una Roma a trazione anteriore. E proprio l’iraniano ha la palla giusta per riaprire tutto su invenzione di Pellegrini, ma la spreca banalmente tra le braccia di Kovar. E lo stesso fa Abraham a botta sicura, mettendo alto di testa da dentro l’area piccola. Due errori pesanti, che potevano regalare una chance in più alla Roma. Appuntamento a Leverkusen per il ritorno, servirà un miracolo. O giù di lì.
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    m19
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    Un siluro di Fullkrug affonda il Psg: 1-0 Dortmund, ma la semifinale si decide in Francia

    Il Borussia vince una partita equilibrata e dai ritmi forsennati. Donnarumma tra i migliori, due pali per la squadra di Luis Enrique. Il ritorno il 7 maggio al Parco dei Principi

    Elmar Bergonzini
    1 maggio 2024 - MILANO
    Terza partita, prima vittoria. Ma per ora è la più importante. Il Borussia Dortmund batte 1-0 il Psg nell'andata della semifinale di Champions League. Decide una rete di Füllkrug, già a segno ai quarti contro l'Atletico Madrid, al 36'. Le due squadre si erano già affrontate nella fase a gironi, nella quale i tedeschi si erano sì imposti come primi, ma contro i parigini avevano raccolto solo un punto in due partite. Donnarumma, fra l'altro, ha evitato che la sconfitta fosse anche più netta.

    LA GARA—
    Il Dortmund, probabilmente la più grande sorpresa del torneo, si schiera con il solito 4-2-3-1, con Emre Can davanti alla difesa, Adeyemi, Brandt e Sancho dietro a Füllkrug. Il Psg risponde con il 4-3-3 con Fabian Ruiz chiamato (teoricamente...) a dettare i tempi a centrocampo, Barcola, Mbappé e l'ex Dembelé in attacco. I parigini soffrono però la grande pressione dei tedeschi, che vanno spesso in maniera molto dura a contrasto. Fin dai primi minuti emerge così una differenza di vigore che, di minuto in minuto, mette sempre più in difficoltà gli ospiti. Il pubblico si è così scaldato rapidamente, complicando ulteriormente la partita per la squadra di Luis Enrique. I francesi danno l'impressione di riuscire a rendersi pericolosi, come all'11', solo quando è il Dortmund a sbagliare in impostazione. Donnarumma deve invece spesso intervenire con parate per nulla scontate, come al 14' su tiro di Sabitzer. Fra gli attaccanti francesi il più pimpante è Dembelè (Mbappé si vede poco e quando si potrebbe accendere gioca col freno a mano tirato). Al 36' il Dortmund si porta avanti: su lancio lungo di Schlotterbeck è Füllkrug a muoversi sul filo del fuorigioco, superare Hernandez (poi sostituito per problemi fisici) in velocità e a battere l'incolpevole Donnarumma. Al 44' il portiere italiano è bravissimo sull'ennesima conclusione di Sabitzer, tenendo a galla i suoi.

    DUE PALI— Nemmeno nel secondo tempo l'atteggiamento del Psg cambia e Luis Enrique fa poco per dare la scossa. Can e Maatsen sono sempre attenti e pronti a raddoppiare su Dembelé, con la difesa giallonera che va in grande difficoltà solo al 51', quando prima Mbappé (bravo a sfuggire alla marcatura di Sabitzer), poi Hakimi (altro ex di giornata), colpiscono il palo. Al 56' è Fabian Ruiz a sprecare una clamorosa occasione mandando fuori di testa da ottima posizione. Il Dortmund però non resta a guardare e risponde al 60', quando Sancho si libera di Mendes e serve Füllkrug che stavolta non inquadra. All'80' il Psg ci prova con un'azione creata dagli ex: Hakimi con potenza e furbizia conquista palla e la riesce a indirizzare a Dembelé che però spara fuori. Il Dortmund comunque riesce a controllare il vantaggio, con Can e Hummels che spiccano per temperamento, qualità e leadership, aiutando Kobel a mantenere la porta inviolata. E così, al terzo tentativo, il Dortmund batte anche il Psg. Proprio nella partita che valeva di più. Martedì prossimo la sfida decisiva, dopo che nelle prime tre partite le due squadre hanno ottenuto una vittoria a testa, con un pareggio. Ma ai gialloneri per arrivare in finale (per la prima volta dopo il 2013) bastano due risultati su tre.
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    Venezia ko, il Como vince e vede la A. Samp e Cremonese ok, Palermo flop

    A Catanzaro i veneti condannati da un rigore molto dubbio. Il Cosenza supera l'Ascoli e sogna i playoff. A Bolzano il Sudtirol piega la Ternana 4-3 nel finale

    Lorenzo Topello e Oscar Maresca
    1 maggio 2024 - MILANO
    Il Como fa l’impresa e vince in pieno recupero una gara complicata contro il Cittadella: finisce 2-1 al Sinigaglia. Passano gli ospiti con Pittarello, Verdi pareggia e Goldaniga al 94’ regala tre punti d’oro ai suoi. La squadra di Roberts conferma il secondo posto a quota 71 che vale la promozione diretta, mentre il Venezia si fa beffare dal Catanzaro: è 3-2, decide Iemmello su rigore molto dubbio al secondo tentativo durante l’extra-time. La gara del Ceravolo era stata sospesa per un’ora causa pioggia. La formazione di Vanoli resta a 67. Nelle altre sfide, il Sudtirol stende 4-3 la Ternana e conquista la salvezza aritmetica. Così come il Cosenza, che batte l’Ascoli. Lo Spezia supera il Palermo grazie a Di Serio e prova ad allontanarsi dalla zona playout. Oltre al pari promozione del Parma (1-1 contro il Bari), nelle gare delle 18 arrivano due successi pesanti per Samp e Reggiana, rispettivamente contro Lecco e Modena. Finisce invece 2-2 Feralpisalò-Brescia.

    CREMONESE-PISA 2-1
    Gara subito nervosa allo Zini: al 10’ Calabresi aggancia Buonaiuto nella sua area. Volpi prima non fischia, poi va al monitor e assegna il penalty, Ciofani porta avanti la Cremo segnando il suo primo gol stagionale. Sterile reazione dei toscani: Marin di testa manda alto. All’intervallo Aquilani sveglia i suoi inserendo Barbieri ed Arena, il Pisa ritrova vèrve e fa 1-1 al 48’: follia di Zanimacchia che regala il pallone a Moreo al limite, la sfera arriva poi a D’Alessandro che di fronte a Saro non trema. La Cremonese ha bisogno di una scossa, provano a darla Collocolo (54’) e Quagliata (65’), ma Nicolas è super nella risposta, così come su Falletti poco dopo. Il muro nerazzurro crolla all’85’: la punizione dal limite di Massimo Coda è una pennellata che beffa la barriera e Nicolas. La Cremonese esulta e sfiora pure il tris con Sernicola nel finale. Poco male per Stroppa che ora vede le semifinali playoff, mentre i toscani restano noni, a quota 45.

    COMO-CITTADELLA 2-1— Al Sinigaglia è una partita bloccata. La formazione di Roberts è più volte pericolosa davanti: Da Cunha ha una buona chance al 23’ neutralizzata da Kastrati. Ci provano pure Gabrielloni e Cutrone. Gli uomini di Gorini non restano a guardare e si fanno vedere in attacco sia con Pittarello che con Magrassi. A inizio ripresa Cutrone è costretto a uscire per infortunio, al suo posto entra Verdi. Il Cittadella alza la pressione con Pittarello che al 71’ trova il vantaggio liberandosi in area di due avversari. Passa appena un minuto e Verdi da lontano la piazza nell’angolino: è parità. Al 78’ Da Cunha sfiora il raddoppio, ma la conclusione si stampa sul palo. In pieno recupero Goldaniga fa volare il Como, la tocca in porta dopo una mischia in area. Capitan Bellemo e compagni fanno un altro passo verso la A.

    SPEZIA-PALERMO 1-0— I rosanero faticano nella prima frazione, gli uomini di D’Angelo si chiudono bene dietro. Al 16’ Lund commette un erroraccio su un retropassaggio, Di Serio ruba palla e con un pallonetto supera Pigliacelli: terza rete in B per l’ex Atalanta U23. Tanti duelli in mezzo al campo e pochi lampi fino all’80’, quando Salvatore Esposito serve il fratello Francesco Pio con una punizione, però l’attaccante di testa non inquadra la porta. Si resta così fino alla fine. Lo Spezia vince, il Palermo resta in zona playoff.

    SUDTIROL-TERNANA 4-3— La squadra di Valente parte subito aggressiva con Davi, ma al 9’ è Odogwu a portare avanti i suoi di testa: bravo a prendere il tempo sugli avversari dopo il cross di Tait. La Ternana gioca bene: Casasola e Gaston Pereiro si trovano alla perfezione. Da un loro scambio arriva l’1-1. L’argentino serve l’uruguaiano che deve solo spingere il pallone in porta. Al 33’ gli uomini di Breda la ribaltano con Luperini che vola di testa sul passaggio vincente ancora di Casasola. Molina prima dell’intervallo pareggia, ma il direttore di gara annulla il gol per un tocco di mano. Al 52’ però è tutto buono: Casiraghi si libera dal limite dell’area e con un sinistro potentissimo buca la porta avversaria. Al 63’ la partita si complica per gli ospiti: Boloca atterra Casiraghi, già ammonito, l’arbitro estrae il secondo giallo. E la Ternana resta in dieci. Poi il Sudtirol si addormenta, lascia troppo spazio al solito Casasola che serve Luperini: doppietta del centrocampista e terzo assist del giocatore argentino. Al Druso succede di tutto, Sorensen stende Odogwu in area: è rigore. Casiraghi dal dischetto è una sentenza: 11 penalty su 11 realizzati in stagione. Il conto dei suoi gol in campionato sale a 16. Parità ristabilita, ma non è ancora chiusa. Perché all’85’ El Kaouakibi ritrova la rete addirittura dopo tre anni: è il più veloce a colpire dopo il palo di Rover. La formazione di Valente conquista i tre punti e la salvezza aritmetica, il gruppo di Breda non riesce a uscire dalla zona playout.

    ASCOLI-COSENZA 0-1— Si accende subito la sfida. Al 5’ l’arbitro assegna un rigore per l’Ascoli dopo un tocco di mano, poi richiamato al Var annulla la sua decisione. I padroni di casa assediano l’area avversaria e al 17’ Zedadka di testa colpisce il palo. Cinque minuti dopo, dall’altra parte del campo, Camporese ristabilisce la parità dei legni prendendo in pieno il palo sempre di testa. Prima dell’intervallo il solito Tutino si inventa una giocata delle sue e con il destro a giro la piazza nell’angolino. Sono 17 reti in campionato per l’attaccante. Nella ripresa l’Ascoli crea pochi pericoli, mentre al 71’ Vasquez devia con il piede su Mazzocchi. All’84’ Marras colpisce Pablo Rodriguez in area, l’arbitro prima assegna il rigore, poi dopo aver rivisto l’azione al Var cambia decisione. Finisce così, il Cosenza è salvo. L’Ascoli dovrà continuare a lottare.

    CATANZARO-VENEZIA 3-2— La gara del Ceravolo inizia sotto la grandine. Ma al 5’ i padroni di casa trovano già la rete: Pontisso di testa sfrutta un buon cross di Sounas. È il secondo gol di fila per il centrocampista classe ’97. Dieci minuti dopo gli ospiti pareggiano i conti con il primo centro in B di Idzes: il difensore indonesiano si tuffa di testa dopo la sponda di Pohjanpalo. Poi al 23’ l’arbitro Airoldi interrompe la partita per l’impraticabilità del campo. Si riparte dopo un’ora. Al 28’ il Venezia corre veloce, Pierini mette in mezzo per Busio che sfiora, il pallone finisce a Bjarkason e l’islandese raddoppia. Però il centrocampista americano era in fuorigioco, gol annullato. Nella ripresa si alzano i ritmi. Pohjanpalo costringe Fulignati agli straordinari, mentre Sounas sbatte sul palo. Al 55’ ancora Idzes fa gol dopo una mischia in area su corner. E Sverko due minuti dopo lascia i suoi in dieci per doppio giallo. Ne approfittano i padroni di casa con capitan Iemmello che di testa gira alle spalle di Joronen. Al 79’ ancora Iemmello tocca il pallone sulla conclusione di Antonini, il 3-2 però è annullato per offside. In pieno recupero Donnarumma cade in area toccato da Idzes: rigore con parecchi dubbi. Joronen vola ed evita la rete di Iemmello, ma l’arbitro fa ripetere il penalty. E stavolta è gol: il 3-2 arriva. Il Venezia vede allontanarsi il sogno promozione diretta, il Como secondo è ora a +4.

    REGGIANA-MODENA 1-0— A Reggio Emilia si percepisce tutta la tensione di un confronto decisivo per la classifica fin dai primi minuti. Le squadre di Nesta e Bisoli devono centrare la salvezza, ma possono ancora dire la loro in ottica playoff e in avvio si lotta soprattutto a metà campo. Il più vivace nella prima frazione è Abiuso, che prova a farsi vedere in un paio di occasioni dalle parti di Bardi. La sfida si sblocca non a caso grazie a un episodio: al 63’ Oukhadda travolge Pieragnolo e l’arbitro Baroni concede il rigore. Gondo non sbaglia dal dischetto ed è 1-0. Esulta Nesta, che centra la salvezza aritmetica, sale a 46 punti e ha due giornate per sognare i playoff senza paura. Per il Modena, fermo a quota 43, il discorso è rimandato.

    LECCO-SAMPDORIA 0-1— I padroni di casa sono già retrocessi, ma non regalano nulla a una Samp in piena corsa playoff. Anzi, a partire meglio è proprio la squadra di Malgrati, che mette la testa fuori con Bianconi e Caporale. Nel primo tempo, l’unico squillo blucerchiato arriva invece grazie a un bell’inserimento di Murru, che di sinistro impegna Melgrati. La squadra di Pirlo ci prova con più convinzione nella ripresa, aiutata anche dall’espulsione di Lepore (73’), che lascia i padroni di casa in inferiorità per il finale. Il guizzo da 3 punti arriva all’81’ con il solito De Luca, che da due passi trova il decimo centro stagionale. Per Pirlo, è un mattone fondamentale per i playoff: i suoi sono ora settimi, a 49 punti: +3 su Sudtirol e Reggiana.

    FERALPISALÒ-BRESCIA 2-2— A Piacenza l’inizio è scoppiettante. Il Brescia passa subito con Bisoli, che dopo 4’ sfrutta il cross di Mangraviti e di testa fa 1-0. I padroni di casa reagiscono dopo cinque giri d’orologio con Dubickas e si rimettono in partita: il lituano approfitta dell’uscita di Felici e di sinistro riporta il match in equilibrio. La Feralpisalò ribalta tutto alla mezz’ora: il cross di Letizia è un invito a nozze per La Mantia e il colpo di testa dell’attaccante vale il 2-1. Gli ospiti pareggiano a un soffio dall'intervallo ancora con Bisoli: corner di Bertagnoli, deviazione di Cistana e colpo di testa vincente. Nella ripresa la squadra di Zaffaroni crea le occasioni più grosse, ma il risultato non cambia. Per la Feralpisalò - penultima a -4 da Bari, Ternana e Ascoli - è sempre più dura. Il Brescia viene superato dalla Samp e ora è ottavo a 48 punti, +2 su Sudtirol e Reggiana.
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    Pari con il Bari, poi è festa: bentornato Parma, sei in A dopo 3 anni!

    Gialloblù di nuovo in paradiso, pugliesi a rischio C. La squadra di Pecchia in vantaggio con Bonny, il pareggio siglato da Di Cesare, marcatore più anziano nella storia della Serie B

    Michele Antonelli
    1 maggio 2024 - MILANO
    Mister promozione ha fatto ancora centro. Il Parma di Fabio Pecchia pareggia 1-1 a Bari e con l’ultima mano di vernice alla classifica festeggia il ritorno in Serie A. Dopo una stagione dominata, i gialloblù sfruttano il ko del Venezia e mettono in tasca la meritata promozione con due giornate d’anticipo. Per il tecnico è la terza volta, dopo quelle conquistate con il Verona nel 2017, e con la Cremonese nel 2022.

    EQUILIBRIO—
    La sconfitta del Venezia è l’assist perfetto per il Parma, che arriva al San Nicola con l’obiettivo di chiudere in anticipo il discorso promozione, di fronte a un Bari alla ricerca di punti preziosi in ottica salvezza. I biancorossi partono forte, ma i gialloblù percepiscono il momento e non sbagliano l'avvio. La squadra di Pecchia tiene bene il campo, resta concentrata e prova a pungere intorno a metà tempo. L’occasione più grossa arriva prima dell’intervallo con Mihaila, che si divora il vantaggio a porta vuota dopo la conclusione di Bonny, parata da Pissardo.

    IL PUNTO PROMOZIONE— Il gol dal sapore di Serie A arriva al 50’ ed è un’opera d’arte di Bonny: il classe 2003 batte Pissardo con un gran destro a giro e dà al Parma la spinta finale per il salto. Da qui gli emiliani si limitano a gestire e a contenere gli assalti dei pugliesi, con il doppio risultato a favore che dà relativa tranquillità per l’obiettivo. Il Bari però ha bisogno almeno di un gol e lo trova al 68’ con l’altra prodezza di giornata. A metterci la firma è capitan Di Cesare (41 anni il 23 maggio 2024...), che battaglia in attacco e dallo spigolo dell’area trova l’incrocio dei pali con un destro a giro da mettere in cornice. È un gol che vale triplo, anche perché interrompe l’imbattibilità di Chichizola dopo 481 minuti e stabilisce il primato del gol più "anziano" mai segnato in B. Nel finale la capolista si abbassa per proteggere un punto d’oro, mentre il Bari ci prova senza sosta. Nei 4 minuti dell’extratime il Parma si schiaccia e Pecchia striglia i suoi, ma alla fine la resistenza vale il ritorno in Serie A tre anni dopo l’ultima volta. Il dominio gialloblù è raccontato dai numeri: 74 punti in 36 partite, con 21 vittorie, 11 pareggi, 4 sconfitte e la miglior differenza reti del torneo. Un +31 che ha messo dietro fin da subito le inseguitrici. Con l’1-1, il Bari affianca Ternana e Ascoli a 37 punti, ma è in vantaggio con entrambe per scontri diretti.
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    CITAZIONE
    Bayern alla pari col Real, ma c'è il solito Vinicius: fa doppietta e Ancelotti vede la finale

    Apre l'attaccante brasiliano, poi il ribaltone: pari di Sané e vantaggio di Kane dal dischetto. Il pari è ancora di Vini, sempre su rigore. Ritorno mercoledì 8 maggio a Madrid

    Elmar Bergonzini
    30 aprile 2024 - MILANO
    Talento, classe e determinazione. L'andata della semifinale di Champions League fra Bayern Monaco e Real Madrid finisce 2-2. Ancora una volta Ancelotti dimostra di avere fiuto e, nel momento più difficile della partita, con il Bayern che spingeva per il 3-1, cambia l'inerzia inserendo Modric che effettivamente fa girare la gara. Il Real, dopo un inizio complicato, si era portato avanti al 24' con Vinicius, ma aveva poi subito un duro uno-due del Bayern che aveva ribaltato il risultato con Sané (al 53') e Kane (su rigore al 57'). Nel finale però gli spagnoli sono cresciuti strappando il pareggio con Vinicius (su rigore) all'83'. Nella gara di ritorno, in programma mercoledì prossimo (l'8 maggio) tutto è ancora possibile. Fra due squadre che con talento e determinazione hanno regalato l'ennesima partita memorabile della competizione.

    VANTAGGIO REAL—
    Tuchel conferma il 4-2-3-1 e, privo di De Ligt, schiera Kim titolare. Sané, Müller e Musiala si muovono dietro a Kane. Ancelotti risponde con il 4-3-1-2, con Bellingham chiamato a innescare Vinicius e Rodrygo. Nei primi minuti emerge l'orgoglio del Bayern che, dopo una stagione per lunghi tratti deludente, cerca di togliersi la più grande delle soddisfazioni trionfando in Europa. Dopo pochi secondi Lunin deve rispondere di piede a Sané, con Müller al centro che si lamenta perché si aspettava il passaggio. Sané ci riprova anche al sesto (tiro fuori di poco), Kane cerca invece l'eurogol da centrocampo al 7': nei primi minuti, insomma, il Bayern è cattivo e determinato. Il Real però la qualità ce l'ha e la mette in mostra al 24': Kroos approfitta di un'incertezza tattica di Kim e serve Vinicius che batte Neuer. I tedeschi digeriscono male il gol e permettono agli ospiti di gestire di più il pallone nella seconda parte del primo tempo. La squadra di Ancelotti guadagna anche campo, ma non riesce a creare occasioni concrete.

    LA RIPRESA— Curiosamente il canovaccio del secondo tempo è opposto a quello del primo: il Real parte meglio e Kroos al 51' mette in difficoltà Neuer. Il tiro del centrocampista tedesco viene smorzato da Kimmich, ma il portiere bavarese è attento e reattivo. Subito dopo però il Bayern si scatena: al 53' Sané fa tutto da solo e di sinistro, dopo essersi accentrato, fulmina Lunin. Questa volta è il Real a subire il contraccolpo psicologico e il Bayern ne approfitta. Musiala, al 56', conquista un rigore (fallo di Vazquez) che Kane poi trasforma. Ancelotti inserisce Modric e il croato lo aiuta a cambiare l'inerzia della partita: al 79' mette in porta Vinicius, che però trova uno strepitoso Neuer a negargli il pareggio. Il Real però continua a cercare il 2-2 e lo trova all'83': è proprio Vinicius a segnare, su rigore provocato da Kim per fallo su Rodrygo, la rete del definitivo 2-2. Tedeschi e spagnoli sembrano accontentarsi del pareggio, dandosi così appuntamento a Madrid fra una settimana. E lì il pareggio non sarà più possibile.
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    Il Cagliari nemmeno ci prova: comodo tris Genoa, ma Ranieri ha tre punti sull'Udinese

    Tutto facile per la squadra di Gilardino, a segno con Thorsby, Frendrup e Gudmundsson. I sardi conservano comunque tre punti di margine sulla terz'ultima

    Dal nostro inviato Simone Battaggia
    29 aprile 2024 - MILANO
    Troppo Genoa per un Cagliari senza riferimenti. Al Ferraris il posticipo del 34° turno di Serie A finisce 3-0. I rossoblù festeggiano la salvezza con una prestazione sontuosa, fatta di voglia ma anche di qualità, ed è giusto che i primi due gol siano arrivati da due uomini di sostanza come Thorsby e Frendrup, mentre nella ripresa Gudmundsson, al 14° centro stagionale, ha messo il sigillo a una notte di festa. Niente di fatto per gli uomini di Ranieri, che in trasferta quest’anno hanno raccolto molto poco - otto punti, solo Salernitana (7) e Frosinone (6) hanno fatto peggio - e che questa volta hanno pagato le tante assenze, ma anche un atteggiamento meno combattivo del solito.

    LE SCELTE—
    Gilardino alla vigilia aveva prefigurato qualche novità, ma per l’undicesimo iniziale va sull’usato garantito: confermata la difesa a tre Vogliacco-De Winter-Vasquez, Sabelli e Martin sono gli esterni con Thorsby, Badelj e Frendrup in mezzo al campo, con la coppia d’oro Gudmundsson-Retegui davanti; restano in panchina i vari Spence, Cittadini, Ankeye e, come previsto, il rientrante Vitinha. Lato Cagliari, allo squalificato Luvumbo e agli indisponibili Viola e Dossena - più Pavoletti e Mancosu, assenti di lungo corso - all’ultimo si aggiunge anche Jakub Jankto, che ha subito un trauma distorsivo alla caviglia destra nella rifinitura della mattina. Yerry Mina, colonna della difesa sarda, è tenuto invece precauzionalmente in panchina - domenica alle 12.30 a Cagliari arriverà il Lecce - per un affaticamento al polpaccio sinistro. Ranieri deve quindi ridisegnare la squadra ma non rinuncia a mettersi a specchio, con Wieteska centrale tra Hatzidiakos e Obert, un centrocampo a quattro e davanti Gaetano a supportare le due punte, Shomurodov e Oristanio. I due in realtà si vedranno ben poco, in un primo tempo tutto per il Grifone. Dopo una decina di minuti senza scosse, al 13’ ci prova De Winter su angolo di Martin, ma il suo colpo di testa è troppo stretto sul primo palo. Tre minuti dopo Shomurodov colpisce alto di testa su cross di Oristanio, ma al 17’ passa il Genoa: cross di Sabelli da destra, Thorsby vola sopra la testa di Hatzidiakos e prende in controtempo Scuffet. Il Cagliari dà l’impressione di aver perso le misure in difesa, fatica a uscire dalla pressione genoana. Al 27’ il raddoppio genoano: palla a sinistra, Vasquez serve rasoterra Frendrup che colpisce al volo verso il palo più lontano: 2-0. Il Cagliari non trova risorse, Frendrup corre come un dannato a recuperare palloni e a chiudere in difesa. Gaetano è il solo tra i sardi a provarci, un suo affondo al 31’ libera Oristanio che però non ne approfitta mentre al 33’ Retegui fallisce di un nulla il 3-0 girando al lato lo splendido cross basso da destra di Thorsby. L’unico sussulto per i sardi arriva al 45’, quando un corner dello stesso Oristanio porta alla spizzata di Deiola. La palla attraversa tutto lo specchio della porta e si spegne fuori.

    RIPRESA— Ranieri prova a cambiare la partita inserendo tre senatori: Lapadula per uno spento Oristanio, Nandez per Di Pardo e Zappa per Hatzidiakos. In difesa si abbassa Augello, per una difesa a quattro che però non risolve i problemi del Cagliari. Perché il vulnus è soprattutto in mezzo al campo, dove Frendrup, Badelj e Thorsby imperversano, cacciano palloni, spingono, annichiliscono i vari Prati, Nandez e Augello, col solo Deiola ad alzare timidamente la testa. Thorsby in particolare è indemoniato, all’8’ impegna Scuffet con un altro colpo di testa, mentre al 12’ è De Winter a sfiorare il gol con un’incornata. Lapadula prova a muoversi dietro una linea difensiva genoana che però è sempre attenta. E quando pensi che al festival del Genoa manca una perla del suo attaccante principe, ecco che arriva: Gudmundsson triangola stretto con Frendrup, entra in area e spiazza Scuffet. Con la partita segnata, con la salvezza portata a casa con quattro giornate di anticipo, Gilardino nel finale fa entrare chi scalpita dalla panchina: Spence dà qualche assaggio della sua potenza e della sua tecnica, Haps spinge da destra, dietro Cittadini si prende dei minuti preziosi, Vitinha prende il posto di Gudmundsson - che ovazione per l’islandese, al 14° gol stagionale - e prova qualche folata, ma Wieteska non gli concede spazio. Ranieri ci prova anche con Azzi e Kingstone, ma non trova soluzioni. La salvezza non passa per il Ferraris, meglio pensare alla sfida-chiave di domenica con il Lecce.
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    Il Sassuolo non c'è più: ne prende 5 dalla Fiorentina, retrocessione sempre più vicina

    La Fiorentina domina e, dopo il gol di Sottil, dilaga nel secondo tempo con Martinez Quarta, Barak e la doppietta di Nico Gonzalez. Inutile il momentaneo pari di Thorstvedt per la squadra di Ballardini

    Matteo Pierelli
    Giornalista
    28 aprile 2024 (modifica alle 23:44) - MILANO
    Una vittoria bella, rotonda, franca. Cinque gol che lasciano ben sperare per la semifinale di Conference di giovedì, ma anche tre punti utili per raggiungere il Napoli all’ottavo posto e rimanere nel cuore della zona Europa: la Fiorentina, che deve anche recuperare la partita con l’Atalanta, asfalta ciò che resta di un Sassuolo deludentissimo, arrendevole e sempre più vicino alla Serie B. Una rasoiata di Sottil nel primo tempo apre la partita. Poi è festa grande nella ripresa con Quarta, Nico Gonzalez (due volte) e Barak. In mezzo il 2-1 di Thorstvedt che aveva riacceso la fiammella, spenta solo due minuti dopo. Ballardini incassa così un’altra sconfitta nel peggiore dei modi, senza lottare e senza la mentalità della squadra che si deve salvare: il quart’ultimo posto ora è a cinque punti e all’orizzonte c’è l’Inter. La strada è decisamente in salita.

    DOMINIO VIOLA—
    Fiorentina in campo con tante novità e con i big lasciati fuori in vista della sfida europea di giovedì. In porta Christensen (in campionato non era titolare da settembre) con Barak trequartista dietro Kouame. Dall’altra parte Ballardini butta dentro Kumbulla e alza Doig come esterno di centrocampo, mentre Thorstvedt agisce alle spalle di Pinamonti. Si parte a ritmi lenti, poi è Sottil al quarto d’ora a ravvivare la gara con una bella sgasata sulla sinistra: Kouame non ci arriva per poco. E’ il preludio al gol che arriva al 17’: Arthur porta via la palla a Volpato e serve Sottil che dalla sinistra si accentra e dal limite infila Consigli. Il Sassuolo cerca di reagire, ma non va al di là di due calci d’angolo. Così è la Fiorentina ad andare vicina al raddoppio: Volpato perde un altro pallone, Parisi si invola sulla sinistra e poi tira a botta sicura: incrocio dei pali. La Fiorentina insiste, vuole il raddoppio per giocare più tranquilla: Ikone dopo una bella azione sulla destra e Barak di destro trovano sulla loro strada Consigli.

    SASSUOLO ASFALTATO— Nella ripresa entra Nico Gonzalez al posto di Ikone, mentre Ballardini butta dentro Mulattieri e Bajrami per Viti e Volpato. Lo spartito non cambia: Fiorentina in avanti e Sassuolo a vivacchiare, alla ricerca di non si sa che cosa. Il raddoppio arriva grazie a Quarta che sfrutta un assist perfetto di Arthur. Poi ecco la rete di Thorstvedt (gran sinistro) a dare speranza ai neroverdi al 56’. Ma dopo due minuti Nico firma il 3-1 e a quel punto i Viola dilagano. Barak e ancora Nico Gonzalez (al 66’) portano la Fiorentina sul 5-1 e a quel punto è solo un tiro al bersaglio verso Consigli. Che tira un sospiro di sollievo quando vede che non ci sono minuti di recupero…
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    Atalanta, scatto Champions: Pasalic e Lookman stendono l'Empoli

    Comoda vittoria dei nerazzurri che sbloccano il risultato su rigore. I toscani scendono a +2 dalla zona retrocessione

    Dal nostro inviato Matteo Brega
    28 aprile 2024 - BERGAMO
    L’Atalanta batte 2-0 l’Empoli grazie ai gol di Pasalic su rigore e di Lookman, uno per tempo.

    PASALIC DI RIGORE—
    Gian Piero Gasperini sceglie Zappacosta e Ruggeri sulle fasce evitando quindi il turnover sugli esterni. Davanti occhi su Touré a caccia del secondo gol di fila in campionato dopo quello di Monza. Davide Nicola si presenta con il 3-4-2-1 liberando Fazzini da compiti tattici alle spalle di Niang e insieme con Cambiaghi. Il primo tempo è spezzettato dai fischi di Fabbri che interrompe fin troppo il gioco. A metà tempo lascia il campo Walukiewicz per problemi fisici ed entra Cacace. La partita si movimenta al 38’ quando il direttore di gara viene richiamato dal Var per rivedere l’intervento di Pezzella su Touré. Per Fabbri non c’è nulla, ma una veloce rivisitazione dell’intervento fa notare che il maliano anticipa l’avversario e viene toccato sul polpaccio. Rigore dunque che Pasalic al 42’ batte e trasforma. Per il croato è il secondo centro consecutivo dopo quello realizzato contro la Fiorentina mercoledì nella gara di ritorno della semifinale di Coppa Italia. L’Atalanta sembra svegliarsi dopo il l’1-0 e con Miranchuk va vicino al raddoppio. Il russo chiude però debolmente una ripartenza veloce di Touré. Finisce così il primo tempo.

    LAMPO LOOKMAN— Si riparte senza cambi. E dopo 6’ l’Atalanta raddoppia. Lookman parte dalla sinistra lasciando sul posto Bereszynski, arriva al limite e calcia sorprendendo Caprile sul suo palo. Dopo 12’ ecco i primi cambi della Dea: dentro Ederson, Kolasinac e Hateboer per De Roon, Ruggeri e Djimsiti. Al 15’ ancora Lookman pericoloso con un diagonale di sinistro largo di poco solo per una leggera deviazione. Dal corner seguente Caprile deve sacrificarsi in uscita bassa per respingere il tentativo di Hien. Un minuto dopo interviene Nicola: toglie Niang, Grassi e Fazzini per inserire Caputo, Marin e Kovalenko. Ma è la Dea che al 18’ va vicina al gol. Cross morbido di Hateboer, Miranchuk di testa colpisce troppo centrale. Lookman è dentro alla partita totalmente, insegue Bereszynski e gli ruba palla, riparte e serve Miranchuk che dal limite non trova la porta di poco. L’Empoli timidamente si affaccia nella metà campo avversaria con l’accelerata di Cambiaghi a sinistra chiusa da un cross per Kovalenko che sul primo palo gira e trova l’esterno della rete. Al 28’ entra anche Koopmeiners per Miranchuk. Al 35’ una veloce ripartenza dell’Empoli si conclude con un destro centrale di Marin: un’opportunità che i toscani avrebbe dovuto e potuto sfruttare meglio. Finisce 2-0 per l’Atalanta che grazie al contemporaneo pareggio della Roma consente alla Dea di portarsi a due punti dai giallorossi con una partita da recuperare. Per l’Empoli un passaggio a vuoto che però lascia inalterate le sue speranze di salvezza, anche se l'Udinese terz'ultimo, con il pari a Bologna, si avvicina a 2 punti di distanza.
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